Tutti gli amanti del vino hanno una bottiglia del cuore. Si lega ad un ricordo, ad una sensazione piacevole, ad una circostanza speciale, ad un viaggio, un brindisi, una vittoria, quella determinata etichetta che amiamo.
Probabilmente non è nemmeno pregiata ma il suo contenuto, il suo sapore, ha la particolare capacità di evocare in noi qualcosa di speciale. Il vino infatti è espressione di vari fattori, prima di tutto di un territorio e della sua tradizione, del lavoro paziente e attento dei vignaioli; ha una storia il vino che può essere antica o moderna ed è sempre racchiusa nella bottiglia. Il vino è natura, rappresenta le radici nostre e della storia dell’uomo, il vino è umana creazione che connette con il divino, il vino è effimero e fugace è l’ ebrezza, il sollievo, l’ illusione che tiene in serbo per noi nel suo contenuto alcolico. Da bene necessario che sfamava al pari del pane fino a più della metà del secolo scorso, oggi diventa bene voluttuario. Non abbiamo bisogno del vino per nutrirci ma lo ricerchiamo, compriamo, mettiamo in tavola perché appaga il nostro desiderio di gioia, di felicità. Alcuni lo consumano per dimostrare potere, denaro, ordinando al ristorante la bottiglia più costosa senza magari conoscerne l’effettivo valore.
Essere degustatori di vino è un’arte ma a cui tutti possono ambire non è quindi un privilegio di pochi, in questo sta la democraticità del vino, il che è un altro valore in esso contenuto. La storia, le regioni vitivinicole del nostro bel paese e del mondo intero, le tecniche di cantina si studiano per cultura e chiunque interessato le può acquisire come bagaglio personale. Allo stesso modo l’arte della degustazione può essere appannaggio di tutti basandosi sui nostri sensi vista, olfatto, gusto ma anche tatto e perfino l’udito viene coinvolto per testare un vino, basta sapere come fare.
L’ importante è affidarsi alle buone sensazioni che un sorso di vino ci può dare. In esso dobbiamo cogliere un colore limpido e brillante, farci catturare dal suo profumo che oltre a regalarci piacevolezza ci racconterà molto del vitigno che lo compone, del luogo in cui è nato, l’odore sarà in grado di dirci come è stato vinificato. Goderci il suo gusto significa che le sensazioni percepite dalla lingua di dolcezza, acidità, astringenza, salinità e amaro sono in equilibrio e ciò è il segreto che ci lascia la voglia di berne ancora. Per apprezzare un buon bicchiere di vino basta solo lasciarsi andare, chiudere gli occhi, respirare, assaporare senza preconcetti, le sensazioni che ci offre. È rosso il vino del cuore che vi propongo, con un’etichetta misteriosa, per questo motivo attraente. L’etichetta è molto importante, è il biglietto da visita della bottiglia e chiunque di noi per prima cosa la guarda e se è apprezzata determinerà la scelta del vino.
Il Sesti Brunello di Montalcino DOCG Phenomena l’ho provato per la prima volta nella calca di una manifestazione – degustazione a banchi d’assaggio. In piedi, distratta dal vociare intorno a me e la stanchezza che oramai appannava anche le mie sensazioni gustative è venuta fuori la sua grazia, che mi ha colpita, perché un vino fatto bene si fa riconoscere, sa quali corde colpire, sa imprimere al palato il suo gusto che saremo in grado di riconoscere sempre. Sesti è una delle realtà vitivinicole più importanti della provincia di Siena, siamo vicino al Castello di Argiano nel versante meridionale del quadrante di Montalcino. Vino biodinamico, il Phenomena 2013 possiede un ottimo equilibrio di aromi, acidità e alcool. L’etichetta, pur mantenendo il nome Sesti e Phenomena, cambia sia l’immagine che il colore perché riporta in etichetta un evento astronomico di rilievo avvenuto durante l’anno della vendemmia. L’etichetta Sesti Phenomena 2013 ricorda l’eclissi solare avvenuta nel Pacifico meridionale e in Australia nel momento in cui il sole stava attraversando il segno zodiacale della Bilancia.
Nel suo corpo di media struttura le note vanigliate e di tabacco si mescolano ed integrano a quelle di frutta matura, ciliegie e prugne e piccoli frutti rossi ma tra le pieghe del suo tessuto c’è profondità, quella che ci fa sentire l’humus del bosco, l’umido custodito dalla terra tra le foglie e i funghi. Agile al palato con un allungo intenso e fumé è un vino godibile con la carne soprattutto con l’agnello.
Sesti Loc. Castello di Argiano 53024 Montalcino ( Siena)
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