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Fenomeno Idol. Intervista a John Kaminari & Luna Amemiya

Alessandro Bottero

Aggiornamento: 17 dic 2024

In occasione di Palermo Comicon (12-15 settembre 2024) abbiamo incontrato John Kaminari (regista, esperto di videogiochi e di cultura giapponese), e la Cosplayer/Gravure Idol Luna Amemiya, uno dei nomi di riferimento di questo mondo, portata in Italia come ospite alla manifestazione siciliana proprio da John Kaminari. Non potevamo lasciarci sfuggire la possibilità di intervistare entrambi, ed ecco il risultato. Pubblichiamo solo oggi l’articolo, per poterlo corredare con l’ultimo lavoro realizzato da Kaminari, un docuvideo sul mondo delle Gravure Idol con Luna Amemiya come protagonista, che potete vedere per intero sulla nostra pagina Youtube (https://youtu.be/ycHI9SbVO94).


Inoltre, per gli appassionati di videogiochi ricordiamo che John Kaminari è l’autore di una webserie di infotainment, Gokuraku Game Club, giunta alla quarta puntata su YouTube.


Ma basta aspettare. Partiamo con la doppia intervista, iniziamo con John Kaminari:


john kaminari

Hai vissuto gran parte della tua vita professionale in Giappone. Cosa puoi dirci di quest’esperienza?

Mi sono trasferito a Tokyo nel 2005 per fare da corrispondente per riviste di videogiochi come PSM (PlayStation Magazine) e Nintendo La Rivista Ufficiale. Allora la casa editrice era l'inglese Future Publishing, pagavano bene e ti permettevano di gustarti il lavoro di reporter. Parallelamente all'attività di reporter ho portato avanti il lavoro di attore per pubblicità, serie TV e film giapponesi. Il mio successo più grande a livello attoriale è stato il ruolo di Richard Brown nel Super Sentai di Toei Samurai Sentai Shinkenger. Subito dopo la messa in onda, i bambini di Tokyo, i principali telespettatori dello show, non mi staccavano gli occhi di dosso. Mi riconoscevano ovunque!


La tua carriera copre campi molto diversi tra loro: idol manager, attore, produttore, videomaker. Qual è il filo rosso che lega tutte queste esperienze?

Nella vita, innanzitutto, soprattutto quando si è giovani, bisogna essere pronti ad accettare con entusiasmo ogni tipo di lavoro, anche il più umile, perché si impara sempre qualcosa e si cresce, sia come individuo che come professionista. Nel mio caso il filo rosso che lega tutte le mie esperienze fatte in Giappone è stato l'amore stesso che nutro per questo paese. Anche se non sembra, i giapponesi sono molto empatici. Parlano poco, ma capiscono tutto dagli sguardi e dai silenzi e, quando vedono una persona genuina e amante del loro paese, la fanno lavorare con loro e la accettano come compagno. Il discorso sulla discriminazione nei confronti dei gaijin è valido soprattutto per quegli stranieri che vogliono imporre la loro cultura e stile di vita in un Paese profondamente diverso dall'Occidente.


Cos’è che rende così affascinante l’Italia per i giapponesi?

È valido sempre il proverbio: "L'erba del vicino è sempre più verde". Come noi italiani rimaniamo affascinati da quelle città così pulite e con servizi e trasporti che funzionano alla perfezione, i giapponesi invece sognano più libertà e tempo da dedicare allo svago. E vedono nel nostro paese un luogo dove si può vivere più serenamente da quel punto vista. Per far sì che tutto funzioni perfettamente a Tokyo, viene richiesta a ogni lavoratore una serietà anche eccessiva. Da noi invece è tutto il contrario, facciamo sempre più quello che vogliamo, fregandocene di tenere pulito ed efficiente l'ambiente che condividiamo con gli altri fuori le nostre abitazioni. In Giappone invece sono le case a essere mediamente poco curate, ma strade, piazze e bagni pubblici sono sempre pulitissimi.


john kaminari

Sei stato idol manager per molti anni. Il mondo delle Idol e dell’idol business in Italia è ancora praticamente sconosciuto. Come lo descriveresti in parole brevi per chi volesse farsene un’idea?

Non avevo programmato francamente di entrare nel business delle idol. Ho fatto da manager, promoter e coproduttore di alcune idol e gravure idol appartenenti a produzioni molto famose in Giappone, come quella di Tsunku, uno dei più grandi compositori musicali e produttori di idol giapponesi. Il fatto è che tendenzialmente i giapponesi non fanno entrare in questo mondo gli occidentali, semplicemente perché la maggior parte degli uomini cercherebbe di potersele a letto alla prima occasioni. Sono kawaii e curatissime e farebbero gola a qualunque uomo. Il segreto è vederlo solamente come un prodotto da utilizzare per far soldi, ed è quello che devono fare i produttori professionisti. Poi, si sa, anche in Giappone ci sono stati scandali, come produttori che hanno rapporti con le idol ma anche idol che fanno di tutto per diventare famose. Insomma, lo showbiz da questo punto vista penso sia uguale in tutto il mondo.


Sei stato attore in Giappone, con un buon successo. È stato difficile farsi accettare come professionista, partendo dal livello di “barbaro occidentale”?

Molti occidentali, che hanno studiato recitazione, sognano di diventare famosi in Giappone come attori. Tuttavia, penso sia tutt'altro che facile. Innanzitutto, bisogna conoscere perfettamente il giapponese, la cultura giapponese e, soprattutto, come sapersi comportare nei confronti dei giapponesi. Un attore, per quanto possa essere bravo e avere talento, se non ha la giusta attitudine, difficilmente riesce a farsi strada e ad avere successo. Nel mio caso, ho iniziato frequentando decine di audizioni, ho iniziato con delle comparse nelle pubblicità e, pian piano, sono riuscito a ottenere piccoli ruoli con dialoghi, fino ad arrivare ad essere coprotagonista di film e telefilm. Il segreto però, per ogni attore, è quello di non montarsi mai la testa. In particolare, in Giappone viene apprezzato molto il modo di porsi umile da parte anche di attori con una certa popolarità. Bisogna piacere a registi e produttori più che a se stessi, e questo è un dettaglio che oggi come oggi sfugge a molti giovani aspiranti attori.


Cosa consiglieresti a chi oggi partisse per il Giappone cercando il successo?

Di fare le cose step by step. Il Giappone è un paese che va ben compreso e bisogna imparare a convivere con i giapponesi senza avere mai la pretesa di imporre le proprie abitudini a loro, è l'errore più grossolano che si possa fare. I giapponesi amano gli stranieri che amano genuinamente i loro paese e quando avvertono questo sentimento, li aiutano nella loro carriera. Il Giappone è un paese per persone serie che sono pronte a lavorare duramente per venire pian piano riconosciute come professionisti e rispettate come tali. Non è il paese dei balocchi, ma un paese sicuramente dove vige molto di più la meritocrazia rispetto all'Italia. Prima di lasciarci vorrei segnalare il link al mio canale YouTube “Gokuraku Game Club”:

e quello del mio TikTok channel, dove posto video sui videogiochi in cui uso la recitazione.

 

Grazie a John (sveliamo che il suo vero nome è Gianluca Minari).


 

Passiamo a Luna Amemiya, giapponese purosangue, che ci apre la porta sul mondo delle Gravure Idol


Luna Amemiya

Grazie per aver accettato di incontrare i lettori di PlusNews. Dicci qualcosa di te.

Mi chiamo Luna Amemiya, sono una gravure idol e cosplayer alta 143 centimetri, ho una coppa K di seno.


Sei una gravure idol famosa e rispettata. Qual è il segreto per durare in un ambiente così competitivo?

Penso sempre a cosa devo offrire ai miei fan per renderli felici, poi cosa so fare solamente io. Inoltre, penso sempre a cosa debba fare per migliorarmi e aggiungere in mese le cose che mancano. Ogni giorno vivo chiedendomi cosa possa fare per crescere.


In Italia le gravure idol sono viste soprattutto come sex symbol, il sogno irraggiungibile di tutti gli otaku. Ma cos’è veramente una gravure idol?

La gravure idol è una bambola "barbie" per adulti diciamo. Ciò che indossa una gravure idol non è solamente un costume da bagno. Il lavoro della gravure idol consiste nell'intrattenere il pubblico assumendo molti aspetti kawaii, indossando per esempio anche divise scolastiche o da lavoro.


Luna Amemiya

Secondo te le gravure idol sono un fenomeno di costume esclusivamente giapponese, o ha dei corrispettivi anche qui in Italia?

Ritengo che anche in Italia ci siano cantanti e modelle molto sexy. Tuttavia, penso che la gravure idol sia molto simile al personaggio di un manga o a una cosplayer.


Accanto a quella di gravure idol porti avanti una carriera come cosplayer di gran successo. Ultimamente sei venuta in Italia, per Palermo Comicon, dal 13 al 16 settembre 2024. Hai notato differenze tra il mondo cosplayer italiano e quello giapponese?

No, penso che non ci siano differenze. In ogni paese il cosplayer è pieno di amore e di rispetto nei confronti dell'opera e del personaggio che sta rappresentando.


La tua terza carriera è quella di wrestler, nella specialità cat-fight. Cosa puoi dirci di questo mondo?

 È dal 2012 che faccio la wrestler! Sono una campionessa del gruppo a cui appartengo. Il gruppo è composto da tutte gravure idol e attrici molto sexy. Si tratta di match molto "hot" e particolarmente sexy. Vengono venduti in edizione DVD ma anche in formato digitale. Per quanto riguarda il mio lavoro come gravure idol, il mio primo DVD risale al 2011, mentre ho iniziato l'attività di cosplayer nel 2008.



Hai mai pensato di diventare cantante?

Mi è capitato già di fare la cantante come solista in più di un evento, faccio parte inoltre del gruppo idol Taimanin. Vorrei continuare a esprimermi anche come cantante!


Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Vorrei poter lavorare di più in giro per il mondo! Lo farò sicuramente!

Domo arigato Amameya-ama! E ora per capire meglio di cosa parlasse la nostra ospite il consiglio è di andare a vedere il docuvideo realizzato in Giappone questo ottobre.


In Italia il mondo delle Idol è ancora in gran parte sconosciuto. Soprattutto il ruolo delle Gravure Idol è praticamente ignoto, se non agli esperti del campo. In questo docuvideo realizzato da John Kaminari, andato in Giappone per riprendere in prima persona il lavoro di Luna Amemiya, scopriamo cosa significhi lavorare come Gravure Idol, e quanto impegno sia necessario per assicurare sempre la giusta e doverosa professionalità.



Qui il video reportage scritto e diretto da John Kaminari.







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