Tempi regolamentari, supplementari e sei gol, dopo, i rigori. Alla fine è stata una sfida folle, avvincente e infinita. Messi sul tetto del mondo. Non per decreto divino ma perché come un Cristo del calcio, ha portato la croce, ha illuminato i compagni e oscurato avversari. Prevale nella sfida personale col destino e con Mbappè, compagno rivale nel Paris Saint Germaine che nonostante tre gol più un rigore non riesce a detronizzarlo. In questa epoca di carriere calcistiche dilatate, Lionel sembra aver quadrato talento e tenuta nervosa. Gli hanno detto che non è mai decisivo, non lo sentirà dire più.
Messi è insieme a Pelè, Eusebio, Maradona, Mazzola, Cruijff, Rumenigge, Francescoli, Schiaffino, Zico, Van Basten, Platini, Falcao, Baggio, Zidane, Totti, Cristiano Ronaldo, Conti, protagonista del suo tempo, lo ha segnato e condizionato. A questo punto, può smettere domattina, ha compiuto la sua missione, adempiuto al suo destino che si è scritto da solo. C’è gloria per Di Maria, l’altro asso. In qualsiasi altra epoca che non coincidesse con i due 10 stellari della terra delle stelle, avrebbe dominato le scene e riconosciuto per ciò che è: uno stratosferico funambolo, fenomenale e imprendibile, ha comunque il suo personale primato: è l’uomo che determina le finali, c’è sempre la sua firma. Come c’è quella di Dybala.
Ha giocato non più di trenta minuti tra semifinale e finale ma è lì quando la storia si compie. Scrive il suo capitolo dal dischetto, secondo rigorista dopo Messi, porta l’albiceleste sul 2 a 0. Per essere certo della convocazione in estate ha scelto la Roma, e dopo l’infortunio si è fatto in quattro per essere a disposizione. Tanta determinazione è stata ben ripagata. Emiliano Martinez è allucinato, screanzato ai limiti dell’antisportività ma incide quanto Messi. Con lui in porta il duello dei rigori parte sempre da uno a zero. L’Argentina delle stelle mature è la squadra di due talenti giovanissimi e fulgidi: Julián Álvarez di professione, cecchino ed Enzo Fernandez, un autentico cervello di centrocampo. Con questi due, l’Argentina può sognare la quarta stella.
I premi assegnati:
Miglior giocatore: Leo Messi (Argentina)
Miglior portiere: Emiliano Martinez (Argentina)
Miglior giovane U21: Enzo Fernandez (Argentina)
Miglior marcatore: Mbappè (Francia)
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