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Franco Oppini: “Col cinema fu un colpo di Caso”

Quattro chiacchiere con un “Gatto” un pò fuggiasco


Il sorriso caldo e coinvolgente, il modo di fare fraterno e disponibile di chi ha sempre vissuto sia al contatto col pubblico quanto con la stampa. Questo è stato il primo contatto con Franco Oppini alla presentazione a Roma, presso la Sala Anica, del cortometraggio di Pierfrancesco Campanella 2020: Odissea nello spazio Covid.

Il famoso “gatto” ha voluto rispondere ad alcune nostre domande.


Franco Oppini

Cominciamo, in un certo senso, dalla fine ossia da questo suo ultimo cortometraggio che ha una tematica forte e attuale. È stata un’esperienza nuova per lei?

Beh, con Pierfrancesco Campanella, in realtà, sono abiutato a cose ben particolari. Abbiamo fatto assieme anche dei corti grand guignoleschi perchè lui è portato a queste esperienze. Mi piace definirlo “un pazzo molto sano” condelle belle idee e un modo di portarle avanti in modo molto deciso. Qui c’era una tematica importante quella del Covid e ho cercato di portarla avanti con una certa leggerezza ed ironia per far passare meglio i messaggi però con attenzione a non andare oltre.


Perchè questa scelta?

Se vai troppo oltre diventa troppo svaccato e quindi rischi di comprometterlo e di renderlo una farsa o buttarlo in caciara come si dice a Bolzano (ride), per cui siam dovuti statre molto attenti. In verità il risultato ancora non lo conosco perchè non l’ho ancora visto, neanche le mie scene pensa; quindi, per me è una sorpresa estrema. So come l’abbiamo fatto, quale era l’argomento per cui sono molto curioso come voi.


I Gatti del Vicolo Miracoli

Invece parlando del suo passato, per quanto concerne la sua esperienza d’attore lei voleva fare il cinema fin da piccolo o è stato un colpo di fulmine?

Veramente è stato unn colpo di caso perchè non ho mai avuto il sacro fuoco nel senso letterario della parola ma mi sono trovato con quattro amici di scuola in questa avventura. Pensa che con Umberto Smaila eravamo anche compagni di banco e, scherzando, gli dicevo sempre che ero l’unico che riusciva a starci essendo bello paffuto. Abbiamo cominciato insieme questa strada e abbiamo visto che piacevamo al pubblico e la nostra formula funzionava e continuammo quasi incoscientemente e incosciamente


Come mai?

Perchè avevamo 28 anni eravamo all’apice del nostro successo. Eravamo ragazzi! Considera che ad un certo punto non potevamo neanche uscire di casa. Fu un’avventura fantastica. Però già prima dei I Gatti ho avuto un interregno in cui facevo teatro a Verona con la compagnia di Enzo Maria Caserta erano gli anni del teatro d’avanguardia, di rottura e alla ricerca di nuove esperienze. Giravamo per piccoli teatri in cui addirittura passarono anche Benigni, Messeri e altri grandi nomi.


E dopo I Gatti cosa successe?.

Ritornai al mio primo amore e alla mia primissima esperienza ossia il teatro e lì capii che quella era la mia strada ed ho ottenuto grandi soddisfazioni e successi a dimostrazione che la prima strada che intraprendiamo spesso è la più adatta a noi.


Però il suo sodalizio “gattesco” non è mai finito visto che è stato diretto in vari film da ciascuno dei suoi amici. Com’è stato passare dall’altra parte con un proprio collega è stata una Forca Caudina o una simpatica rimpatriata?

È stato semplicemente un gioco, un piacere, anche perchè la nostra ultima reunion Odissea nell’ospizio, diretta da Jerry Calà, ha avuto una gestazione stranissima. Questo perchè risale al primo periodo del Covid e quindi si è perso, è naufragato. Va beh dopo 35 anni facciamo un film noi Gatti e non esce nelle sale. Forse lo faranno uscire postumo...

In ogni caso ritornando alla tua domanda Jerry era il nostro regista, ed in questa veste è molto bravo e ha molto polso, ma stava ben attento perchè al momento della cena dopo le riprese lo prendevamo per il culo in un maniera infame! E gli ripetevamo “attento che se domani fai il regista snob che se la tira dopo te lo facciamo noi il mazzo fuori dal set”.

Quindi c’era sempre questo mix di rispetto e divertimento ma in ogni caso vige sempre la regola aurea che un regista è un regista anche se è tuo fratello.


Franco Oppini

Lei ha fatto anche televisione se dovesse fare un parallelismo tra cinema, teatro e tv quale di queste realtà l’ha segnata di più e quale di esse le ha dato di più a livello professionale e umano?

Diciamo che spesso ho fatto quello che mi è capitato e mi è stato offerto e proposto. Tutte queste arti si somigliano in fondo ma tutto dipende dai ruoli. E’ vero che in teatro hai autori come William Shakspeare, Goldoni, Moliere e Plauto, ma anche nomi attuali con ruoli importantissimi. In televisione, invece, c’è meno possibilità possono offrirti una parte in una fiction o in un programma ma è una cosa sostanzialmente diversa anche se io faccio comunque il mio mestiere allo stesso modo. È uguale nel cinema solo che le occasioni e le possibilità sono un pò meno.


C’è qualche esperienza lavorativa che hanno fatto i suoi amici che lei non si sarebbe mai sognato di fare?

Fossi stato in loro non avrei mai lavorato con Franco Oppini... è troppo bravo. Battute a parte voglio raccontarti una cosa su questo cortometraggio... di recente sono stato premiato come miglior attore in un festival cinematografico di Parigi. Quindi in Francia dove quasi non mi conoscono mi premiano in patria invece ancora non mi hanno premiato.


Lei però ha anche un’altra grande passione il calcio!

Sono stato da sempre nella Nazionale Attori e adesso sono un pò claudicante perchè durante un allenamento mi sono affaticato il tendine d’Achille ma questo non mi fermerà. E poi il calcio è di famiglia con mio figlio che è cronista sportivo ed ha ereditato da me l’essere juventino sfegatato, dopotutto, nessuno è perfetto anche se in questo periodo la Vecchia Signore non fa più tanta paura e forse ci volete anche un pò più bene (ride).

Quindi lo sport oltre a seguirlo l’ho anche fatto ed è giusto ricordare come la nostra nazionale degli attori faccia anche parecchia beneficenza che è una delle poche cose che oggi serve veramente a qualcosa.



Lei è stato legato sentimentalmente per anni ad una nota showgirl la quale di recente ha fatto delle dichiarazioni discutibilissime riguardo la violenza di coppia sugli uomini. Che posizione ha su tale tematica?

Alba è sempre stata molto passionale per cui potrebbe anche essere che in una lite possa essere volato qualche schiaffone. Con me non è mai successo un verità anche perchè, fortunamente, non siamo mai arrivati a quel livello di tensione. E in ogni caso una donna pensa di menare un uomo o meglio un maschio può anche prendersi lo schiaffo che non sarai mai come un pugno dato da un suo simile. Quello è menare. Sì una donna può cercare di schiaffeggiarti o graffiarti per prenderti di petto... ed essere preso di petto da una bella donna non è mai male!


Cosa ci dice sul suo futuro?

Adesso sono in promozione col mio libro dal titolo Chiedile chi erano I Gatti del Vicolo dei Miracoli che omaggia la famosissima canzone degli Stadio. Difatti in copertina c’è una nostra foto fatta lo scorso anno casualmente in cui attraversiamo le strisce pedonali stile Beatles. Quindi sarò molto impegnato nella promozione di questo mio volume. Oltre a questo, sono sempre in giro anche con uno spettacolo teatrale molto divertente dal titolo Buoni o Cattivi. In questo spettacolo il pubblico viene coinvolto a votare per i buoni e i cattivi. Amo però fare sempre i monologhi classici e il mio preferito è quello dell’ebreo usuraio deIl Mercante di Venezia che è sempre un bel sentire.

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