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Pier Luigi Manieri

La Lupa e la Dea. Crocevia per le ambizioni giallorosse

Aggiornamento: 27 gen 2021


Con le due vittorie su Bologna e Torino, la Roma aggancia la Juve al terzo posto e rilancia le proprie ambizioni. Le note positive non mancano, a partire dal rientro di Mancini e Smalling, formidabili quanto imprescindibili centrali difensivi.


Con l’augurio che non sia temporaneo, specie quello dell’inglese, pezzo forte del mercato fin qui presente per la miseria di sole tre partite. La Roma può gioire anche per la rinnovata vena del suo gioiello fatto in casa, Lorenzo Pellegrini che complice l’assenza di Pedro ritrova la trequarti e con essa pure i gol. Due, uno al Bologna e uno al Toro. Capolavori balistici che riconciliano questo possibile fuoriclasse al ruolo da protagonista.


Per comprendere meglio lo stato di grazia di Lorenzo Pellegrini, nuovamente Magnifico, basti vedere che l’azione del gol ai piemontesi nasce proprio da un suo servizio. La apre e mirabilmente, la chiude. In realtà, arretrato a centrocampo non ha mai prodotto delle pessime prestazioni ma in avanti è tutta un’altra cosa. Pregevole anche la rifinitura per Dzeko, in gol contro gli emiliani.


Passando in rassegna le note liete non si può non parlare della freccia e della roccia a cui sono in larga misura aggrappati i destini giallorossi: Spinazzola e Veretout veleggiano padroni assoluti della fascia e linea mediana con licenze di offendere. Spinazzola conferma che se sta in forma, nel campionato italiano ha pochi rivali. Notizia confortante anche per Mancini, chi invece è inspiegabilmente fuori dai giochi di Deshamps, è il francese col fisico e volto da buttafuori marsigliese. Giocatore tatticamente perfetto. Piedi buoni e polmoni da Eolo, un’autentica rivelazione.


Sul podio più alto delle buone notizie s’installa irraggiungibile Mkhitaryan. Ormai cammina sulle acque. Il fenomenale armeno è, dopo Francesco Totti ed assieme a Dzeko, il giocatore più forte degli ultimi quindici anni visto nella Capitale. Unica nota stonata è ancora una volta il portiere. Lui e la Roma sono per ragioni all’opposto, chiamarti a sfoderare una gara maiuscola contro l’ Atalanta.


Se i I lupi dovessero avere ragione della Dea, certificherebbero quelle ambizioni che non possono mancare se ti chiami Roma.

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