top of page
Lara Mignemi

G20 e COP26

Aggiornamento: 17 nov 2021

Ci sono stati due eventi importantissimi, uno ancora in corso, negli ultimi giorni: Il G20 e la COP26.


Il primo si è tenuto a Roma, più precisamente nel mio amatissimo quartiere EUR (il Washinton Post, paladino della cancel culture, sostiene che è un’esaltazione fascista e andrebbe, appunto, cancellato), tenendo in ostaggio per alcuni giorni, le 20 economie più importanti della terra che si incontrano e discutono del futuro. Il secondo in Scozia, precisamente a Glasgow, è la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e vi partecipano quasi tutti paesi della terra. Ovviamente la COP26 è più orientata all’ambiente del G20, ma i temi del cambiamento climatico, oltre all’onnipresente COVID-19 , sono stati l’argomento principale anche della conferenza romana, questo perché è evidente che ambiente economia non possono più essere argomenti disgiunti, si parla infatti sempre più spesso di “economia verde” di solito si usa il termine inglese “green economy” che fa più figo!

Questi due eventi sono lo spunto per un ragionamento sull’ambiente e sulla politica internazionale, più ampio e, come sempre, proverò a dire la mia.

Dunque sabato 30 ottobre il nostro primo Ministro, super Mario Draghi (si capisce che non mi è simpatico??) ha accolto i grandi della terra al centro congressuale “la Nuvola” di Massimiliano Fuxas, notissima archistar soppiantata negli ultimi due anni dalle Virostar, permettetemi la digressione, ma non posso tacere sull’opera architettonica in questione, sull’ossimoro di un centro per congressi con un nome così leggiadro, che avrebbe dovuto essere completamente sospeso ed “aleggiare” delicatamente, e invece è venuto fuori un monolite che solo a vederlo trasmette pesantezza. Assenti ingiustificati Russia e Cina, presente invece Biden, il nonnetto si presentato con un corteo di 80 auto alla faccia del risparmio energetico, anche se diciamoci la verità queste sono più note di colore che altro, visto che il clima mondiale, non cambia per colpa delle auto del presidente degli stati uniti; per due giorni i nostri Big hanno appunto lavorato su temi economici e sanitari, con qualche piccola pausa dedicata al cerimoniale (pranzo al quirinale, visita a fontana di Trevi con lanci della monetina, foto di rito).


I temi nell’ordine dei lavori: Salute; sviluppo sostenibile; Sostegno ai paesi vulnerabili; Architettura finanziaria internazionale, sicurezza alimentare, nutrizione, agricoltura e sistemi alimentari; Ambiente; Città ed Economia Circolare; Energia e Clima; Politiche per la transizione e finanza sostenibile; Fiscalità internazionale; Parità di genere ed emancipazione femminile; Occupazione e protezione sociale; Formazione scolastica; Migrazioni e spostamenti forzati; Trasporti e viaggi; Regolamento finanziario; Commercio e Investimenti; investimenti in infrastrutture; Produttività; Economia digitale, istruzione superiore e ricerca; inclusione finanziaria. Questi almeno i dati che ho trovato dal documento conclusivo, pubblicato sul sito del governo italiano in lingua inglese, siccome il mio inglese è un po’ arrugginito (sul sito del governo italiano una traduzione potevano mettercela??) di seguito il link se volete leggerla tutta https://www.governo.it/sites/governo.it/files/G20ROMELEADERSDECLARATION_0.pdf io riporto di seguito solo il primo paragrafo che mi pare già esplicativo:

“Noi, i leader del G20, ci siamo incontrati a Roma il 30 e 31 ottobre per affrontare il più di oggi pressanti sfide globali e per convergere su sforzi comuni per riprendersi meglio dalla crisi del COVID 19 e consentire una crescita sostenibile e inclusiva nei nostri Paesi e nel mondo. Come il forum principale per la cooperazione economica internazionale, ci impegniamo a superare la globale crisi sanitaria ed economica derivante dalla pandemia, che ha colpito miliardi di vite ed ha notevolmente ostacolato i progressi verso il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Con questo in mente, esprimiamo la nostra profonda gratitudine agli operatori sanitari e assistenziali, ai lavoratori in prima linea, alle organizzazioni internazionali e comunità scientifica per i loro incessanti sforzi per far fronte al COVID-19.” Tanta roba eh??


Specifico che in linea di principio i 20 Paesi più potenti del mondo, che si riuniscono per “il bene dell’umanità” mi sembrano una cosa buona, ma confesso altresì che per natura mi sento più affine ai manifestanti che a vario titolo hanno manifestato durante la convention, che nei salotti buoni; il punto è che questa cosa sa tanto di oligarchia, in un mondo nel quale le libertà sono “compresse”, per dirla come il prefetto di Trieste, vedere i nostri leader che si riuniscono per decidere le sorti del mondo, infischiandosene di ascoltare “il popolo” non mi fanno una bella impressione; forti della loro competenza tirano diritto (cit. Mario Draghi) sordi alle istanze altrui e poco importa se a dire noi tireremo diritti fu un certo Benito Mussolini, loro lo possono fare. Ma davvero la competenza giustifica ogni cosa? Ma davvero visto che Mario Draghi è competente può fare tutto quello che vuole? Siamo così sicuri che gli sguardi adoranti della Merkel o di Macron, siano davvero un buon segno? Insomma in che squadra gioca Mario Draghi? Nomen omen dicevano i latini e il suo non è certo rassicurante, se poi volessimo dar conto alla fisiognomica, non ha certo l’aspetto rassicurante di un nonno buono, ma ovviamente non mi voglio fermare ad argomentazioni così superficiali, il nostro premier, che nessuno ha eletto, non si preoccupa di accontentare o meno il proprio elettorato, decide, quasi sempre da solo, i ministri sono solo dei soldati che eseguono gli ordini e, a fronte di questo comportamento riceve solo applausi, dalla politica, dalla finanza, dalla stampa unificata, perché “è taaaanto competente signora mia!” “un profilo altissimo”; ve lo dice una che la competenza e la qualità le ha sempre invocate, una che non ha mai creduto che uno vale uno, soprattutto in politica, ma non la sentite anche voi una preoccupante assenza di dissenso? Possibile che non ci fosse una persona competente e che facesse gli interessi dell’Italia? Comincio a provare simpatia per la Russia e per la Cina (vabbè per la Cina molto meno) che non hanno voluto fare parte di questa allegra corte, roba che se me lo avessero detto negli anni 80 che un giorno sarei stata dalla parte della Russia e non dell’America non ci avrei creduto!


Il punto comunque rimane, questo G20 ha funzionato? Ha prodotto dei risultati? Malgrado superMario sbandieri un gran successo, direi di no, l’accordo per contenere il riscaldamento globale a 1,5°C e zero emissioni ha visto spostare la data limite dal 2050 (limite già troppo lasco) ad un generico “metà secolo” poi al 2060 su indicazione di Russia e Arabia Saudita, fino ad un sorprendete 2070 proposto dall’India che non vuole arrestare la sua corsa verso il successo; Il presidente cinese Xi Jinping, nel suo intervento in remoto, ha precisato che i Paesi a economia avanzata devono dare l’esempio sul fronte della riduzione delle emissioni e “accogliere pienamente le difficoltà e le preoccupazioni dei Paesi in via di sviluppo, attuare i loro impegni sui finanziamenti per il clima e fornire la tecnologia, le capacità e altro sostegno”. Insomma paga sempre Pantalone… l’Europa, che deve ridurre anche per gli altri, Sarò banale, ma forse una soluzione un po’ più “sovranista” come quella di imporre dazi a paesi che non producono nel rispetto dell’ambiente, potrebbe dare una mano!

E qui veniamo al secondo avvenimento la COP26, dove seppur in maniera più orientata all’ambiente e più allargata, i temi sono gli stessi. Il Clima è apocalittico le dichiarazioni dei leader sono quasi tutte uguali “non abbiamo più tempo, ci stiamo estinguendo” sono un’ambientalista della prima ora e non sto certo negando il riscaldamento globale, anche se sono convinta che almeno in parte dipenda da cambiamenti naturali e ciclici, ma questo continuo generare terrore non solo non lo condivido, lo ritengo controproducente, si fa leva sull’innato senso di colpa dell’uomo occidentale, spaventato e manovrato.

A Glasgow riappare Greta Thumberg, l’adolescente svedese è cresciuta e quindi è anche più sboccata, il suo consulente di immagine deve averle detto che così funziona meglio, inveisce contro tutti “ridatemi il mio futuro!!!” e i nostri leader, quelli tanto competenti di cui sopra, tollerano male il dissenso di qualche povero portuale, ma sono ben felici di farsi insultare da lei, anzi ne vanno fieri, più lei li insulta più loro la invitano, la premiano, le stringono la mano; Io continuo a pensare che ci sia qualcosa di strano quando insultati e insultanti vanno a braccetto, per carità non insulta proprio tutti, la Cina per esempio la ignora… già e come mai?

Non voglio fare l’alternativa a tutti i costi, ma Greta è l’emblema versione 2.0, di quell’ambientalismo “tetro” che non dà scampo; quella scuola di pensiero che sta prendendo piede per cui “salva il pianeta non fare figli” un ambientalismo che odia l’essere umano, quelli per i quali invece che mettere l’uomo al centro e recuperare una cultura “rurale”, la soluzione è solo digitalizzare, intendiamoci la digitalizzazione è una cosa buona, lo smartworking, riduce l’inquinamento, ma bisogna trovare un equilibrio perché non si traduca in alienazione, un ambientalismo che va a braccetto con la finanza e non con la politica; motivo per il quale a pagare la transizione ecologica saranno come sempre le classi più fragili che non si possono permettere auto elettriche e caldaie a basso impatto energetico, gli equilibri fra finanza e ambiente andrebbero sovvertiti.


Concludo citando l’economista gesuita Gaël giraud:

“non ci sarà mai un autentico green new deal europeo, fintanto che non rivedremo radicalmente i meccanismi di funzionamento dell’unione Europea e non metteremo la finanza al servizio della transizione ecologica”


Stay tuned

30 visualizzazioni

Post correlati

Comments


bottom of page