Il dialetto napoletano per parlare ai giovani del loro mondo.
L’album è balzato in testa alla speciale classifica Spotify di quelli più ascoltati nella loro settimana d'esordio.
Geolier al secolo Emanuele Palumbo, è un rapper italiano classe 2000; sebbene la giovane età, il cantante originario di Napoli può già vantare la pubblicazione di due album in studio, svariati singoli e diverse collaborazioni.
Nel corso della sua breve ma già consolidata carriera è riuscito ad emergere e a spiccare tra i molteplici nomi del panorama musicale italiano, tanto da rendendolo ad oggi uno degli artisti più ascoltati del nostro paese.
Partito subito in quarta con le pubblicazioni dei singoli P Secondigliano (con Nicola Siciliano) e Mercedes, la consacrazione vera e propria arriva grazie al suo album d’esordio: Emanuele, pubblicato dalle etichette BFM e Universal Music Group nell’ottobre 2019 e certificato due volte disco di platino.
Grazie al successo di questo suo primo progetto, Geolier continua la sua fase ascendente, pubblicando ulteriori singoli e hit, tra i quali possiamo menzionare: Nena, Capo, M’Manc, Fantasmi e Nessuno.
Nel periodo intercorrente tra il primo e il secondo album, instaura diverse e importanti collaborazioni artistiche, tra cui spiccano i nomi di Guè, Sfera Ebbasta, Lazza, Marracash, Paky e Shiva, molte delle quali saranno presenti nel suo secondo album: il coraggio dei bambini, uscito il 6 gennaio 2023 e prodotto da Sony Music.
Annunciato un mese prima della sua pubblicazione tramite i canali social dell’artista, il disco è stato preceduto dal rilascio di due singoli estratti, Chiagne (feat. Lazza e Takagi & ketra) e Money, che hanno generato ulteriore hype e curiosità.
Il disco presenta 18 tracce e 8 featuring; per quanto riguarda le produzioni musicali non poteva mancare l’apporto del suo fedelissimo braccio destro: Dat Boi Dee, artefice e compositore di quasi tutte le tracce.
La gioventù è il punto di partenza del disco e il punto di arrivo.
Attraverso una scrittura schietta e diretta, Geolier fotografa la realtà cittadina, offrendo storie di vita reale (personali o tramandate), in modo critico e istruttivo.
Ciò che emerge dai suoi story telling sono esperienze di vita, attimi, suggestioni, parole, incontri, delusioni, amori, sbagli.
Sono vite vissute nelle strade, nei quartieri e nelle case, storie di persone; persone reali.
Uomini in carne ed ossa che quotidianamente si scontrano con le difficoltà e le superano, altre volte cedono, insistono e perseverano.
Le fondamenta dei suoi discorsi sono radicate in uno scenario urbano che esiste, e che non può esser messo da parte, lo stesso scenario che nelle canzoni di altri artisti viene romanzato e glorificato.
Geolier rielabora concetti propri dell’hip-hop, mettendo al centro della discussione ciò che per lui veramente conta, i bambini, il futuro.
Parla a loro, ci comunica in linea diretta, è un disco su di loro, è un disco per loro.
Mantenendo aderenza ad un linguaggio vivo e vicino ai ragazzi, la sua musica diviene un potente vettore in grado di arrivare senza censura, senza controllo, facendo vibrare i corpi di chi quelle realtà le conosce e anche di chi quelle realtà le deve scoprire.
I racconti di Geolier sono veri, sempre, non possono non esserlo, non troverebbero spazio.
La credibilità è l'unica cosa che non si può tradire.
Lo deve non solo a sé stesso ma ad un'intera città.
Geolier incarna Napoli perché i due elementi sono inscindibili, inseparabili, perché quello che bisogna portare alla luce è soltanto una cosa, la verità.
I compromessi proposti dal mercato contano zero, non ci si svende, non si rinnegano le origini, non si fanno hit estive e cosa più importante non si abbandona la lingua napoletana.
“'A major me ricette: "Tu hê a luà 'o dialetto 'a mieze
Comme faccio? A chesta gente chi ce 'o spiega” (GIVE YOU MY LOVE)
L’audacia di utilizzare soltanto il dialetto napoletano non è dunque una mera scelta stilistica ed estetica, ma una chiara presa di posizione nei confronti dell’industria musicale e di un pubblico che pretende sempre qualcosa di diverso.
Ciò che ascoltiamo è un album che deve ispirare, istruire, andare oltre gli schemi precostituiti dalla società, attraverso il linguaggio, le parole, la musica.
L’aspetto stupefacente è la precoce maturità dimostrata da questo artista, che a dispetto delle aspettative, non tradisce il suo percorso puntando invece su quello che lo ha portato sin qua.
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