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Veni vidi vici. Una corsa verso il successo in tre tappe, una per anno. Parola di Mourinho

“Prima di tutto devo ringraziare i tifosi della Roma per l’accoglienza. Non ho ancora fatto nulla per meritarmela e mi sono sentito subito in debito con loro. Prima ringrazio loro, poi ovviamente la società. Ma l’accoglienza è stata fantastica. Siamo vicini alla statua di Marco Aurelio, nulla viene dal nulla e nulla ritorna nel nulla. Questo significato è molto simile a quello che ho sentito quando ho parlato con Dan e Ryan Friedkin.”

Gli imperatori romani tornano spesso in questa prima storica conferenza stampa. Goro d’orizzonte utile per annusarsi. La società e il suo alfiere da una parte, la batteria di cornisti dall’altra. Non parte benissimo l’inviato di Dazn che vorrebbe collocare lo “Specialino (come le mitiche Vespe 50 special), sotto e non dentro il calderone mediatico che ribolle di giallorosso.”. Parte anche peggio l’inviato del Corriere dello Sport che impatta subito contro ciò che si definisce una forte personalità “Io non ti devo dire quello che faccio all’interno del mio club. Se entriamo in questa dinamica, di dirti cosa faccio e con chi parlo, sarò un antipatico che non condivide con voi quello che faccio all’interno. La domanda del capitano sarà una situazione che devo definire con la società e i giocatori prima di voi”.

Mourhino sembra avere fretta di tornarsene a Trigoria (che pronuncia con l’accento sulla prima “i”) per immergersi nella nuova sfida, ne parla come “la più importante. Perché è la prossima”. Riflette sul calcio sostenibile perché il successo sia duraturo e non episodico


“Quello che Dan e Ryan vogliono per questo club, il modo in cui hanno parlato con me. Un progetto molto chiaro. L’eredità che vogliono per questo club. Non dimenticare mai il passato fantastico di questo club. Costruire un futuro. La parola ‘tempo’ a volte nel calcio non esiste ma in questo caso esiste ed esiste in un modo fondamentale perché quello che la società vuole non è successo oggi e problemi domani ma una situazione sostenibile nel futuro e fare qualcosa con passione. E’ la ragione principale per la quale sono qui. Adesso è tempo di lavorare insieme ai miei. “

È determinato il nuovo tecnico. Bello tutto, città, tifosi, storia ma non sono in vacanza. ”Sicuramente arriva la domanda se questa incredibile città è la motivazione per cui sono qui e rispondo già no, perché non sono qui in vacanza. La città ha una grande responsabilità e un incredibile legame della Roma con la città è ovvia: il simbolo, colori, nome è un legame incredibile. È una responsabilità che sento ma non siamo qui in vacanza ma per lavorare e per questa ragione allenamento alle 16:00, arrivederci e ciao. Possiamo andare? (ride, ndr).”


Ruggiti assortiti:

“I miei ultimi 3 club: scudetto con Chelsea, 3 coppe con Manchester United, una finale con il Tottenham che non mi hanno permesso di giocare. Quello che per me è un disastro magari qualcuno non l’ha mai fatto nella vita”.

Riguardo Conte: “Ci sono allenatori nelle storie del club che non devi paragonare mai. Liedholm o Capello non devono essere paragonati. Così nell’Inter. Non puoi paragonare nessuno a Herrera o me.”

Trattenuto con garbata fermezza, afferma alcuni punti essenziali: “Vogliamo arrivare a dei titoli. Vincere immediatamente non dico che non succederà mai, ma normalmente non accade”. Lui difenderà sempre la Roma. Non se la va a cercare ma se occorre sanno dove trovarlo. I calciatori vanno ascoltati e trovata con loro una soluzione. Ma ci sono principi non negoziabili. Bella la società, bella la città, i tifosi, Zaniolo, Cristante, Calafiori e Spinazzola bello tutto ma gli serve un terzino sinistro. Benvenuto Josè! Anzi, Giuseppe…

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