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Gino Castelli

Confronti Michetti-Gualtieri. Vince ai punti il candidato di centro destra

Aggiornamento: 12 mag 2023

In un clima incendiato dalle polemiche di questi giorni che poco o nulla hanno a che fare con l’elezione del sindaco di Roma, mercoledì sera è andato in onda il primo faccia a faccia tra Michetti, in vantaggio in dieci municipi su quindici, e Gualtieri che lo tallona in seconda posizione. L’anticipo della contesa che si consumerà tra il 17 e il 18 ottobre è un duello che diciamolo chiaramente, non ha esaltato gli spiriti.


I due vistosamente contratti hanno tenuto una strategia conservativa, lasciando pochi varchi all’avversario. In realtà Michetti che pure sembrava meno a suo agio di Gualtieri (strano perché essendo un apprezzato opinionista radiofonico dovrebbe aver sviluppato una certa disinvoltura), un paio di affondi li ha piazzati.

Non benissimo il primo, ottimo il secondo. Il primo è anzi un’occasione persa, avrebbe infatti potuto inchiodarlo sul suo operato. Citando il PNNR cede evidentemente all’emozione è afferma che ci sono zero euro per Roma. Il che sostanzialmente è vero, ma formalmente non è esatto. Sostanzialmente è così perché chiunque abbia messo anche solo il naso nella macchina amministrativa sa che è una cifra insignificante, un capitolo d’investimenti che può essere decisivo a Civitavecchia o a Ispra ma che su Roma è irrisoria in modo quasi offensivo o che esprime di fondo quanto Gualtieri non conosca la città che ambisce a governare. Tuttavia, quei fondi ci sono e Gualtieri elencandoli ha fatto pensare che siano moltissimi e soprattutto gli ha fornito l’occasione di dare al suo avversario dell’impreparato. Va decisamente meglio quando Michetti incalza sulla poca considerazione che il Governo ha mostrato verso l’importanza della Capitale. Qui il candidato di centro sinistra si lascia andare a una replica che lascia basiti: “Beh certo che se certe forze la smettessero di attaccare il governo ci sarebbe maggiore attenzione. Basti vedere che anche oggi Giorgia Meloni attacca il ministro Lamorgese”.

Gualtieri è oggettivamente più lucido nel rappresentare il suo programma, ma fa riferimento continuo al PNNR come fonte primaria di sovvenzionamento, vale a dire al famoso mezzo miliardo di euro. Mentre è opaco anche questa volta quando spiega il suo programma “Roma in 15 minuti”.

I due hanno posizioni diametralmente all’opposto anche sulle responsabilità dello smaltimento dei rifiuti, per Michetti la colpa del degrado, cinghiali e gabbiani compresi, è sostanzialmente di Zingaretti che ne avrebbe competenza secondo la legge regionale n. 27 del 9 luglio 1998 sulla disciplina regionale della gestione dei rifiuti.

Mentre per Gualtieri è della Raggi. All’ex sindaco è andato anche il plauso di Michetti per la stesura del piano relativo alla candidatura di Roma per l’Expo 2030.

Il problema aumenti delle bollette non emerge, mentre sul capitolo stadi della Roma e Lazio, Michetti è più convincente. Durante il dibattito un Gualtieri in difficoltà, si gioca la carta dell’estremismo di destra. Questo passaggio in particolare rimanda ai recenti fatti che poco hanno a che fare in senso stretto con l’elezione, ma sarebbe lecito pensare che vengano introdotti strumentalmente, vista l'eccezionale coincidenza. Ne parliamo con Fabrizio Ghera, consigliere regionale in quota FdI:

Fabrizio Ghera

Negli anni, si sono registrate dichiarazioni di D’Alema in favore di Hamas che hanno urtato visibilmente la diplomazia israeliana anche perché in nessuna figurava la condanna al terrorismo palestinese. Un tema caro a D’Alema che ad eccezione di un blando biasimo nei confronti dei bombardamenti operati da Hamas espresso in una dichiarazione del maggio scorso in più circostanze ha difeso le posizioni dell’organizzazione palestinese Non ci risultano prese di distanze da parte della sinistra né tanto meno di Gualtieri. Quella stessa sinistra che pure è stata puntualissima nello stigmatizzare l’infelice frase di Michetti circa la le ragioni a monte della maggior attenzione verso la Shoah…


Effettivamente non risulta che Gualtieri abbia mai preso le distanze, il che desta una certa sorpresa: non dovrebbero essergli sfuggite vista la vicinanza politica, professionale e credo anche umana che da sempre lo unisce a D’Alema. Ma del resto si sa che la memoria immagazzina solo parzialmente le informazioni che apprendiamo. Evidentemente le diverse esternazioni di D’Alema che si sono susseguite in circa una quindicina d’anni sempre sul filo dell’accusa a Israele non lo hanno colpito particolarmente, oppure è del medesimo avviso. Bisognerebbe chiederlo a lui. Circa l’affermazione di Michetti, mi pare che l’abbia precisata, scusandosi con la comunità ebraica e manifestando la propria vicinanza allo stato d’Israele.


Michetti nel 2016 è stato insignito dal presidente Mattarella del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica, su segnalazione di Paolo Gentiloni. Dunque si tratta dello stesso uomo che in questi giorni è stato descritto da Gualtieri come un pericolo per la democrazia?


Ad essere generosi si tratta di un “simpatico” equivoco. Non sull’onorificenza che è meritatissima, ma forse Gentiloni e Gualtieri non si sono confrontati sulla valutazione macroscopicamente antitetica. Michetti che ha collaborato mi pare, proprio con Gentiloni è un democristiano e come tale tutto è meno che un estremista. Direi piuttosto che sia un moderato, un uomo di sintesi e di grandi capacità. I romani impareranno ad apprezzarlo dal 19 ottobre e per i cinque anni successivi.

Sappiamo che Michetti si è distinto come consulente per centinaia di comuni, molti dei quali di sinistra. Si tratta di una apprezzata collaborazione durata anni che in coincidenza con le elezioni la sinistra non sembra voler riconoscere.


Michetti, non lo scopriamo oggi è uno stimatissimo avvocato ed esperto in materia tributaria, e come tale ha messo a disposizione la sua competenza per le amministrazioni, compresi gli 826 comuni di sinistra. Le accuse che arrivano a Michetti da certa sinistra sembrano originate dal timore di non saper come rimontare il voto al primo turno e si sono esacerbate un istante dopo l’annuncio di Bertolaso. E come dar loro torto? Bertolaso è un fuoriclasse. Come lo sono il sostituto procuratore generale alla Corte d’appello di Roma Simonetta Matone, Andrea De Priamo, Vittorio Sgarbi, che porterà tutto il suo sapere. Mi domando invece come mai Gualtieri non sia nel Governo dei Migliori? Se tanto bene aveva fatto con Conte, come mai non è stato riconfermato? E perché il PD non lo ha difeso? La candidatura a Roma è un premio o una compensazione?

Cosa può aggiungere l’ex capo della protezione civile alla squadra di Michetti e al netto delle polemiche di questi giorni cosa dobbiamo attenderci dal secondo turno delle amministrative romane? I vostri candidati De Priamo, Mennuni, Barbato, al Comune e Mevi, Tozzi e Sordini ai municipi, si sono distinti, a conferma di una classe dirigente stratificata così come i candidanti presidenti in corsa. Penso a De Julis, Rinaldi, Petrella che nei giorni scorsi abbiamo avuto su PlusNews.it

Francesca Barbato

Lavinia Mennuni

Come ho detto, Michetti conosce la materia come pochi. Ha tanti di quei meriti che parlarne sarebbe sminuirne il calibro. Sarà lui a definire la collaborazione di Bertolaso che mi pare rivolta a risolvere i problemi relativi al prossimo Giubileo che porterà tanti fedeli a Roma. Quanto al secondo turno, intanto voglio solo sottolineare le affermazioni di Andrea De Priamo, Lavinia Mennuni, Francesca Barbato, Quarzo, al comune, dove è in predicato di entrare anche Maria Cristina Masi e di Lorenzo Mevi, Stefano Tozzi e Simone Sordini ai municipi. Sono persone che danno la misura di una classe dirigente stratificata, frutto del lavoro serio che punta sulla valorizzazione e sulla programmazione, senza contare il fatto che i candidati alle presidenze municipali, Franco, Rinaldi, Massimiliano De Julis, Giordana Petrella, sono tutti al ballottaggio. Sono andati ottimamente anche gli alleati come Monica Picca al Xmo, qui tra gli altri c’è Lara Mignemi che è andata molto bene. Si stanno distinguendo tutti. La coalizione è forte come non mai, vincerà perché lo desiderano i cittadini e governerà con successo la Capitale.


Mentre scriviamo questo articolo va in onda il secondo confronto. Questa volta il teatro è Sky. Il conduttore chiede loro se Roma sia una città inclusiva e attenta alle minoranze. Michetti è il primo a rispondere, afferma senza tentennamenti che la Capitale lo è per sua natura. È ecumenica, accoglie tutti da sempre, è anche la città della Santa Sede. Gualtieri è di avviso diametralmente opposto. Per lui Roma non lo è affatto. Pensa alle discriminazioni LGBT e annuncia l’apertura di un ufficio dedicato. Il conduttore chiede loro dell’assenza di candidati donna. Gualtieri non conferma e non smentisce ma parla genericamente di quote rosa nella sua squadra della quale a oggi non si conoscono i membri, Michetti risponde coi fatti. Lui ha il ticket con la dottoressa Matone. Gualtieri, nel corso del confronto torna a parlare della Città in 15 minuti ma anche stavolta non si comprende chiaramente in cosa consista. Complessivamente, in controtendenza col primo incontro, Gualtieri è parso meno disinvolto, a tratti guardingo, tenta una mossa sorniona alludendo alla mancanza di tempo da dedicare alla lettura ma è evanescente. Michetti invece è apparso trasformato. Più sicuro, lucido nell’esposizione, persino spiritoso, come se col battesimo del fuoco a Porta a Porta abbia rotto il ghiaccio. A conti fatti anche questo secondo round se lo aggiudica il candidato del centro destra. Ora la parola agli elettori romani.

In ordine da in alto sinistra: De Priamo, Masi, De Julis, Rinaldi, Tozzi, Sordini, Mevi

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