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Ancora senza soluzione la SOCIETA’ COOP AZZURRA

Nei mesi scorsi abbiamo segnalato questa vicenda inqualificabile oltreché paradigmatica di come la burocrazia in Italia si accanisca sul cittadino calpestandone diritti e dignità. Disservizi come il mancato controllo da prassi che finiscono col lasciare spazio di manovra al malaffare, hanno determinato una vicenda dai contorni a dir poco scabrosi in cui però ci vanno di mezzo uomini e donne ormai molto anziani che si vedono negata l’abitazione che di cui hanno regolarmente pagato le rate di mutuo. Vi ritorniamo sopra riportando questa memoria che pubblichiamo integralmente, omettendo per ragioni di riservatezza i nomi dei soggetti coinvolti - I miei genitori negli anni 80 dopo vari sfratti hanno aderito ad un piano di coop edilizie a NETTUNO, il socio era mamma Marina... (nome di fantasia). La coop era principalmente costituita da poliziotti di Nettuno quindi i miei si fidavano e ritenevano l’adesione sicura. La coop era a proprietà indivisa, una fattispecie giuridica che in passato consentiva l’accesso a finanziamenti pubblici a tassi contenuti e tutta la normativa spingeva verso questa forma di associazione. I mutui furono contratti con L’istituto Nazionale di Credito edilizio Spa, successivamente Banca Popolare di Novara. La coop si chiamava società coop. Azzurra aderente al Consorzio Coop Casa LAZIO del Cenasca CISL noto successivamente per le vicende giudiziarie di Falco. Io in quella casa ci sono cresciuto, siamo entrati nel 1985 finalmente avevamo un tetto ns. I miei genitori, commercianti – papà aveva un bar – poco avvezzi alle questioni amministrative, pagavano le rate di mutuo semestrali al Presidente della Coop che rilasciava ricevute, e/o sul conto corrente della coop gestito dal presidente. Gli anni passano e i miei pagano tutte le rate del piano di ammortamento, l’ultima rata semestrale del mutuo è del giugno 2006. I soci della Coop Azzurra sono 16. Io dal 2007 iniziai a sollecitare mio padre a definire la questione della coop a capitale indiviso, al fine di dividere il patrimonio e definire esattamente le proprietà individuali ovvero i singoli appartamenti. Alcuni soci dopo il 2006 andarono in regione – che aveva erogato parte del finanziamento – per capire l’iter di divisione del patrimonio. Anche la Regione infatti aveva una vigilanza sulla coop.

Nel 2014 la Banca POPOLARE DI NOVARA, pignora gli appartamenti emerge quindi che il Presidente Roberto D’ercole non ha girato alla Banca i soldi che i soci gli davano o versavano sul conto corrente della coop. I soci si costituiscono in giudizio che è penale contro D’Ercole e altri, la procedura di pignoramento si blocca, la causa successivamente verrà vinta il presidente condannato a versare circa 15.000 euro a famiglia e lui condannato ad oltre tre anni di carcere.

Il primo commento è che la banca come è scritto nella denuncia non ha mai tentato di recuperare i soldi dai soci, che non hanno mai saputo del debito se non passati oltre dieci anni, la banca o qualche suo dirigente era collusa col D’Ercole. Se la banca dopo il primo semestre di mutuo non pagato avesse avvertito i soci, questi si sarebbero attivati e la situazione sarebbe mutata.


Contemporaneamente alla scoperta del debito di 330/360 mila euro (su 16 soci), il MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO che avrebbe dovuto vigilare sui conti della coop, decreta lo scioglimento della coop e nomina un commissario liquidatore. Enrico Dili. Lo scioglimento avviene con decreto del 2.10.2014 ai sensi dell’art. 2545 septiesdecies cc per il mancato deposito di bilanci. I soci sono in possesso di bilanci fino al 2009, lo scioglimento è del 2014, la vigilanza che avrebbe dovuto tutelare i soci non ha mai vigilato (il Dott. Scarponi) LA BANCA NON AVVERTE, IL MINISTERO NON VIGILA. I controlli sono almeno inefficienti. Il Ministero si è attivato solo alla notizia della denuncia presso il Tribunale di Velletri dei soci. Dili tenta di far pagare ai soci un affitto, i soci che lui chiama occupanti, in realtà tutti hanno pagato le rate di mutuo fino alla fine. Dopo varie contrattazioni chiede solo un affitto dovuto di 100 euro a famiglia al mese, che comunque è uno schiaffo a chi ha pagato tutto. Gli anni passano la causa è vinta e Dili che rappresenta il Ministero Dello sviluppo Economico, manda all’asta gli immobili la prima asta è del LUGLIO DEL 2020, dice che ha ricevuto indicazioni precise dai Dirigenti ministeriali e poi continua con le aste durante tutto il 2021 nonostante la pandemia che ha bloccato tutto meno questo consulente del MINISTERO.

I soci intanto hanno tentato di bloccare le vendite con una causa per usucapione, tentativo suggerito dall’Avv.to PICA per frenare Dili. Ogni socio ha pagato il legale, pure questa ultima causa.


Dili nel luglio del 2021 comunica ai soci per lui occupanti che devono far entrare nelle loro case coloro che vogliono vedere gli immobili e scrive che utilizzerà la forza.

I residenti sono tutti molto anziani e affetti da problematiche dipese dall’età avanzata. lo scorso anno una signora ha preso la doppia polmonite e vive prevalentemente tra il letto e la sedia a rotelle, è invalida con l’accompagno e rischia di essere buttata fuori da casa dopo aver pagato tutte le rate del mutuo, unitamente ad altri 15 famiglie di ormai ultraottantenni con malattie degenerative, c’è anche una centenaria rimasta vedova.

Dili funzionario del MINISTERO spinge per le vendite. Le case hanno 40 anni sono malandate con poca manutenzione ma il MINISTERO vuole chiudere questa pratica buttando fuori i legittimi proprietari che chiama occupanti. Il debito per ogni famiglia nei confronti della BANCA POPOLARE DI NOVARA è di 15 mila euro, lievitato complessivamente a cifre che sfiorano il milione per operazioni indebite di D’Ercole non votate dall’assemblea, tutte operazioni illecite, cambiali nei confronti di terzi, nuovi mutui sempre con la medesima banca, che nonostante non incassasse le rate di mutuo ha concesso al D’Ercole presidente della coop. Questi falsi debiti mai avallati dall’assemblea non sono riscontrabili da nessuno e sono stati contabilizzati nell’asse liquidatorio. Il debito per ogni famiglia è di 15.000 euro. Prima che il Ministero intervenisse con lo scioglimento della coop, un comitato aveva intavolato una trattativa con la banca che avrebbe portato un accordo su una cifra inferiore ai 10.000 euro a famiglia. Infatti la banca considera questi debiti insolvibili e tratta sulle cifre possibili. Il Ministero che avrebbe come scopo la tutela e la vigilanza dei piani casa dei cittadini con l’obiettivo di sostenere la popolazione che non ha una casa, in realtà spinge per togliere le case a chi le ha pagate. MISTERI DELLA REPUBBLICA.


Dili il curatore fallimentare a NOVEMBRE si è reso disponibile ad incontrare i soci della ex Coop Azzurra, e ha aver parzialmente ammesso che la ribalta che ha avuto il caso e le pressioni politiche hanno generato qualche frutto proponendo una trattativa che consiste nello ‘sconto’ del 30% rispetto all’ultima asta di Ottobre ovvero circa 45.000 euro ad appartamento. Cifra altissima e oltretutto vicina al valore commerciale delle case della medesima tipologia a Nettuno, si ricorda che sono case costruite in economia quaranta anni fa. Dili accenna anche di mutui regionali a tassi irrisori.

L’Assemblea dei soci è intenzionata a fare una controproposta che secondo Dili dovrà essere avallata dal MINISTERO, e a cui non è contrario e si atterrebbe in caso di benestare ministeriale.


La proposta consiste in una controfferta di 20-25 mila euro ad appartamento, considerando che il debito verso la banca è di 15mila euro ad appartamento. La garanzia di mutui regionali che volendo possono essere intestati anche a chi si accolla il mutuo. Tenendo conto che i soci hanno tutti età avanzate, ovvero 80 anni almeno, quindi con la possibilità di dare la proprietà a chi si accolla il mutuo, vale a dire i figli.

La palla passa ora al Ministero a cui si chiede di accettare la controproposta dell’assemblea dei soci che:

1) Hanno pagato tutto e vinto una causa penale

2) Hanno ancora in piedi una causa per usucapione

3) Avevano già un accordo con la banca per quasi saldo e stralcio

4) L’asse fallimentare si è accresciuto da 350 mila a quasi un milione, di cui oltre 300.000 euro di ulteriore mutuo concesso al D’Ercole nel medesimo periodo in cui la coop non pagava le rate del mutuo precedente.

5) Hanno tutti oltre 80 anni e sono quasi tutti invalidi quindi difficile vendere le case e buttarli fuori.

Faranno tutte le azioni possibili vs l’opinione pubblica citando gli attori di questa dramma sociale ovvero MINISTERO e CURATORE FALLIMENTARE.


A sostegno delle ragioni degli inquilini si schiera anche la politica grazie al l’interessamento attivo di Fabio Rampelli e Fabrizio Ghera. Di seguito le loro dichiarazioni:

“Il ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti attivi tutti gli strumenti affinché i soci della ex Coop Azzurra di Nettuno, 40 famiglie truffate per anni dal presidente della Coop, possano restare nella casa per la quale hanno lavorato e investito i risparmi di una vita. A novembre c’è stata una interlocuzione che ha aperto uno spiraglio e l’assemblea dei soci sarebbe interessata a fare una controproposta prevedendo una controfferta di 20 mila euro ad appartamento da dare alla banca, verso cui il debito è di 15 mila euro ad appartamento. I soci sono tutti molto anziani, alcuni hanno superato gli 80 anni e sono invalidi. e sarebbero i figli a impegnarsi con mutuo. Si tratta di una questione di giustizia sociale, sul quale il ministro Giorgetti può scrivere la parola fine, che si somma alla giustizia penale che ha già fatto il suo corso con la condanna dell’ex presidente D’Ercole”.

Fa sapere Fabio Rampelli

"La Regione Lazio intervenga presso il Ministero dello Sviluppo Economico, al fine di garantire ai nuclei familiari vittime della truffa operata dal presidente della ex Coop Azzurra di Nettuno, la proprietà della casa che hanno regolarmente pagato con tanti sacrifici. Il mese scorso c'è stato un confronto tra le parti con la proposta dei soci di presentare una controfferta di 20mila euro per immobile, da versare alla banca a fronte del debito di 15mila euro per ciascuna abitazione. Se questa soluzione venisse accettata i figli degli anziani proprietari potrebbero assumersi i costi con un mutuo". Così in un comunicato Fabrizio Ghera, capogruppo di Fdi alla Regione Lazio. "Chiedo al presidente Zingaretti di perorare questa giusta causa per accelerare la conclusione positiva della vicenda e salvaguardare il diritto di proprietà di persone molto anziane, alcuni invalidi che rischiano di restare senza casa. Dopo la condanna dell'ex presidente della Coop che ha reso giustizia alle vittime, tocca ora alla politica e alle istituzioni compiere un atto di giustizia sociale", conclude.


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