top of page

Il Grillo straparlante, fenomenologia del guastatore d’apparato

Quarantuno anni fa, Bebbe Grillo traghettava al comando del suo Fantastico, oggettivamente strafighissimo, l’Italia fuori dagli anni di piombo. Accadimenti estremamente luttuosi e nefasti come la strage di Bologna, Ustica e l’omicidio di Paolo Di Nella, tutt’oggi da chiarire, non erano ancora entrati nelle pagine più dolenti della nostra storia recente, tuttavia il suo programma fu un’iniezione di vitalità. L’ultima puntata, a rivederla oggi fa riflettere. Ad un certo punto dice che "Fantastico è un grande successo, come la nascente Rai Tre. Per i sei che l’avevano guardata. Tre sono medium, solo per questo sono riusciti a prenderla...". Erano altri tempi ma l’attenzione del profeta della rete verso i media era già alta. E insomma, il Grillo, un modo per essere parlante, l’ha sempre trovato. In un modo o nell’altro.

Ma dov’è la sua forza? Scartando tutte le ipotesi impossibili, ciò che rimane, per quanto improbabile, è la verità. Non nella folta chioma leonina ed innevata ma nella disinvoltura. Un talento nato per il trasformismo. Un’abilità unica nell’affermare tutto e il suo contrario con la stessa leggerezza con cui si beve un bicchiere d’acqua. Tanto vistosamente superiore da derubricare a mera oratoria da aperitivo il leggendario "ma anche" di Veltroni, con cui metteva d’accordo vegani e carnivori, slow food e globalizzazione, cattolici e comunisti, Juve e Roma. No, a tutto c’è un limite. Ma tentò di farlo. Troppo severo? Allora mettiamola così: la forza di Beppe Grillo risiede nella capacità di evolversi. O di flettersi. O, meglio ancora, di rivedere le sue idee. E vediamone un po’ di esempi di questo inusitato talento.


Nel 2007 era in guerra contro i pc. Ci riempì i palazzetti dello sport coi suoi monologhi. Poi la folgorazione. Non sulla via di Damasco ma sulle autostrade digitali. La sua fortuna sarebbe viaggiata a velocità di fibra ottica. Quindi, contrordine (compagni, camerati, cittadini! Fate un po’ voi), i pc vanno bene (poi sarebbero riandati bene, anche le caricature del PC, ma questo sarebbe successo anni dopo)!!! Con buona pace per quelli che se la sono bevuta e al computer hanno fatto fare un volo plastico dal quinto piano. Con le strade, l’eminenza grigia (per via dei capelli, sempre loro) dei pentastellati ha sempre avuto a che fare, a partire da quel tragico evento di quarant’anni fa. E di cui v’è ancora un'ingombrante memoria. Il rottame della sua jeep non è mai stato rimosso. Giace nel punto dello schianto, incastonato tra le rocce. Macabra attrazione turistica. Grillo non s’è mai preoccupato di farlo rimuovere, il che oltre ad essere in completa violazione della legge, per uno che sbandiera la politica verde è surreale.

Ve li ricordate gli spot con gli yogurt e il tappetino a pratino? Reclame provocatrice, geniale ma fallimentare. Fu ritirata. Non invogliava all’acquisto. Con quel tappetino- pratino da pausa pranzo in una società da distopia urbana, rendeva il prodotto indigeribile. Mi pare che percepì un miliardo di lirette. Niente male, no? E niente di male. Il lavoro va capitalizzato e in pochi lo sanno fare bene come lui. Strapagato dalla Rai per pontificare contro il sistema, strapagato da un’azienda di latticini per darsi un tono ambientalista. Strapagato negli anni in cui il medium erano gli spettacoli dal vivo, per dire alla gente come doveva campare. Insomma, un genio della sovversione istituzionalizzata. Un tempo, quando ero giovane credevo che se urli e inveisci da un palco o da uno schermo televisivo, significa che la tua denuncia è innocua. Antagonismo e superficie non possono andare d’accordo. Critica feroce e canone o pubblicità, se si toccano vuol dire che è fasulla. Poi arrivarono i Benigni, i Grillo e poi gli Zoro (che è il più gradevole) e una convinzione s’è fatta largo: se lo fanno è perché sono dei gran volponi. Teorici e promotori di un antisistema istituzionalizzato e retribuito. Un ossimoro efficace e premiante.

E insomma, Grillo è disinvolto. Un po’ perché è nella sua natura, un bel po’ perché gli conviene. Parecchio, perché tanto tra i "cittadini" non s’incazza mai nessuno. O quasi, come vedremo. Ma si chiamano ancora, cittadini, tra di loro? Forse nelle segrete stanze della società di Casaleggio si rimugina nel segno del nuovo corso, su un’etichetta più globale. “Cittadini del mondo”. O anche “della sfera”! Molto aulico, Ma schierato. Così si perde il consenso dei terrapiattisti. Aggiungendo a “sfera”, il colore celeste, si potrebbe strizzare l’occhio ai cattolici, che seppure inebetiti da anni di anestetici ateo-diretti, sono parecchi di più dei terrapiattisti. Allora la quadra potrebbe essere “cittadini del globo celeste”, così si acchiappano un po’ di mondialisti e una manciata di cattolici, che tanto sono inebetiti. Tornado a bomba, il bello di Grillo è che è in continua rivoluzione. Fa la rivoluzione alla rivoluzione. E all’opposizione di sé stesso. Farage e Van Der Leyen, Renzi, mai. Renzi, va benissimo. Il PD sta bene al gabbio. No, meglio in Parlamento. Abbasso la finanza! Fuori dall’Europa! Viva Draghi, uno di noi! Draghi, grillino in side che vorrebbe la tessera. Ma per richiederla deve portare i carichi pendenti… oh questo lo ha detto lui!

A me, Grillo, piace. La vita come un palcoscenico. La politica come finzione. L’economia come intrattenimento. Ma anche, il palcoscenico come vita. La finzione come politica. L’intrattenimento come economia. Se vi state chiedendo che accidenti significhi ciò che ho scritto, fate bene. Ma non sarebbe male anche domandarsi se quello che dichiara lui abbia un barlume di senso.


Intanto, sulla Rousseau hanno espresso il gradimento al governo Draghi. E questo è un dato. Un altro dato sta nel fatto che i plebisciti sono evaporati assieme al consenso. Non solo i votanti sono meno che in altre circostanze ma il margine a favore è sempre più basso. Comunque fintantoché l’azione di contrasto del Dibba dissidente non produrrà effetti anche sugli scranni, i pentastellati sono al governo. Portano a casa un ministerino su misura (ma potrebbero essere anche tre) e tirano a campare. Che per chi ha fatto dell’incompetenza una specializzazione é un gran bel campare.


Dopo la simpatia per Casa Pound, il contratto con la Lega, la grazia concessa al PD, il patto con Renzi, l’entusiastico stupore suscitato da Draghi, il movimento che è quindi per definizione in continua mutazione, è sempre meno sull’uno vale uno e sempre più sull’uno vale l’altro. Restiamo in attesa del prossimo colpo di teatro. Magari andrà a braccetto con lo psiconano. Ha un gran numero di canali televisivi e del resto, la politica è volubile. Oggi ci sei, domani chissà. Hai visto mai? Se Parigi val bene una messa, un abbraccio val benissimo uno show. Fantastico, eri. Fantastico, ritornerari…

54 visualizzazioni
bottom of page