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L’ACCADEMIA BERGONZI CI REGALA TALENTI, “IL CORSARO” di Giuseppe Verdi

Al Teatro Verdi di Busseto il 30 aprile 2023


L’Accademia Carlo Bergonzi di Busseto, gestita da Parma OperArt, già da qualche anno sta preparando giovani cantanti lirici che si stanno avviando alla loro carriera artistica.

I docenti che si avvicendano nelle varie sessioni durante l’anno sono, per la maggior parte, ex allievi dell’indimenticabile Carlo Bergonzi e tramandano il suo prezioso insegnamento ai giovani che frequentano l’Accademia da lui iniziata e che a Busseto costituisce una vera e propria risorsa per il territorio. Citiamo tra questi il M° Fabio Armiliato, il mezzosoprano Verdiano più famoso al mondo Elisabetta Fiorillo, Alberto Gazale, e tanti altri. Il coordinatore artistico dell’Accademia, il M° Simone Maria Marziali, pianista collaboratore e direttore d’orchestra, dirigerà l’opera “Il Corsaro”, che andrà in scena al teatro Verdi di Busseto il 30 aprile alle ore 18.00, con la regia di Alberto Paloscia (ingresso libero).

“Il Corsaro” è un’opera poco rappresentata e per questo è considerata in un certo senso un’opera minore. L’aria più conosciuta, e che spesso viene eseguita in concerto, è l’aria di Medora dal titolo: “Non so le tetre immagini”, romanza che tanti ricordano dalla voce di Katia Ricciarelli che proprio con quest’aria vinse il Concorso Voci Verdiane nel 1971. 

Quest’opera, in realtà, composta da un giovane Verdi che rimase folgorato dopo la lettura del poema di George Byron dal quale fu tratta questa composizione, presenta non poche difficoltà vocali e già si avverte l’impeto del fuoco compositivo del cigno di Busseto.

Il M° Simone Maria Marziali, che la dirigerà a Busseto, afferma: “E’ una struttura musicale variegata, piena di stili differenti, alcune parti ricordano Rigoletto, altre hanno un sapore donizettiano e comunque la schematica musicale è quella del Bel Canto. Siamo tutti molto emozionati nell’offrire nella patria di Verdi questa grande pagina di teatro, i cantanti sono bravissimi e siamo orgogliosi di questa accademia che, non solo prepara i cantanti al debutto dei ruoli in opera, ma offre loro una preparazione di alta formazione tanto che la maggior parte dei nostri allievi vincono poi concorsi e audizioni aggiudicandosi ruoli nei maggiori teatri italiani ed esteri. Possiamo dire di avere dei talenti e il 30 aprile al teatro Verdi di Busseto li ascolteremo nel Corsaro”.

La visione registica di Alberto Paloscia, coadiuvato dallo scenografo Giacomo Callari punta su una lettura patriottica e risorgimentale... l' opera ha visto la luce nel 1848, anno delle guerre d'indipendenza e i corsari immaginati da Byron e dal libretto sono garibaldini sulle barricate, seguendo gli impulsi sanguigni della musica di Giuseppe Verdi, perfetta incarnazione musicale, fin dal suo primo capolavoro, Nabucco, e dall' immortale pagina corale "Va pensiero", dell' epopea patriottica e risorgimentale.

Il pensiero del regista:

“Alcune riflessioni sul Corsaro, in vista della regia che sto preparando per il Teatro Verdi di Busseto e l'Accademia Carlo Bergonzi... l'opera e' considerata. una delle piu' sciatte dei cosiddetti "anni di galera' verdiani, scritta in fretta e furia per l' editore Lucca - che Verdi non stimava molto - e per le scene triestine, salutata da un vero e proprio insuccesso... ma le verifiche delle riprese in teatro degli ultimi anni hanno rivelato a mio avviso qualche aspetto interessante... lo stile vocale, soprattutto per i due ruoli femminili, la fragile Medora e la sanguigna Gulnara, risentono di stereotipi belcantistici, tra Rossini e Donizetti... ma il taglio drammaturgico e' asciutto, rapido, forte, sintetico... e i grandi duetti - Corrado e Medora primo atto, Seid e Gulnara terzo atto, Corrado e Gulnara sempre terzo atto, e l' intera scena finale tendono alle novita' del Verdi piu' avanzato... si superano le forme chiuse con la frammentazione del canto di conversazione e della valorizzazione della "parola scenica"... l' approfondimento psicologico e' sommario e approssimativo... ma il clima di fermento risorgimentale in cui l' opera venne concepita e' molto forte e si tocca con mano... poi c' e' il romanticismo di Byron che imperversa... e Byron, assieme a Hugo, Shakespeare e Schiller, e' uno dei modelli letterari piu' cari al genio bussetano... studiando l'opera con il mio scenografo Giacomo Callari ho pensato a un' ambientazione risorgimentale, direi 'garibaldina'... e abbiamo identificato il protagonista, il pirata Corrado, quasi come un poeta 'maledetto', alla Byron... non si deve dimenticare che lo stesso Byron perse la vita combattendo per ideali di liberta' e di indipendenza... e l'opera si e' rivelata molto piu' profonda e attuale e non piu', come e' stata definita da qualche critico, "l'opera piu' brutta di Giuseppe Verdi".... sara' un vero piacere lavorarci con Simone Maria Marziali, Ugo Tarquini, Eddy Lovaglio e i giovani allievi dell' Accademia bussetana... Sempre e in eterno Viva Verdi!!!”

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