Karaoke, De André e demagogia
Non proprio una folla oceanica. Anche perché a giudicare dagli indignatos da feisbuc in servizio permanente effettivo, avrebbero dovuto essere centomila, e invece no. È affascinante constatare come le anime pie incollate alla poltrona abbiano stigmatizzato una festa di compleanno.
Quindi un ministro non può festeggiare, ci dicono. Allora ci rifletti su. Che candore! Provi una certa invidia. Perché tu non riesci a essere così puro? Te li immagini, lì, in processione, assieme ai parenti delle vittime arrivati in aereo. Scorri il loro profilo per vedere istantanee del dolore. Testimonianze della loro presenza. Lacrime e cordoglio sincero. Ma non trovi nulla. Cerchi allora un atto di dolore. Anche laico. Ma non trovi neppure quello. C’è laqualunque su questi profili, si parla di autopromozione editoriale, di cucina, di film ma nulla che abbia a che fare con una partecipazione attiva. E neppure un ”chiuso per lutto”. Un profilo silenziato in segno di solidarietà. Zero. Nessuno che si sia raccolto in un rispettoso silenzio. Uno, due tre, quattro post assortiti scandiscono un dissenso solo ostentato ma piatto e autoreferenziale.

Quindi il problema è il karaoke. Intempestivo. Indelicato. Perché se sei un signor nessuno puoi fare di questo giorno ciò che ti pare, compreso sfoggiare ipocrita demagogia sul tuo patetico profilo a uso e consumo della tua clack ma se sei il vice premier non puoi festeggiare con discrezione senza clamori in un agriturismo. E sepoi sei il Premier come osi? Peste ti colga!
Stranamente nessuno ha parlato di appropriazione culturale riferendosi alla Canzone di Marinella. Ma la nottata, come diceva De Filippo, ha da passa’. E c’è ancora tempo per farlo. Aggiungiamo noi.