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Gli strali di Mourinho e il Napoli di Spalletti

Ci siamo! È il giorno dello spauracchio. Il Bau Bau, il Babayaga del pallone. Spalletti cala dall’alto dei suoi ventiquattro punti sul campo dell’Olimpico alla testa di una squadra che va a mille. Una schiacciasassi che è stata momentaneamente superata dal Milan, il che per la Roma è un ulteriore fastidio.

La settimana più rovente della storia recente colloca la Roma all’ennesimo bivio: se vince si rialza, se perde, la sua corsa al quarto posto si dissolve come le prime nevi di questo autunno dello scontento giallorosso.

Mourinho ha parlato. No, ha sentenziato. ‘Sta rosa è insufficiente. Con tredici, quattordici giocatori non si va da nessuna parte. Per alcuni, un’uscita infelice e del tutto inaspettata ma evidentemente non lo seguivano, all’Inter disse anche di peggio. E come dargli torto? Al netto della rapina subita contro la Juve e con la Lazio prendi goal su contropiede dopo un fallo da rigore non fischiato, la batosta sonora in terra norrena chiarisce in modo incontrovertibile che non ci siamo. Poi si potrà spigolare sulla vistosa e rovinosa conta delle riserve, ben otto, una scelta scellerata ma rimane il fatto che di Borca Mayoral, Villar, Kombulla, Reynolds e in parte di Perez, non sa che farsene. La vicenda degli spagnoli è catartica al rovescio. Solo lo scorso anno erano un gruppo folto che contava ben cinque elementi. Pedro era percepito come il genio della lampada, Villar come l’astro nascente e Mayoral, come una punta affidabile. E in effetti i gol, almeno numericamente parlano per lui.

Qualitativamente un po’ meno, mai una rete contro avversari di alto profilo, ma tant’è, quest’estate è stato rinnovato il prestito, perché? Alla fine della fiera, l’unico che giochi con relativa continuità è Perez ma certo, neppure lui infiamma la corsia di destra e fa sognare i tifosi. Il problema della Roma è la Roma. O meglio la gestione del mercato, tanto in entrata che in uscita. Ora si cerca disperatamente un terzino destro. A noi ne viene in mente uno. Florenzi! Che lo avevi ma lo hai ceduto a gratis a una diretta concorrente. Sulla scia dell’ex capitano della Roma, altri nomi che oggi sarebbero delle efficaci alternative: Scamacca per Mayoral, Frattesi per Villar, Caprari per Perez. Giocatori fatti in casa di cui ci si è disfatti delittuosamente, depauperando un vivaio e un patrimonio tecnico, magari per investire su giocatori che oggi languono in panchina.

L’equazione è semplice: se possono essere titolari in provincia, possono essere valide riserve a Roma. La Roma inverta la tendenza, certe risorse non vanno sperperate, specie se sul mercato può muoversi con limitata agilità. Fosse anche solo per non farsi segnare ogni volta che le giocano contro. Caprari insegna.

La gara presenta anche un altro gustoso ingrediente: la sfida tra i due Magnifici del Campionato. Insigne, stella partenopea campione d’Europa e Pellegrini che si sta affermando come grande campione nella scia delle divinità olimpiche: Di Bartolomei, Conti, Giannini, De Rossi e Totti . Che lo ha designato suo erede.

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