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La stagione della Roma in due partite!

Ci siamo!

Ancora poche ore e la Roma scriverà un nuovo capitolo della sua storia europea. Una storia che con quattro finali disputate di cui una vinta, non è poi così scarna se non addirittura misera come si racconta largamente. Ma la storia non scende in campo, i giocatori, sì.

A proposito di racconti, emblematico è quello che vuole la combriccola spallettiana in gita nel museo del Manchester United con gli occhi spalancati per la meraviglia. Poi sappiamo com’è andata. Ecco, se il buongiorno si vede dal mattino, diciamo che non c’è storia. Specie perché Cavani, Pogba, Rashford e Bruno Fernandes non daranno tregua a Cristante, Karsdorp e Ibanez. Per contro, la Roma recupera Smalling e Spinazzola e se tanto mi dà tanto, la freccia giallorossa sarà una costante spina nel fianco.

Le parole di Dzeko sono parole forti e importanti. Oltre alle parole, da lui, Pellegrini e Mkhitaryan ci si attendono i fatti. E i gol. Parecchi, degli uni e degli altri. Una certa speranza va riposta pure nei cambi: Pedro e El Shaarawy sono cavalli di razza e questo genere di partite sono il loro elemento naturale. Ma c’è un altro aspetto che può accendere la miccia: a Manchester li stanno prendendo spudoratamente in giro. Il 7 a 1 rimbalza senza pietà. Auguriamoci che Fonseca si sia trasformato in lupo. Mazzone avrebbe tappezzato camere e spogliatoi coi ritagli di giornali, il portoghese è indubbiamente meno esuberante ma ha comunque raggiunto la semifinale e ha la strameritatissima occasione di chiudere la sua permanenza a Roma scrivendone la storia.

Daje, Roma!

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