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Hayao Miyazaki: “le immagini generate dall’IA sono un insulto alla vita”

Il 27 dicembre scorso su YouTube è apparso un video dove Nobuo Kawakami, presidente di Dwango, società giapponese che opera nel campo delle telecomunicazioni e dei media, mostra al maestro Miyazaki le prodezze artistiche di cui l’intelligenza artificiale è ormai capace. Entusiasta, come molti di quelli che scrivono e parlano in rete, per l’arte algoritmicamente generata, Kawakami arriva a dire che secondo lui le intelligenze artificiali daranno vita ad idee e immagini inconcepibili per la limitata immaginazione umana.

Prima di passare alla reazione di Miyazaki diciamo subito che se andate su YouTube e cercate questo video non lo troverete. Al suo posto appare un disclaimer che recita così: “This video contains content from Dynit, who has blocked it in your country on copyrights grounds” (Questo video contiene contenuti della Dynit, che l’ha bloccato nel tuo paese sulla base di questioni di copyright”). Ora, sicuramente dal punto di vista legale la Dynit avrà tutti i diritti di farlo, ma eticamente è sbagliato. Il video non andava contro nessun diritto commerciale della Dynit, ma era un video in cui una persona autorevole esprimeva un’idea CONTRO l’uso delle IA nella generazione dell’arte. Qui più che protezione del copyright forse è il caso di parlare id censura, visto che stranamente si è rimosso un contenuto che va contro la posizione dominante a favore dell’uso delle IA nel disegno perché “il progresso non si può fermare”. Se difendere il copyright di un’azienda porta alla censura delle informazioni, forse la difesa del copyright va ripensata a fondo. Ma questa è una riflessione per un antro momento.

Fortunatamente sul sito https://www.rivistastudio.com/hayao-miyazaki-intelligenza-artificiale/ si trova il video, perché nell’articolo è presente il video su twitter, e si possono sentire le parole di Miyazaki con la traduzione in inglese nei sottotitoli. La sintesi è: “Non posso che provare disgusto davanti a tutto questo […] Ritengo questa roba un vero e proprio insulto alla vita”, spiega. A questo punto Kawakami cerca di giustificarsi, di spiegarsi. La giustificazione finale è che l’obiettivo è “Costruire una macchina capace di disegnare come gli esseri umani”. La chiusura del video è Miyazaki in primo piano che dice quasi sconsolato: “Sento che ci stiamo avvicinando alla fine dei tempi”.

Questo è il parere di Hayao Miyazaki, fino a ieri considerato genio indiscusso e poeta, oggi forse assimilato a chi combatte la scienza e il “progresso”.


Abbiamo chiesto ad alcuni professionisti del settore un commento su questa opinione di Miyazaki, perché il dibattito sull’IA “artiste” e se siano in pericolo o una occasione per i disegnatori/illustratori è esploso nell’estate del 2022 con l’arrivo di MidJourney, e mano a mano che i software migliorano a ritmo esponenziale (sono IA autoapprendenti, ossia ogni nuova versione “impara” da quella precedente) l’argomento diventa sempre più serio, visto che esistono già case editrici che hanno deciso di far realizzare le copertine dei libri da una IA e non da un essere umano.


Ecco le loro risposte:


Raffaele Simonelli (Sceneggiatore e scrittore)

“Le I.A. non producono arte ma contenuti visivi (utilizzabili al massimo nell'ambito della comunicazione). La polemica, in tal senso, è inutile e, nel caso sia mossa da qualcuno che provenga dal sistema giapponese che MASSACRA autori e assistenti, ipocrita. Facile parlare quando si hanno tanti mezzi. L'assenza di pathos nel processo di realizzazione del prodotto, che non si può definire Opera, non genera alcun legame, per l’appunto emPatia, né col pubblico né tantomeno con l'autore che può "generarne" all'infinito. Quindi, ritornando al punto, è necessario più preoccuparsi di regolamentare l'utilizzo delle fonti originali nell' A.I. che discutere sulla "giustezza" della stessa...che continuerà a crescere comunque.”


Gianmarco Fumasoli (Sceneggiatore, editore Bugs Comics – Samuel Stern, Kalya, Mostri, Alien, Gangster)

“Non credo che, ad oggi, l'intelligenza artificiale possa eguagliare l'ingegno umano. Se parliamo di intelligenza, credo che una macchina, già oggi, possa essere anche più intelligente dei propri creatori. Dopotutto sono create per questo, in ogni ambito, dai calcoli per lanciare i razzi nello spazio alla "guida intelligente". Ma se entriamo in campo artistico si aprono porte su ingegno, coscienza, sofferenza, creatività, intuizione e immaginazione, che nessuna IA potrà eguagliare. Oggi è tutto nuovo per cui sembra che sia creativo al di là di ogni aspettativa ma il punto è che l'unica forza trainante, la vera forza trainante è la novità. Tra 10 anni sarebbe tutto uguale a sé stesso. È ancora impossibile replicare un cervello umano e l'arte che da esso deriva”.


Fabrizio Malerba (Disegnatore, Docente presso la scuola del fumetto Grafite di Lecce

“Mulino bianco si prepara a lanciare uno spot realizzato con l'ausilio dell'IA. Tanti bravi artisti vengono sostituiti dalla macchina che opera in modo "efficace", senza costi per il produttore e problemi legati ai limiti umani come, ad esempio, i tempi di consegna. Miyazaki parla di arte, un concetto che di fatto non per forza è collegato al mercato, tuttavia l'animazione, l'illustrazione, il fumetto, pur essendo a tutti gli effetti espressione artistica, vivono grazie ai profitti economici. Naturalmente non si può che essere d'accordo con il pensiero di un maestro del calibro di Miyazaki, ma il profitto ha le sue leggi, mi domando se sia possibile fermare un fenomeno che ormai sta diventando sempre più diffuso a discapito di tanti bravi professionisti. É di certo etico non permettere che l'IA sostituisca il genio di un bravo artista ma la storia ci insegna che etica e progresso sono concetti che spesso, purtroppo, non convergono”.


Davide Aicardi (Sceneggiatore Panini Comics)

“Io credo che la IA non sostituirà mai il disegnatore. Ritengo che la discussione sia sacrosanta se indirizzata sul discorso della proprietà intellettuale e dell’utilizzo senza permesso delle immagini degli autori. Provocatoriamente ho paragonato le IA ai synth. Quando uscirono molti tacciavano chi li usava di non suonare. Sappiamo che non è così. Se un giorno i disegnatori usassero le IA come Hancock, Waters o Rodes i synth?”.


Andrea Manfredini (Sceneggiatore & Disegnatore – Cagliostro ePRess, Lo scarabocchiatore)

“Fermare la tecnologia è impossibile; regolamentarne l’uso è un dovere, mai come in questo caso. Non sono completamente d’accordo con quanto comprendo del pensiero di Miyazaki in questo articolo, nel senso che se combattessimo la tecnologia senza se e senza ma, allora dovremmo tornare a dipingere sulle pareti delle caverne. Quello che sta succedendo oggi invece con le IA, che ha fatto insorgere la comunità artistica, è il fatto che questi programmi vengano “addestrati” con quantità smisurate di opere prodotte da altri, che vengono poi smontate e rimontate mescolandole tra loro in altrettante quantità di combinazioni allo scopo di produrre l’immagine richiesta dall’utente per mezzo del “prompt”. Il risultato, come si può evincere, è la riproduzione di tanti piccoli pezzi di opere esistenti senza alcun riconoscimento economico agli autori originali. Pertanto, auspico che si intraprenda davvero un percorso di regolamentazione e riconoscimento del diritto d’autore estendendolo a questa nuova forma di riproduzione di opere artistiche tale da tutelare ogni singolo componente della nostra comunità”.


Andrea Cascioli (disegnatore Nathan Never, SBE)

"Ho letto l’articolo. Il mio commento a quell’episodio è che ogni persona ha diritto ad esternare la propria opinione, quindi anche il grande maestro. Per questo motivo ritengo che abbia ragione, o quantomeno che abbia le sue ragioni. Se invece vuoi un commento rispetto all’intelligenza artificiale, io credo che sia un processo in arrestabile così come lo è stata l’automobile rispetto alla carrozza trainata dai cavalli, che da un punto di vista ci ha resi più meccanizzati ma da un altro punto di vista ha reso possibili viaggi impensabili con la carrozza. Avremo con l’intelligenza artificiale nuove frontiere da esplorare ma perderemo anche alcune genuinità artistiche che sono preziosissime. Tuttavia, ormai da un secolo l’Arte non si basa più sulla tecnica ma ha cominciato ad avere un’identità legata al messaggio e al significato. Stiamo semplicemente procedendo su quella strada".


Andrea Voglino (Giornalista, sceneggiatore Tunué e Martin Mystere ) “Argomento spinoso, soprattutto per chi, come me, fatica ad accettare il tramonto delle tavole originali per come le abbiamo vissute e apprezzate finora. Mettiamola così: in linea di massima sarei possibilista, perché non vedo il ricorso alla I.A. come un male in sé, ma come uno strumento che se usato con onestà può offrire nuove possibilità ad autori che ormai sono costretti a lavorare con modalità e tempistiche sempre più risicate. Il punto, in fondo, sta proprio in questo, nell’onestà di autori ed editori rispetto all’uso di queste nuove tecnologie. Viste le prime avvisaglie, non mi pare ci sia da stare troppo allegri…”


Loris Cantarelli (Direttore della rivista Fumo di China)

“Quando l'ho letta ho sorriso per l'affetto che porto da sempre a Miya-san e, anche se comprendo bene il suo punto di vista, credo ci si debba serenamente rapportare senza gli opposti estremismi di chi idolatra e chi demonizza le AI: sono strumenti e come tali vanno considerati.


Gianni Sedioli (Disegnatore Zagor - SBE)

“La polemica sulle AI ha onestamente stancato, ogni giorno in Italia chiudono 3 edicole (850 nel 2021) e se il trend non dovesse cambiare in 6 anni non ne sarà rimasta nemmeno una e per i disegnatori il problema sono le AI? La maggior parte dei milioni di utenti di queste applicazioni semplicemente ci gioca sul telefonino per via dell’effetto ludico e qualcuno sta pensando come monetizzare la cosa visto l'esoso abbonamento di Midjourney... ma se mai si riesca, un giorno, a fare fumetti con le AI - non con queste applicazioni perché con queste attuali non si riescono tecnicamente a fare, ma con altre più avanzate- dove li vendiamo sti fumetti, al mercatino delle pulci sotto casa?”



Come vedete lo spettro delle opinioni è ampio, passando da un’adesione alle tesi di Miyazaki fino a posizioni molto più sfumate e tutto sommato “comprensive” nei riguardi delle IA disegnatrici.

Una cosa però sembra emergere: la necessità di regolamentare questa novità, per non ritrovarsi a lavorare in una sorta di limbo senza più tutele legali. L’ultimo commento poi pone un problema più ampio: inutile stare a discutere su IA o non IA. Se svaniscono i luoghi dove si vendono fumetti, tutto questo è pura accademia. Se le edicole svaniranno gli editori che hanno realizzato fumetti con le IA non avranno posti dove venderli, come quelli che invece hanno usato disegnatori umani. Che sia tutta una “distrazione di massa” per non cogliere il vero pericolo?


Ma anche ringraziando Sedioli per la consueta lucidità ci sentiamo di dire che l’arrivo delle IA nel percorso produttivo non è un problema di poco conto.

Immaginate questo. Siete un avvocato, e improvvisamente scoprite che hanno sviluppato un software autoapprendente che compulsa decine di migliaia di atti giudiziari, ne ricava la struttura base di scrittura secondo la forma corretta, categorizza i vari atti a seconda dei reati e delle cause, e poi attingendo al vocabolario giuridico base è in grado di compilare atti formali perfetti, a cui bisogna solo aggiunger ei particolari dei singoli casi contingenti (nomi, date, luoghi). E questo è solo la prima versione. Le successive saranno anche migliori, più raffinate, più articolate, e in grado di combinare gli elementi base del lessico e della dottrina giuridica così da compilare atti inattaccabili sotto il profilo formale. A questo punto a cosa vi serve un praticante o un assistente da pagare?


Altro esempio. Se le combinazioni delle dodici note di una scala musicale (7 toni e 5 semitoni) sono un numero immenso, ma finito, e se pur aggiungendo le varianti del ritmo, dell’intensità sonora, e altri elementi che compongono la musica si arriva a un insieme finito, è possibile immaginare una IA autoapprendente in grado di generare musica senza intervento umano, semplicemente manipolando il database di pezzi caricati, modificandoli in modo randomico o secondo gli algoritmi di autoapprendimento. A questo punto io casa di produzione televisiva e cinematografica, perché dovrei pagare un compositore di colonne sonore? Mi basterebbe una IA musicista di ultima generazione.


Il dibattito è aperto...

 


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