Attore, cantante, reporter un secolo di un grande artista poliedrico.
Parlami d’amore Mariù... tutta la mia vita sei tu! Gli occhi tuoi belli brillano come due stelle scintillano!
Per i più giovani questi versi rimandano ad una pubblicità di Dolce&Gabbana, chi ha il crine canuto ricorderà la performance di De Sica senior in Gli uomini che mascalzoni ma i veri intenditori sapranno che questa canzone, scritta da Ennio Neri e musicata da Cesare Andrea Bixio, ebbe un grandissimo interprete ossia Achille Togliani. La voce calda e armoniosa unita a una figura da divo del cinema, l’artista mantovano oggi avrebbe spento ben cento candeline e lui, assieme a Villa, Murolo e Buscaglione, è uno dei nomi più importanti del pantheon della musica leggera nostrana.
Figlio di un tecnico dell’aeronautica si diplomò come ragioniere, fu compagno di scuola di Walter Chiari, e nel 1940 uscì col massimo dei voti dal Centro Sperimentale di Cinematografia. L'inizio però non fu dei più facili. Andava in giro con 'le foto sotto il braccio', come usava dire, ma nessuna produzione lo ingaggiava. Quindi si limitava a vivere il mondo di celluloide marginalmente, come reporter, scrivendo recensioni per la Mostra del Cinema di Venezia. Questo avveniva nel 1943. Nel dopoguerra il primo a notarlo fu Macario con il quale mosse i primi passi nel mondo dello spettacolo e che lo inserì, come attore, nei suoi spettacoli di rivista più importanti.
Nel 1947, in Febbre Azzurra, venne notato dal maestro Cinico Angelini che lo volle nel suo organico di “cantanti della radio” cioè l'Orchestra della Canzone della Rai, dove entrò nel 1950. In breve tempo divenne un divo della radio, 10 ore di trasmissione in diretta a settimana, e questa popolarità gli diede la possibilità di tenere rubriche su rotocalchi e magazine. E non rispondeva solo alle lettere dei lettori ma scriveva anche di attualità, di calcio, realizzava reportage delle manifestazioni canore a cui prendeva parte.
I suoi lineamenti aggraziati lo resero anche un divo dei fotoromanzi e fu in quel periodo che conobbe uno dei suoi grandi amori la splendida Sofia Lazzaro che poi divenne celebre come Sophia Loren. Fu un amore travolgente, durò tre anni e stavano per sposarsi. Poi tutto finì. Nelle rare interviste degli ultimi decenni, lui raccontava solo che era stato molto bello e che non aveva rimpianti. Destinato, secondo lui, ad un destino da scapolo dovette cambiare idea nel 1974 quando sposò la figlia di un impresario teatrale romagnolo, Daisy Traversari dalla quale avrà, nel 1975, un figlio Adelmo che è attore, regista e sceneggiatore. Ed è stato proprio il suo talentuoso figlio nel 2022, assieme a Daniele Di Biasio, a creare un documentario unico selezionato al Torino Film Festival. Difatti Togliani senior aveva mantenuto la sua passione per la cinepresa, tanto da comprarsi una Bolex, la stessa usata da Pasolini, con la quale girò un gran numero di filmati privati in 16 mm. Ed è un collage di alcune di queste pellicole che sono il cuore dell’omaggio filiale.
Fu la musica, però, a dargli i successi ed i riconoscimenti più grandi. Nel 1951 inaugurò, con Nilla Pizzi e il Duo Fasano, il Festival di Sanremo, cui partecipò in numerose altre edizioni (’52, ’53, ’54, ’59, ’60 e ’61) arrivando sempre nella vetta, mentre nel 1954 con Suonno d’ammore vinse il Festival di Napoli (dove, con 8 presenze, s’aggiudicò il record tra i cantanti non napoletani). Nel 1961 partecipò al Giugno della Canzone Napoletana.
Non fu mai distante dai palchi difatti dagli anni '60 ai '90 prese parte a numerosi programmi TV, dimostrando di amare anche il piccolo schermo, e, quando la parabola della canzone melodica era in discesa, lui non si arrese, andò all’estero. Cantò ovunque proponendo pezzi della nostra tradizione, da O sole mio a Come pioveva ottenendo sempre un grande successo.
Uomo dalla grinta e dalla tempra unici non si fermò mai un momento tenne il suo ultimo concerto il 27 luglio 1995 a Treviso in Piazza dei Signori, dove lo applaudirono più di diecimila persone, poi il 12 agosto dello stesso anno si è improvvisamente sentito male mentre era in casa, sul Lungotevere Flaminio, in compagnia della moglie e del figlio. Stava preparando uno spettacolo con gli allievi dell’accademia che porta il suo nome. Oggi le sue spoglie riposano al Cimitero del Verano. Se il tempo è una unità di misura della grandezza di un personaggio sia sufficiente menzionare che nella colonna sonora del più grande successo cinematografico dell'anno vale a dire C'é ancora domani, è presente la sua Perdoniamoci e, del resto, non avrebbe potuto essere diversamente. Forse noi italiani dovremmo essere più riconoscenti verso artisti di questo calibro e fare tesoro dei loro insegnamenti poiché Achille Togliani è un nome che deve splendere nel firmamento assieme a quello di altri grandi grandi come Frank Sinatra e Aznavour.
Comments