Il 20 settembre 2021 è uscito l’ultimo disco per celebrare i 71 anni di Loredana Bertè, una festa lunga un anno che ha visto la ripubblicazione di 5 dei suoi album più belli in versione inedita da collezione.
Loredana, nata lo stesso giorno della sua amatissima sorella Mia Martini, ma qualche anno dopo, ha dichiarato più volte che questo è stato un modo per festeggiare lei e sua sorella che non sono mai riuscite ad avere un compleanno vero in famiglia, perché come sapranno in molti Mia e Loredana provenivano da un’infanzia ed un’adolescenza molto dura, soprattutto per colpa di un padre geloso e possessivo.
Il primo disco uscito per festeggiare il suo settantesimo compleanno è stato “Loredanabertè” pubblicato originariamente nel 1980 e poi ristampato a settembre 2020, poi a novembre 2020 per la Giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza Contro le Donne è uscito il 45 giri di “Fiabe / Anima vai”; ad aprile 2021 in occasione del Record Store Day 2021 (evento nato per preservare il valore culturale e sociale dei negozi di dischi indipendenti) è uscita la ristampa di “T.I.R.” album del 1977; a giugno 2021 in occasione del Pride 2021 è stata la volta dell’album “Traslocando“ del 1982, considerato tra l’altro dalla rivista musicale “Rolling Stone Italia” uno dei cento dischi italiani più belli di tutti i tempi.
L’ultimo in ordine di uscita è “Bandabertè” pubblicato da Nar International in versione inedita in LP 180 GR, che ripropone il mitico disco uscito nel 1979, prodotto da Mario Lavezzi che vide una collaborazione artistica tra Ivano Fossati e la regina del rock Bertè che da quel momento iniziò a diventare sempre più popolare.
Il titolo dell’album è ripreso dal nome del gruppo di musicisti che suonava con la cantante sia in sala d’incisione che in tournée e le due canzoni di punta sono state “Dedicato”, scritta appunto da Ivano Fossati e l’indimenticabile “… E la luna bussò”.
Ripercorrere la carriera della Bertè è davvero difficile perché non riguarda solo il suo vastissimo repertorio musicale che consta di 17 album in studio, 5 album live, 2 EP e 4 raccolte ufficiali, ma perché Loredana non è solo una grande artista ma è un personaggio anticonformista, innovativo che non smette mai di stupire, solo in questo ultimo anno ha fatto tour, partecipato a concerti ed eventi, collaborato con tantissimi artisti ed ogni volta è stato un successo; basti pensare che il brano inciso con una Emma Marrone “Che sogno incredibile” ha appena vinto il disco d’oro per le copie vendute, ed è trasmesso ininterrottamente dalle radio da diversi mesi.
Ultimamente l’abbiamo vista recitare nel film “Ancora più bello” di Claudio Norza, tra l’altro non è la prima volta che Loredana si impegna nella recitazione infatti da giovanissima ebbe una parte nella prima versione italiana di “Hair” e in “Ciao Rudy” di Garinei e Giovannini, mentre per il cinema ebbe ruoli in “Basta guardarla” di Luciano Salce, “Il padrone e l’operaio” di Steno, “Attenti al buffone” di Alberto Bevilacqua, “Storia di Piera” di Marco Ferreri.
Ma tornando a questa ultima ristampa di “Bandabertè” è interessante capire cosa si nasconde dietro alle canzoni partendo proprio dal primo singolo che anticipò l’uscita dell’album nel 1979, cioè il brano “Dedicato”, scritto come già abbiamo accennato da Ivano Fossati. In realtà Fossati le aveva proposto in quel periodo diversi brani come “Pensiero Stupendo” che Loredana rifiutò e venne poi cantata dalla mitica Patty Pravo e perfino “La mia banda suona il Rock” che poi divenne un successo cantato dallo stesso autore.
Loredana scelse “Dedicato” forse per il testo così particolare ed anticonformista (non si era mai sentita una canzone che criticasse se stessa dicendo “questo schifo di canzone”), manifesto di una generazione ed infatti subì la censura Rai che non gradiva il verso “ai politici da fiera” che fu sostituito con “alla faccia che ho stasera”, ma nei concerti live Loredana ha sempre cantato il testo originale. Un brano che parla di dimenticati, di persone che hanno fallito, di chi soffre per amore perché usato e buttato via, insomma una “dedica” a tutte le difficoltà che forse ognuno di noi ha incontrato almeno una volta nella vita.
Passiamo poi al secondo brano di punta dell’album “…E la luna bussò” dall’inconfondibile ritmo reggae. La leggenda racconta che l’ispirazione per cantare un pezzo reggae venne a Loredana mentre era in vacanza in Giamaica e per caso seguì un mucchio di gente che si recava dentro allo stadio di Kingston dove si stava esibendo un ragazzo dai capelli lunghissimi, Bob Marley. Lei rimase talmente tanto affascinata da lui e dalla sua musica che comprò tutti i suoi album, e li diede al compositore Mario Lavezzi (con i quale tra l’altro Loredana aveva all’epoca un legame sentimentale) per fargli comporre il primo disco reggae italiano con il suono della batteria in levare, così nacque il fortunato brano che racconta ancora una volta la storia di una persona emarginata che nessuno vuole, con il quale Loredana partecipò al Festivalbar ottenendo un successo.
Nell’album c’è anche un omaggio a Mogol e Battisti con i brani “Prendi fra le mani la testa” e “Macchina del Tempo”.
Nei prossimi mesi la Bertè continuerà il suo tour tra vecchi e nuovi successi e sicuramente in scaletta non potranno mancare i brani anche di questo fantastico album moderno nonostante i suoi 42 anni di età.
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