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Ciao Raquel salutaci Manuel

Vito Tripi

Si è spenta ad 82 anni, dopo una rapida malattia, la sexy icona degli anni 70


​Ci sono due pellicole nostrane che hanno voluto omaggiare, citazionisticamente, Raquel Welch come simbolo di bellezza e femminilità. La più famosa è Borotalco di Carlo Verdone in cui Manuel Fantoni alias Cuticchia Cesare, al secolo Angelo Infanti, davanti ad un estatico Sergio Benvenuti decanta il seno della Welch “Non c’ha du zinne ma du boracce. E nun c’ha du capezzoli ma du chiodi. Belli, rosa, tosti che ce poi attaccà n’ quadro”.

​L’altra è Squadra Antigangsters, di Sergio Corbucci appartenente alla saga di Nico Giraldi, in cui un poco convinto Don Vito Sartieri, col viso del noto caratterista Leo Gavero, doveva sposare Maria Sole Giarra, ovvero Margherita Fumero, figlia del boss Girolamo Giarra che non era “propriamente Raquel Welch ma ha il suo perchè”.

​Questa è una dimostrazione di come il Belpaese abbia amato e fatta sua una delle icone sexy degli anni 70. Dopotutto noi italiania siamo, o meglio eravamo, cultori del bello e tendevamo ad adottare qualsiasi bellezza allogena che, automaticamente, si sentiva italiana dentro. Non è un caso che il grande Eduardo la volele in una trasposizione cinematografica di una sua opera ossia Spara forte, più forte... non capisco! al fianco del mitico Mastroianni.

​Ci piace ricordarla così in questo tocco di italianità perchè oggi il mondo è più triste poichè una porzione di bellezza è scomparsa. Dopo una breve malattia ad 82 Raquel ha chiuso gli occhi. Con lei va via un’immagine di femminilità che coniugava i pregi della sensualità latina con quella atletica e moderna americana. La Welch era infatti una sangue misto di padre boliviano, con ascendenze spagnole, e madre di origini albioniche, sembra addirittura che uno dei suoi antenati fosse nella Mayflower.

Raquel ha rappresentato il bello che può fare tutto poichè nella sua carriera cinematografica ha svolto numerose parti in varie tipologie di pellicole a dimostrazione che la bellezza non è, per forza, una limitazione. Ella ha rappresentato una vecchia categoria di attrici che non rinnegava che le proprie origini, che non disdegnava da dove proveniva professionalmente. Non ha mai piagnucolato di essere stato “mercificata” in quanto donna. Non ha mai preteso di essere paladina di questo o quel movimento progressista. Non ha parlato di varie e presunte violenze dentro fuori dal set.

Semmai nel suo primo libro del 2010 Beyond the Cleavage ha raccontato di se stessa dagli inizi della carriera, dei matrimoni e divorzi e soprattutto della cura del suo corpo. Perchè lei a differenza di altre sue colleghe non ha mai preteso di essere quello che non era più ossia una ragazzina. Raquel è stata una bellissima ragazza, una donna sensuale e, infine, una bella nonna. E’ sicuramente ricorsa ad alcuni aiuti estetici ma ha evitato, a se stessa prima che agli altri, lo spettacolo ridicolo a cui si sottopongono altre star come Cher o la Ciccone.

​Forse per questo è scivolata in parte nel dimenticatoio lei che non sapeva che farsene del Body positive o del body shaming. Ma non le mancarono le critiche sia bene chiaro. Finì verso gli anni 90 nell’occhio del ciclone per via della figlia Tahnee che aveva cercato di emularla, con scarssissimi risultati, cadendo nel baratro dell’anoressia. Cosa che le fece cadere addosso critiche a non finire come se tale situazione fosse causa sua.

​Queste, però, sono chiacchiere per il popolino, per il volgo invidioso, noi preferiamo ricordarla per la sua bellezza solare e naturale del suo essere “Femmina, Femmina” com’era solito dire il buon Lando Buzzanca.

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