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IERI ROMA, DOMANI IL LAZIO? IL CENTRO DESTRA E IL RISCHIO DI UN'ALTRA SCONFITTA ELETTORALE

Una sconfitta può gettare il seme per una futura vittoria, ma anche creare le premesse per una sconfitta ulteriore. Soprattutto quando chi l’ha subita rinuncia a riflettere sulle modalità operative degli avversari. O, peggio, quando guarda alla propria sconfitta senza uscirne ammaestrato.

Nello sfruttare l’inchiesta farlocca di Fanpage e l’assalto alla sede della CGIL, fino all’atteggiamento assunto dopo la caduta ricercata del ddl Zan, Enrico Letta appare impegnato esclusivamente ad allargare il campo del centrosinistra coagulandolo attorno allo più classico degli slogan: noi contro loro.

Al contrario di Renzi che venne sconfitto dalla sinistra sul terreno delle riforme, Letta ha lasciato l’ingrato compito al governo Draghi ed ha rinsaldato il variegato centrosinistra limitandosi a richiamare alle armi i suoi vetero elettori, ricorrendo al consueto schema ideologico che trasforma l’avversario politico in un nemico.


L’IDEA DI ZINGARETTI NEL COLLEGIO ROMA CENTRO

Così il centrosinistra è riuscito a vincere facilmente le elezioni amministrative e seguendo lo stesso schema proverà a vincere le elezioni che si annunciano. L’idea di candidare Zingaretti nel collegio parlamentare di Roma Centro, lasciato vacante dal neosindaco Gualtieri, è una possibile evoluzione di questa strategia.

Reso arrogante dal recente successo amministrativo, è molto probabile che il centrosinistra a trazione lettiana cercherà di cogliere il momento di debolezza e confusione che avverte nella coalizione avversa, per recuperare parte del consenso smarrito sancito dai sondaggi elettorali.


IL RISCHIO DI VOTARE IN ANTICIPO PER LA REGIONE LAZIO

L’ipotizzata staffetta porterebbe alla caduta della giunta regionale e al rinnovo della Regione Lazio, la cui scadenza elettorale naturale sarebbe invece nel 2023. Ilcentrodestra farebbe bene a non sottovalutare questo scenario e, in questa eventualità, evitare la semplicistica valutazione che il Lazio non è Roma.

Oltre a governare già la Regione Lazio, il centrosinistra ora amministra il comune di Roma e la seconda città del Lazio, ovvero Latina. In buona sostanza, un congruo bacino di consensi basati sull’esercizio diretto del potere attraverso clientele e rapporti organici con il mondo produttivo.

IL PERICOLO ELEZIONI E LA COAZIONE A RIPETERE

Dalle parti del centrodestra in pochi sembrano accorgersidel pericolo che si potrebbe concretizzare, anzi, rispetto ad esso sembrano riprodursi gli stessi errori che hanno già portato alla sconfitta di Roma. A cominciare dal nontracciare l’identikit di un possibile candidato ed elaborare un programma.

Che si voti a breve o alla scadenza naturale, come ha già dimostrato il recente voto romano, servirà un candidato di estrazione politica, capace di parlare ai tanti delusi che non si lasciano convincere dagli slogan e cercano progetti e soluzioni ai problemi. E un candidato non divisivo, poiché il voto di appartenenza non è garanzia di vittoria.


LA LEADERSHIP POLITICA E’ FIGLIA DELLE VITTORIE

Un'altra difficoltà sarà quella di impostare la campagna elettorale. Pur considerando che le forze politiche di centrodestra nel Lazio governano quattro province su cinque, esclusa Roma, si deve valutare il fatto che esse sono divise rispetto al governo Draghi e questo può rappresentare un problema.

Infine, facendo tesoro della recente esperienza elettorale,sarebbe bene che i partiti del centrodestra rinunciassero alla competizione per la leadership politica interna, rifiutando la logica di mettere la propria bandiera sul candidato ed evitando che uno lo imponga agli altri in una prova di forza, ma scegliendolo insieme.

A sinistra sono tentati di cavalcare l’onda generata dalla vittoria di Gualtieri a Roma e ipotecare così le elezioni politiche che verranno. Lo scenario per ora è ipotetico,ma qualora si concretizzasse, il centrodestra dovrà evitare gli errori commessi tenendo a mente il pensiero di Sun Tzu: “un esercito confuso conduce all’altrui vittoria”.

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