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Elly, la nobiltà, i pesci rossi e i cioccapiatti

Aggiornamento: 9 ago 2023


Il video sta già iniziando a fare il giro del web: uno dei militanti della pagina Facebook “Brescia ai Bresciani” tocca cinque seggi elettorali del Partito Democratico e cinque volte vota Elly Schlein. Nulla di nuovo, era giù successo che alle primarie del PD venisse smascherato un processo che offre, in fondo, l'illusione di una partecipazione dalla base che in realtà è unicamente un modo per certificare quanto già deciso dalle alte sfere. Ora come allora, siccome il risultato è stato quello atteso, nessuno contesterà o chiederà spiegazioni.

Risultato deciso dalle alte sfere, dicevamo, perché era chiaro che all'area di sedicente sinistra bruciava parecchio essere arrivati secondi nel mettere il fiocco rosa sulla propria leadership. Quella che descrivono come una delle tante battaglie di civiltà l'avevano persa prima ancora di scendere in campo, concedendola per giunta, ironia della sorte, ad un avversario che la medesima sponda politica dipinge come misogino.

Era dunque necessario che, con un kit di barbatrucchi ben orchestrato, in qualche modo ne saltasse fuori Elly Schlein, piuttosto che quel Bonaccini in odore di renzismo, e quindi appestato già in partenza. Bisognava serrare le fila, soprattutto dopo che alla prima occasione buona, Debora Serracchiani aveva provato a portare Giorgia Meloni su quel terreno di scontro, uscendone però brutalizzata come neanche il Brasile contro la Germania al Mondiale 2014.

Il fatto curioso di tutta questa vicenda è che Elly Schlein ha vinto le primarie del PD dopo essere  rientrata nello stesso PD per partecipare alle stesse primarie, e andando a toccare temi che le sono totalmente estranei. Il perché sta risiede nel suo albero genealogico, ormai arcinoto: è infatti figlia di un politologo e accademico statunitense, mentre il nonno materno, Agostino Viviani, è stato parlamentare del Partito Socialista.

In pratica, la sua storia ricorda un po' quella dei nobili che per passatempo leggevano storie della povera gente perché incuriositi da un mondo che non conoscevano, con personaggi che sembravano tanto esotici pur essendo, nel concreto, ai margini delle loro strade. Elly ha l'espressione da brava ragazza, ma ciò non toglie che chi scrive abbia l'impressione che la nuova segretaria del PD abbia sempre, metaforicamente, guardato tutti noi delle classi subalterne come una persona comune guarderebbe una boccia di pesci rossi.

Tutto questo non rappresenterebbe poi un grosso problema se non fosse che la giovine puella, con la sua lista Coraggiosa, è salita alla ribalta in Emilia-Romagna propugnando lavoro più dignitoso e tutelato per tutti. Ora, già di per sé verrebbe da chiedersi lei quale lavoro non tutelato abbia sperimentato per poterne, poi parlare con autorevolezza: se poi aggiungiamo che da quando è diventata vice di Bonaccini, la qualità del lavoro non è aumentata neanche un po', allora qualche dubbio inizia a sorgere.

Vero che di mezzo è scoppiata la pandemia, però quest'ultima poteva essere, grazie ad un'accorta politica di stampo keynesiano, una leva per aumentare i sostegni ai lavoratori e, al contempo, sgravare un po' gli imprenditori medio-piccoli. Così non è stato, ed anzi, l'Emilia-Romagna di Stefano Bonaccini, come precariato, si è segnalata ancora una volta gemella diversa del Veneto di Luca Zaia.

Ed Elly Schlein in tutto questo? In tutt'altre faccende affaccendata. Sulla sua agenda sono finiti migranti, diritti LGBT, femminismo, ecologismo e due fatiche letterarie (una prossima all'uscita). I diritti sociali sono sempre rimasti fumosi, ricchi di belle parole, con vaghi accenni alla sistematizzazione dei contratti a tempo indeterminato e al salario minimo senza però spiegare nel dettaglio con quali misure supportare tali modifiche al mercato del lavoro, che già di per sé è stato reso una giungla dal partito che ora è stata chiamata a guidare.

Per il resto, la neo-segretaria ha parlato anche di più sanità pubblica e più scuola pubblica. Iniziative lodevoli, ma urge ricordare che, in merito alla prima, la sua regione racconta sé stessa come il faro di speranza e che non è più da almeno un decennio, mentre la seconda fa trillare diversi campanelli d'allarme, visto che un certo modello dell'Est Europa socialista partiva proprio dalla scuola per condizionare psicologicamente gli individui sin da bambini.

Di sfondo, last but not least, una contrarietà all'invio alle armi per l'Ucraina che però, al momento del voto, finora si è appiattita sulle posizioni del partito, votando, in sede parlamentare, a favore. Insomma, ad oggi Elly è una coltre di fumo in cui pare impossibile scorgere bocconi di arrosto. Le classi lavoratrici, disilluse e largamente lontane da ciò che il PD ormai rappresenta, potrebbero non tollerare l'ennesimo caso di qualcuno che, nell'Emilia-Romagna della stessa Schlein, verrebbe definito “cioccapiatti”.

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