Tra crisi di governo e corsa al Quirinale
Qualunque cosa accadrà al Conte bis, la partita che inchioda la legislatura alla sua scadenza quasi naturale è quella che designerà il successore di Sergio Mattarella alla presidenza della repubblica, a far data dal 3 febbraio 2022.
Questo è il motivo principale per il quale uno scioglimento anticipato delle camere, che ribalterebbe la consistenza dei gruppi parlamentari che attualmente lo compongono, è da considerarsi un’ipotesi remota.
Probabilmente il “braccio di ferro” tra Conte e Renzi si esaurirà in una crisi pilotata con un accordo chiuso anzitempo tra i due litiganti. Il sentiero infatti è stretto per entrambi e la sfida in Parlamento presenta delle incognite.
Se Conte andasse sotto in Parlamento, sarebbe difficile per lui ottenere un terzo mandato da Mattarella, mentre se Renzi uscisse dalla maggioranza condannerebbe all’irrilevanza politica il suo gruppo parlamentare.
Il punto di caduta, è uno e trino: 1) riscrittura del programma Recovery fund; 2) ingresso di tutte le componenti della maggioranza nel gruppo di controllo del piano; 3) un rimpasto in favore di Italia viva, se non in termini di poltrone almeno in termini di peso specifico delle stesse.
Dunque, secondo ragione, i due sembrano condannati ad un accordo pateracchio che possa salvare la faccia ad entrambi. Anche se è possibile che il confronto possa sfuggire di mano ad entrambi, facendo deflagrare la crisi rendendola irreversibile.
Si aprirebbe allora una crisi formale, dalla quale potrebbe nascere un esecutivo del Presidente che coinvolgendo almeno una parte dell’attuale opposizione, avrebbe solo l’obiettivo di durare fino al prossimo luglio, inizio del semestre bianco.
Ciò impedirebbe lo scioglimento anticipato del Parlamento e consentirebbe di eleggere il presidente della repubblica, proprio a partire dai numeri della maggioranza di sostegno al nuovo governo.
Anche se ci dicono che si tratta di normale dialettica politica finalizzata a dare risposte alla pandemia e la crisi economica annunciata, noi appartenenti alla comunità degli Apoti di prezzoliniana memoria, non ce la beviamo.
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