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Intervista al Maestro Marco Lo Muscio

Dai concerti nelle cattedrali di tutta Europa alla stupefacente Wunderkammer creata a Roma

Prima della magnifica esperienza condivisa con altri amanti dell’arte lo scorso 27 marzo, il cristallino talento, le notevoli capacità comunicative e l’ancor più raro, genuino calore umano di Marco Lo Muscio, pianista e compositore di fama internazionale, non ci erano certo estranei. Anzi, rappresentavano per noi una certezza. Ricordiamo ancora con vivo entusiasmo il nostro primo incontro, avvenuto durante la presentazione del prezioso volumetto di Fabrizio Giosuè, intitolato Tolkien Rocks, viaggio musicale nella Terra di Mezzo, che aveva propiziato un’estemporanea, apprezzatissima esibizione dal vivo del Maestro sui temi del libro. E da allora lo avevamo ascoltato altre volte, in concerto…


Tuttavia, domenica 27 marzo siamo rimasti a bocca aperta. Il che, volendo, è parte del gioco, considerando che è un’autentica “camera delle meraviglie” quella da lui ideata e allestita, in tempi tutto sommato brevi, qui a Roma. Trattasi del Museo Wunderkammer “Artificialia” creato direttamente nel suo appartamento, in zona Montesacro, riguardo al quale potete reperire tutte le informazioni utili su questa pagina: https://www.wunderkammer-roma.com/.


Per farla breve, ci siamo calati volentieri nelle atmosfere magiche di tale luogo, abbiamo ammirato a lungo gli oggetti d’arte e le altre “mirabilia” che le diverse stanze contengono, ascoltando inoltre con attenzione le dettagliate descrizioni dell’affabile e colto padrone di casa. Poi il concerto. Perché alla visita è abbinato anche quello, ulteriore dono di un musico d’eccezione che ci ha deliziato, all’organo e al pianoforte, con un repertorio incredibilmente vario. Da brividi la sensazione offerta da quelle note, prodotte a pochi passi da noi spettatori, pochi poiché tutto avviene in quella raccolta cornice. E siccome tale esperienza meritava di essere approfondita, trascorsa qualche settimana da quell’ameno pomeriggio domenicale abbiamo voluto conversare un po’ col Maestro Lo Muscio, riguardo alla Wunderkammer e non solo…


Caro Marco, proviamo a partire dall’inizio di questa meravigliosa avventura: quanto tempo è stato necessario per far nascere l’incredibile Museo Wunderkammer “Artificialia” che ci hai orgogliosamente mostrato? E quali canali sono stati utili a raccogliere gli innumerevoli oggetti di una collezione destinata probabilmente ad ampliarsi col tempo?

Il tempo è stato esattamente di 3 anni: da Marzo 2019 a Marzo 2022. I canali sono stati i più vari; all'inizio, da neofita, ho trovato alcuni oggetti decorativi nel negozio a Roma “Storia e Magia” ed online sul tedesco “Figuren Shop”.Dopo, per le opere importanti, ho scoperto gli antiquari soprattutto Francesi, Italiani ed inglesi come: Marc Maison, Trianon ed Atena a Parigi, Castelbarco, Andreini in Italia, ecc... Alcuni acquisti anche tramite le aste ed Ebay.

Potresti riassumerci brevemente le categorie di oggetti che vanno a comporre, usualmente, una Camera delle Meraviglie come la tua? Specificando anche in quale epoca della Storia europea e in quali ambienti prese piede tale tradizione? Tutto ciò anche in relazione all’affermarsi del concetto basilare di “horror vacui”…

Le categorie degli oggetti per la Wunderkammer sono generalmente quattro: Naturalia, Artificialia, Scientifica ed Exotica. La nascita delle collezioni private da Wunderkammer si colloca tra l'inizio del 500' fino all'inizio del Barocco in ambito tedesco ed italiano, soprattutto grazie alle collezioni delle due grandi famiglie nobiliari degli Asburgo e dei Medici ed anche ad opera degli scienziati italiani come Ulisse Aldrovandi, Francesco Calzolari e Ferrante Imperato.


Girando per le diverse stanze abbiamo ammirato anche dipinti meravigliosi, sia contemporanei che di secoli passati, qualcosa addirittura del Settecento. Non ti chiediamo certo di elencarli tutti, perché ci si potrebbe scrivere un saggio accademico, ma ci piacerebbe farne conoscere al lettore alcuni. Magari quelli cui ti senti maggiormente legato, per ragioni affettive o per il loro oggettivo valore storico e artistico…

Tra i dipinti sicuramente “Riposo davanti al camino” di Gilles Van Hanen, “L'antiquario nel suo studio” di Leon Brunin, “Caterina De Medici e Nostradamus” di Laurent Detouche, “Il laboratorio dell'alchimista” della bottega di David Teniers, “La morte del Re” di Gabriel-Germain Joncherie ed i quadri del pittore neosurrealista toscano Giancarlo Baiocchi. Ma forse il pezzo più importante sono le statue Neogotiche dei due cavalieri Atlantidei in legno di quercia del portoghese Leandro Braga ed il Nautilus del nostro grande orafo Tommaso Pestelli.

Tra i motivi ricorrenti all’interno della tua collezione abbiamo colto il gotico, il fantasy… sono componenti che influenzano in modo particolare il tuo gusto?

Assolutamente si; il tema centrale della mia Wunderkammer è il Medievale, Gotico, Neogotico e Fiammingo. Come organista che ha suonato nelle grandi cattedrali europee, da Notre-Dame a Westminster, il gotico è nel sangue!


Nei diversi ambienti della Wunderkammer spicca anche la presenza di un pianoforte e di un organo. Ovvero il rimando più diretto alla tua notevole carriera artistica. Parlarne qui significherebbe ugualmente aprire una parentesi enorme. Vorresti però raccontarci quali sono per te i momenti salienti di un percorso artistico e professionale che ti ha visto collaborare, peraltro, con altri musicisti di fama internazionale? E come ti è venuta l’idea di fondere negli eventi per il pubblico necessariamente ristretto della Wunderkammer la tua passione per le collezioni d’arte e l’attività di concertista? Personalmente ci eravamo già confrontati col tuo talento dal vivo, ma sentirti suonare in un ambiente così evocativo e a pochi metri di distanza crea un’emozione particolare, a cominciare dalla differente percezione del suono…

Certo, la mia attività principale è quella di concertista e compositore. I momenti più belli sono le mie lauree, i concerti all'estero in alcune delle sale da concerto e cattedrali più belle come Notre-Dame a Parigi, Westminster e St. Paul'sa Londra, tutti college più prestigiosi ad Oxford e Cambridge (come il Merton College ed il King's College), St.Thomas a New York, la filarmonica e la Glinka Capella a San Pietroburgo, la Casa della Musica e la cattedrale cattolica a Mosca, la chiesa di Bach a Lipsia, ecc...Gli studi con il grande pianista Sergio Fiorentino, le collaborazioni con John e Steve Hackett, David Jackson, David Cross, Kevin Bowyer ed Andrea Padova. Infine, la collaborazione come compositore esterno con la Harvard University. La nascita della Wunderkammer è stata come un coronamento di un sogno, l'unione delle mie due passioni (musica ed arte) in un magico connubio da proporre però con un ascolto ravvicinato degli strumenti in un ambiente privato e fuori dal tempo! Il periodo pandemico ha comunque aiutato per la creazione di questo museo come risorsa e rimedio ai tanti concerti cancellati all'estero.


Riguardo al concerto domenicale cui abbiamo avuto il piacere di assistere, a marzo, ci ha colpito anche la varietà e la qualità del programma, che abbraccia le opere di grandi compositori di musica classica come Bach, Händel e Debussy, come pure quelle di importanti musicisti contemporanei e altre create direttamente da te, tra cui quella Melodia Medievale n.2 “I Cavalieri di Rohan” che ci ha riportato anche alla comune passione per Il Signore degli Anelli. Cosa puoi dirci di tali scelte e, quasi conseguentemente… del tuo eclettismo come pianista?

Nei miei concerti mi piace moltissimo proporre tutti i tipi di musica così da soddisfare anche ogni tipo di palato. Si parte dal Rinascimento fino ad arrivare al contemporaneo, da John Bull a György Ligeti passando però anche dal Jazz con Tristano, Jarrett e Corea e dal Progressive Rock con Hackett, Wakeman ed Emerson. Le mie composizioni, che si rifanno agli stili più disparati, sono sempre presenti; ci sono alcuni brani di carattere medievale ed altri ispirati alla letteratura Gotica (Bram Stoker, William Chambers, Aloysius Bertrand, ecc...) che sono molto adatti all'ambientazione della mia Wunderkammer.


Nell’esecuzione di alcuni brani, adesso ci viene in mente Red Pedal Solo all’organo ma ce ne sarebbero diversi altri da citare, il pubblico resta incantato anche di fronte alla tecnica, ai virtuosismi. In tal senso quali sono i brani più impegnativi del repertorio? Pensiamo ad esempio a quelle composizioni (e ci piacerebbe qui che ce ne ricordassi qualcuna, a beneficio dei lettori) la cui struttura dicotomica richiede anche a te un impegno particolare…

A dire il vero tutti i brani del concerto sono impegnativi; Bach, ad esempio, richiede sempre una concentrazione fuori dal comune. Gli autori inglesi Rinascimentali (Byrd, Bull, Gibbons) sono ad esempio molto complicati; le sonate diScarlatti, “Musica Ricercata” di Ligeti è un altro brano impegnativo, come le Images di Debussy, Le Armonie Poetiche e Religiose di Liszt ed alcune delle mie composizioni.


Per finire, sei soddisfatto di come sta procedendo questa nuova esperienza artistica e culturale? E c’è ancora qualche idea che vorresti sviluppare, nell’immediato futuro, per quanto concerne la Wunderkammer o altri progetti in fieri?

Certo, sono molto soddisfatto del museo ed altri oggetti a sorpresa stanno arrivando per fine aprile. Il pubblico sta iniziando a venire ed il mio unico desiderio e di avere sempre più persone presenti per farle assistere ad un evento magico ed unico in Italia che ti porta in altre dimensioni.

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