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Pier Luigi Manieri

Nei rami di Leonardo, la formula della Magic Mistery Band. Ne parliamo con Max Gazzè

Aggiornamento: 7 gen 2022

L’ultima edizione di Music Day ha proposto un non banale numero di incontri di alto profilo, uno di questi è quello con Max Gazzè, presente alla rassegna col suo album, La Matematica dei rami. Pubblicato un paio di mesi fa, è l’undicesimo progetto in studio del cantante e bassista siciliano. Il titolo rimanda emblematicamente allo studio formulato da Leonardo Da Vinci che nel suo Trattato della pittura cita – tra l’altro – “il vento, che percuote le cime di essi alberi ad esso volte, le appoggia agli altri rami più potenti”. Per analogia è quanto Gazzè rileva nell’ ensemble” costituito con la Magical Mystery Band (MMB), vale a dire: Daniele Silvestri, Fabio Rondanini (Calibro 35 e Afterhours), Gabriele Lazzarotti (Propaganda Live), Duilio Galioto (Avion Travel), Daniele Fiaschi e Daniele “il Mafio” Tortora.

Lo abbiamo incontrato e scambiato con l’autore quattro chiacchiere.


Un lavoro ambizioso La Matematica dei rami che evoluzione rappresenta nella tua storia musicale?

Eh! È bello questo intreccio di rami. Ognuno di questi rami rappresenta un piccolo frammento dell’interezza di un albero. Per me questo disco è il frutto di un’idea collettiva, la mia confluita in quella della Magic Mistery Band. In parallelo è possibile rappresentare l’intreccio delle nostre menti attraverso la raffigurazione grafica di questa alchimia dei rami

L’impianto musicale riccamente orchestrato esce dai tradizionali steccati che circoscrivono molto pop italiano per veleggiare invece su partiture più complesse, parliamo delle tue influenze, partendo se vuoi dallo Sting della stagione coi Police…

Beh, sì mi si associa spesso a Sting anche per il fatto di essere un bassista e in effetti non tanto lui da solo quanto i Police li ho seguiti moltissimo, così come tutta la musica britannica, penso ai King Crimson, i Genesis, i Pink Floyd. Indubbiamente da ragazzo ho ascoltato e mi piacevano moltissimo i Police. Non solo, con Stewart Copeland abbiamo fatto dei progetti insieme, compreso Gizmodrome. Ogni tanto ci scriviamo, ci mandiamo messaggi via social network, è sempre un piacere. Certamente, le influenze sono quelle, sono cresciuto in un contesto, come sonorità e mondo musicale, anglofono…

Tornando all’album, queste tracce dove ti condurranno? Quale potrebbe essere lo sviluppo successivo di questo percorso musicale?

Eh, il bello è proprio quello che non lo so! Penso che sarò sempre più stimolato nel fare le cose che mi creano in quel momento la voglia necessaria per poter approcciare, definire e portare avanti un progetto. Finché ci sarà questa voglia, continuerò a fare musica, quando non ce ne sarà smetterò serenamente così come ho cominciato.


Insomma, mi pare un sano proposito rispetto a chi si ostina pur non avendo più nulla da dire…

No, no, per carità! Questo disco realizzato con la Magic Mistery band è stato un progetto molto bello perché c’era un intreccio, uno stimolo. La volontà di fare qualcosa di piacevole insieme, spero che in futuro ci sia la stessa volontà e si concretizzi la simile circostanza che porti alla realizzazione di qualcosa di stimolante.


Certo. Grazie, Max!

Grazie a te!

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