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Italia seconda. FESIK chiude in testa. L’Obi Arashi continua a vincere

Nike non smette di tutelare i nostri destini sportivi. Al lungo elenco di affermazioni internazionali diluite lungo l’annata, si aggiunge a buon diritto il Karate tradizionale/sportivo andato in scena a Cluj-Napoca nell’ambito del IXo Campionato del Mondo WUKF. Va detto subito che la manifestazione è pienamente riuscita dal punto di vista delle presenze, in grado di richiamare 39 nazioni e oltre 1500 atleti. Numeri non stratosferici se osservati in senso assoluto ma notevoli in tempo di restrizioni da Covid.

Da sinistra: Buraga-Manieri-Bar, 3° Katà a squadre

Ebbene, l’Italia dei mille comuni ( organizzazioni-enti di promozione- associazioni- federazioni), si piazza al secondo posto dietro la Romania, staccando la Repubblica Ceca, terza, di 19 medaglie. Ma a dire il vero la Romania, Paese organizzatore, disputa un campionato nel campionato, avendo messo sul tatami un autentico esercito: 550 atleti!! Quasi dieci volte gli azzurri. Se la si osserva da questa angolazione, i nostri sono di fatto primi, specie in rapporto alle vittorie rispetto al numero di partecipanti. Guardando all’interno della galassia italiana, la FESIK si afferma con 36 medaglie di cui 14 ori. La WKEDA Italia, con 5 di 3 ori. La CKI dodici con 2 ori. La WUKA Italia con 8, di cui due ori. Sbalorditivo il contributo della romana Obi Arashi, affiliata FESIK che ha piazzamenti più da organizzazione che non da asd.

da sinistra: Maestro Fiorello Ferralis, Roberto Manieri argento Katà ind, Maestro Domenico Ridente

La bandiera italiana si è sollevata per ben tre volte. La mattinata perfetta è aperta da un bronzo a squadre: Cristian Buraga, Roberto Manieri, Destin Bar. Nonostante l’arbitraggio a dire poco dilettantistico della delegazione indiana ne pregiudichi l’argento, i tre piazzano il primo colpo che si somma alle due medaglie del giorno prima. Al termine della gara Roberto Manieri è chiamato quasi immediatamente al kata individuale. Sei gli atleti in batteria, si compete su due round. Qui emerge tutta la sua classe cristallina ed esperienza certificata da più di ottanta trofei. Chiude il primo round da terzo. Anche qui il sempre discutibile arbitro indiano sfoggia una conoscenza approssimativa della materia che valuta, elargendo voti scarsamente comprensibili. L’atleta, pur cogliendo le storture rimane concentrato e stravince il secondo turno. Per somma di punteggi gli sfugge il primo posto. L’avversario della Rep. Ceca, pur inciampando infatti, mantiene il terzo posto nonostante le penalizzazioni avrebbero dovuto vanificarne la possibilità. Manieri è così chiamato allo spareggio. Sfodera un kata praticamente perfetto in cui miscela controllo, stile e giusta aggressività che vale il titolo di vice campione del mondo.

La giornata termina in gloria con Cristian Buraga nel kumite individuale, una cavalcata vincente che lo porta al primo posto nella categoria children. Se i tre veterani hanno confermato le attese, nonostante la giovanissima età (12 anni Buraga e bar, 13 Manieri), la mattinata ha fatto registrare anche il debutto di Chiara Carfagna nel kata individuale con un apprezzabilissimo quarto posto che lascia prefigurare un futuro luminoso. Ragazzini fantastici.

Cristian Buraga, oro Kumitè

Atleti superbi. Karateka veri. Premiato il loro impegno e talento, al pari della qualità superiore dei maestri che li hanno preparati, a cominciare dal Maestro Changhiz Azadeh, autentico monumento vivente del Karate, passando per Domenico Ridente, un mix di tecnica e sapienza, per finire col Maestro Fiorello Ferralis, presidente della Obi Arashi e Maestro storico della scuola. Guascone, empatico e visionario. Sempre sul pezzo che fa del continuo aggiornamento un dogma. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Chiara Carfagna, 4° posto Katà individuale


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