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Teatro di Roma senza vertici


È circa due anni e mezzo che la Fondazione Teatro di Roma, istituzione pubblica finanziata interamente con soldi dei contribuenti, è privo di vertici (presidente e CdA). Il teatro fino a fine giugno ha operato sotto un regime commissariale, con il dott. Marinelli che agiva in qualità di commissario del Teatro, per la gestione dello stesso. Ora, a fine giugno il mandato del dott. Marinelli è scaduto, e ad oggi non si hanno notizie di nomine del Presidente e del CdA che lo deve coadiuvare nella gestione della struttura, e soprattutto nella definizione della nuova ed imminente stagione teatrale. Ecco perché Stefano Erbaggi, consigliere del gruppo Fratelli d’Italia nel assemblea capitolina di Roma Capitale, ha presentato un’interrogazione in cui chiedeva di procedere con urgenza alla nomina del CdA del Tetro di Roma, da cui poi scaturirà il nuovo Presidente.

Questo potrebbe sembrare un problema marginale, rispetto a molti altri che agitano la vita dei romani (smaltimento rifiuti, vivibilità dei mezzi pubblici, traffico a livelli di girone infernale), ma non è così. Una città è un insieme articolato, un equilibrio di elementi logistici e culturali. Una città che abbia strutture di puro disimpegno dei problemi logistici, ma ostinatamente e pigramente rifiuti di pensare, proteggere e far crescere anche l’humus culturale in cui sono immersi gli abitanti è una città miope, espressione di un governo cittadino talmente concentrato sull’immediato, da non avere uno sguardo aperto al futuro.

Un governo appiattito sulla tattica, ma carente o mancante di una visione strategica d’insieme.

Il Teatro di Roma è una istituzione pubblica, che – come ogni istituzione pubblica – ha il diritto di esistere per dare agli abitanti della città nutrimento di pensiero, cibo per le idee, spazio a tutte le voci che pongono bellezza e pensiero alla base della vita comune.

Diceva Viktor Jankelevitch, filosofo e musicologo francese: "Si può vivere senza musica, senza gioia, senza amore e senza filosofia. Ma mica tanto bene".

È vero, si può vivere senza Teatro di Roma. Ma mica tanto bene.

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