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Prosciolto da ogni accusa l’ex sindaco di Roma

Aggiornamento: 25 lug 2021


Gianni Alemanno è stato assolto. Per chi come lo scrivente non ha mai dubitato della sua innocenza, non c’è alcuno stupore perciò non ci si dilungherà sulle motivazioni e dispositivi ma piuttosto sul meccanismo infame e disumano che si è attivato intorno alla sua figura, asfaltandone reputazione e dignità peggio di un caterpillar. Alemanno è innocente. Lo pubblichino in prima pagina quei quotidiani che a dispetto di un verdetto al di là da venire, lo dipingevano come un genio del crimine. Operazione utile per infangare di rimbalzo un’esperienza amministrativa che a posteriori si rivela essere una delle migliori da mezzo secolo a questa parte. Di gran lunga e sotto ogni aspetto superiore ai tre anni di Marino e al quinquennio di Virginia Raggi ancorché successiva al disastroso sindaco che tra le perle del suo mandato ha anche il funerale più chiacchierato delle intere ere geologiche. Alemanno, contrariamente alla narrazione di segno opposto che lo voleva inerte e ridicolo a spalare neve per trecentosessantacinque giorni l’anno moltiplicati per cinque anni, ha, tra le altre cose, aperto un gran numero di biblioteche come pochi altri primi cittadini. Ha migliorato il servizio scolastico, specie nei primi due anni e mezzo grazie all’impegno dell’assessore Marsilio che poi fu estromessa e questo a conti fatti è stato uno degli errori più evidenti. Riepilogare quanto di buono realizzato è un lavoro di ricostruzione della verità storica che affidiamo con gioia a quanti hanno iniettato veleno. Che lo facciano o meno è affare loro, il tempo è galantuomo.

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