Rileggere uno dei capolavori del mangaka horror Junji Ito oggi più che mai attuale
“Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione” questa citazione di quel capolavoro che fu Amici miei è quanto mai doverosa per introdurre un grande artista come Junji Ito.
Nipponico, nato più di quarant’anni fa nella Prefettura di Gifu, si dedica originariamente all’attività di odontotecnico anche se fin da piccolo aveva sempre dimostrato una certa passione verso il mondo dell’orrore. Poi, quasi per gioco, nel 1987 presentò una sua opera alla rivista di settore Monthly Halloween che gli fece vincere il Premio Kazuo Umezu. Da quel giorno Ito è divenuto uno degli astri più splendenti del mondo horror dei manga.
Oggi parleremo del suo primo lavoro che, da semplice racconto, è divenuto un lavoro costante e corposo, che va dal 1987 al 2000, ossia TOMIE. In Italia è stato editato dalla Hazard Edizioni in un voluminoso albo. La storia parte da un semplice ragionamento fatto proprio da Ito ai tempi della sua adolescenza: cosa succederebbe se una persona creduta morta tornasse l’indomani come se nulla fosse? A fa partire questo dilemma fu la morte in un incidente stradale di un suo compagno di liceo.
Quindi il nostro fumettista cambia leggermente il tiro: non è un maschio a morire ma una delle ragazzine più belle e popolari della scuola Tomie Kawakami dall’inconfondibile neo sotto l’occhio destro; e non perisce per un’incidente ma viene fatta in 42 pezzi da un “maniaco”. La città è sconvolta è il suo liceo ha indetto il lutto però… però una mattina Tomie si ripresenta in classe come se nulla fosse viva ed integra. Lo stupore dei suoi professori, specie uno, e dei suoi compagni viene rapidamente sostituito da paura, rimorso e angoscia. Dai flashback scopriamo che la cara Tomie era tanto bella fuori quanto putrida dentro. Invidiata dalle compagne e desiderata dai suoi compagni che venivano, costantemente, snobbati concupisce il suo insegnante di ginnastica e si fa ingravidare. Durante una gita in campagna finisce giù da una scarpata involontariamente spinta da un suo compagno di classe reso cieco dalla gelosia.
E qui si apre il dilemma: il giovane vorrebbe chiamare la polizia ma tutti sono contrari, facendo emergere il loro risentimento verso la superba e prepotente ragazza, in primis il docente che vedrebbe la sua carriera distrutta. Pertanto, decidono di smembrarla solo che la ragazza e ancora viva! Ma l’odio, il panico e il cinismo prendono il sopravvento e della bella Tomie non restano che vari tranci di carne.
Il suo ritorno porterà alla pazzia e alla morte quasi tutti i suoi compagni di classe compreso il professore che diverrà un suo folle burattino.
Scopriremo, infine, che la ragazza è diventata qualcosa di più che umana il suo corpo, infatti, può guarire da ferite mortali; le sue cellule, se trapiantate in una donna, possono trasformarla in un'altra Tomie; se il suo corpo viene smembrato, da ognuno dei pezzi si genera una copia intera della donna. Apparentemente il fuoco è l'unico metodo efficace per ucciderla senza che si rigeneri.
Poi le nostre storie si spostano attraverso il tempo e lo spazio e ogni volta vediamo Tomie compiere le sue malefatte ai danni di chiunque incrociasse il suo cammino. Tanto è il desiderio che suscita che infine sfocia in pazzia e gli uomini più la amano, e per causa sua vengono consumati, più finiscono per ucciderla in modi sempre più truculenti.
Tomie è una moderna è oscena sirena che con la sua bellezza ammalia e corrompe ogni persona che incontra, gli uomini (tranne pochissimi casi) diventano ossessionati da lei e non esiste amore che tenga e le donne, prese dall’invidia la detestano ed arrivano ad essere altrettanto spietate se non peggio.
Junji Ito con questa sua opera si consacra come maestro del body horror grandi sono i suoi parallelismi a pellicole come La Cosa di Carpenter o Brood-La covata malefica di Cronenberg senza trascurare l’episodio Hair del film antologico Body Bags.
In un certo senso Tomie è il simbolo della società moderna avida, egoista, sprezzante ed edonista. Ella usa il proprio corpo e la propria bellezza per soggiogare e distruggere gli uomini che guarda con disprezzo, poiché visti come essere inferiori da umiliare prosciugare e portare alla pazzia e nel racconto Il Gruppo è pienamente palesato. In un mondo in cui si vuole deresponsabilizzare sempre di più la donna, in cui Only Fans e “sposare uno ricco” sono diventate le uniche “professioni” appetibili, Tomie si trova perfettamente a suo agio. In una società in cui grazie al metoo si possono, ingiustamente, distruggere le vite di uomini meritevoli e valenti, in cui il numero sempre più alto di senzatetto, suicidi e morti riguarda quasi solo gli uomini ma si sente sempre farneticare di problemi artificiosi come patriarcato, e mascolinità tossica e del dramma del divario salariale di genere.
Volendo si potrebbe leggere Tomie come una vittima dei rapporti tossici e c’è un particolare extra che merita di essere affrontato, ossia, che tutte le sue incarnazioni si odiano e cercano sempre di uccidersi l'un l'altra, spesso attraverso i loro schiavi. Questo a dimostrazione che Tomie è egoismo allo stato puro. Non dimentichiamoci che nel manga anche le donne sono vittime di Tomie perché meno belle, meno appariscenti o perché, di contro, più pulite, serie e morigerate quindi qualcosa che lei non potrà mai essere. E sempre le altre donne, cariche di invidia e rancore sono state partecipi della sua mattanza.
Quindi TOMIE è oggi più che mai un prodotto altamente godibile, per gli amanti dell’horror spinto, ma anche fortemente attuale, un manga in cui sono anticipati molti dei malesseri da mitomania all’egoismo come valore. Nel manga, l’autore non si schiera dalla parte di nessuno, il suo punto di vista è equidistante ma spietato.
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