Giovedì 27 gennaio alle ore 18.30, la Galleria Fidia di Fausto Fiume inaugura la mostra "The Last Soup" di Ilaria Rezzi. La mostra della Galleria Fidia sarà la prima importante tappa espositiva della artista impegnata in tre importanti momenti-mostra, da gennaio a maggio 2022, in tre diverse città italiane: Roma, Venezia e Rovigo. La mostra The Last Soup sancisce la collaborazione tra Ilaria Rezzi e Romina Guidelli, curatrice delle mostre in programma fino alla prossima primavera.
A dare titolo alla mostra è la prima opera eseguita da Ilaria Rezzi nel 2021: The Last Soup, madrina concettuale dei successivi lavori realizzati fino a gennaio 2022. In mostra, oltre alle due grandi tele The Last Soup (cm 100x250) e Switch (cm 100x200), saranno presentate opere di varie dimensioni datate dal 2015 al 2022, alcune delle quali esposte, per gentile prestito del gallerista Gianfranco Rosini, in occasione delle mostre "Dal Futurismo alla Urban Art” (Riccione, Roma, Genova 2019; Napoli 2021).
"I Puffi che compaiono sulle tele eseguite ad olio da Ilaria Rezzi, mantengono intatto quello spirito ludico e dissacrante tipico della poetica Pop. La Serie dedicata ai mitici personaggi blu è stata battezzata dall'artista RidEntità. Questo termine nasce da un uso evocativo della parola, dal sapore dadaista. Una "crasi" dei termini che sottolinea il valore fortemente concettuale della ricerca di Ilaria Rezzi, guidato da un linguaggio Pop che muove tra la presentazione estetica dell'oggetto e una ricerca onirica e surreale basata sull'interpretazione dell'oggetto come soggetto animato idealmente inserito nel tempo attuale: tempo in cui accade la vita di cui l'opera d'arte è testimone".
Il catalogo, che oltre alle immagini delle opere raccoglierà scatti del work in progress e delle inaugurazioni delle mostre, sarà presentato in occasione dell'ultima tappa espositiva presso Villa Morosini (Rovigo) realizzato con il supporto e la collaborazione dell'ingegnere Luciano Zerbinati.
Nel testo di apertura in merito all'opera The Last Soup Romina Guidelli scrive:
"C'è la composizione di un'ultima cena, quell'Ultima Cena. L'ultima cena per eccellenza, la più nota, la più mi(a)mata: l'icona. Sacro e profano si sfiorano nel rispetto della tradizione, attraverso il silenzio dell'olio. Osservo con attenzione il disegno, l'equilibrio, l'armonia e l'innesto. La composizione che cresce e non imita ma interpreta e racconta nuovo: è l'ultimo valzer, è l'ultima zuppa. Osservo questa vertigine meta-temporale, meta-spaziale, meta-pop.
The Last Soup trabocca di memoria e d'umanità, trasforma noti commensali in celebri “omini” Blu. Blu come la speranza davanti al mare aperto che richiama alla memoria la divinità indiana Krishna. Blu come il velo del filtro "ricordi" che appare sullo smartphone.
Riconosco l'artificio: la stanza, i gesti dei dodici Blu seduti al tavolo della bella Campbell dal cuore d'oro. Al centro del noto barattolo leggo il simbolo della criptovaluta Ethereum.
La Rezzi mi confonde, vuole esattamente questo.
L'etereo ha perso il dono dell'invisibilità e s'è vestito d'oro; il suo abito s'acquista, il suo valore oscilla in base al mercato del meta-tempio dell'ultima civiltà.
Tutto si palesa e il presente si manifesta nel suo straordinario apparire per interrogare l'essere tra icone fondamentali come certezze, brillante artefatto, possibili "artificazioni" e meta-mondanità.
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