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Fendi, Dybala e il Colosseo Quadrato: la Roma glocal a stelle e strisce giallorosse dei Friedkin

Aggiornamento: 8 ago 2022

Prima il Circo Massimo, poi il Colosseo Quadrato, la Roma del magnate statunitense occupa l’Urbe. Fa sua la Città Eterna. Monopolizza la Caput Mundi.

La Roma svettando sulle prime pagine e home page di ogni testata quotidiana e sito internet del mondo, concentra incontrastata su di sé l’intera attenzione, generando per effetto collaterale più di un’ulcera ai dirimpettai sempre più ridimensionati e immalinconiti. Tra le scemenze che sono state messe in giro dalle vedove dell’uomo del charter, quel Pallotta, famigerato uomo d’affari, speculatore di basso cabotaggio che per ragioni mai chiarite riuscì a mettere le mani sulla Roma sottoscrivendo un leasing, i Friedkin, padre e figlio non parlano. Come se il loro silenzio fosse un difetto. Ma il duo favoloso parla eccome, parla quando vanno a prendersi Mourinho. Letteralmente, se lo vanno a prendere. Pagandolo e pilotando il jet di proprietà. Poi portano Abraham, il suo pupillo. Poi vincono la Conference League al primo tentativo assoluto. Parlano coi fatti. Le parole, da produttori cinematografici di successo le lasciano al regista (Mourinho) e agli interpreti, vale a dire la squadra. Poi acquistano Dybala. Siamo alla storia recente. Un blitz e la stella argentina è romanista. Per presentarlo si va a casa di Fendi che da poco veste la Roma. Altra convergenza filosofica e di posizionamento verso la totale identificazione con la Capitale. Poco importa se dal 2001 Fendi fa parte della divisione “Fashion & Leather Goods” del colosso francese LVMH. La storia (dal sito della maison ndr) inizia da una piccola boutique nel cuore di Roma, creata nel 1925 da Adele ed Edoardo Fendi, e prosegue con collezioni e collaborazioni di successo che segneranno in modo indelebile il panorama della moda mondiale.

Nel 1965 iniziano gli anni gloriosi della Direzione Creativa di Karl Lagerfeld che verrà condivisa a partire dal 1992 con Silvia Venturini Fendi. Il 2020 segna la più recente evoluzione della distintiva estetica Fendi, Lo stilista britannico Kim Jones si unisce alla casa di moda romana, come direttore artistico delle collezioni Couture e Donna, affianca i direttori artistici Silvia Venturini Fendi e Delfina Delettrez Fendi, rispettivamente, direttrice artistica Accessori e Uomo, direttrice artistica Gioielli. terza e quarta generazione della famiglia Fendi. Nel 2015 Fendi ha trasferito i propri uffici all'interno di una delle strutture più emblematiche di Roma: il Palazzo della Civiltà Italiana.

La scelta di Fendi rispecchia la volontà della Maison di rendere omaggio al proprio patrimonio e, allo stesso tempo, di rivolgere lo sguardo verso il futuro.

Il futuro è anche l’elemento fondante su cui fu edificato l’edificio. Elemento evidentemente non chiaro a chi in modo ideologicamente ottuso vorrebbe radere al suolo tutto il complesso razionalista dell’EUR. Ma tant’è, Fendi risiede lì e la Roma vi porta Dybala. Giovane divinità romana nata nella lontana Argentina. Alle 21 del 26 luglio ha cominciato a comprendere in quale Olimpo sia piovuto. Magari vincerà uno scudetto in meno ma qui diventerà un altro figlio di Roma. Come Voeller, Falcao, Cafù, Candela, Rudiger, Taddei, Cerezo, Boniek, Rizzitelli, Nela.

Dybala non è Totti e non è neppure Pellegrini ma ha l’umiltà dei forti, non desidera neppure esserlo. Lasciamo la 10 dov’è o magari passiamola al Capitano di questa generazione. Perché da quarant’anni, il Capitano è un discendente di Romolo. Ciò detto, la Roma internazionale dei Friedkin si scopre più romana e romanista che mai: USA, Francia, Argentina, nel segno della Lupa.

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