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La rovente fine estate di Antonella Ruggiero e Piero Cassano, tra Facebook e giornali

La polemica a distanza tra Piero Cassano e Antonella Ruggiero ha il sapore amaro di quelle amicizie giovanili che nel tempo si consumano in rivalse mai sciolte.

Aperte le “ostilità” con una intervista rilasciata al Corriere della Sera da quella che è a tutti gli effetti una Diva assoluta della nostra canzone, il fondatore dei Matia Bazar non ha saputo resistere al lasciarsi andare a una replica affidata al profilo Facebook che a sua volta ha sollecitato una controreplica raccolta da la Repubblica, che ha determinato la pubblicazione di un’altra nota sul social media. Un batti e ribatti tra media differenti che certamente ha giovato alle testate e parimenti a Facebook ma a loro due?


Antonella Ruggero

Chissà come stanno le cose ma in fondo, ha importanza? Antonella Ruggiero è la più grande voce della musica leggera italiana, unica all’altezza di Mina e sullo stesso piano di Patti Pravo e Alice per sofisticato magnetismo, ma i suoi successi più significativi, se si esclude la meravigliosa Amore lontanissimo, canzone all’altezza dei migliori Matia Bazar, composta assieme al marito e produttore Roberto Colombo sono indubbiamente legati ai Matia Bazar. D’altra parte, le collaborazioni con Franco Battiato, una per tutte, il duetto in Splendide previsioni, sono lì a dimostrare il suo status di fuoriclasse ma del resto, senza l’opera di Mauro Sabbione che ne fa emergere la vocazione alla sperimentazione, sottraendola al pop più immediato, nella cui scia si inserisce Segio Cossu con inalterata qualità compositiva, forse non avrebbe raggiunto certe vette e quindi, certi orizzonti da leggenda.


Matia Bazar

Va detto che i testi più complessi, stilisticamente e contenutisticamente più ricchi e suggestivi hanno luce proprio nel decennio contraddistinto dalle sonorità portate dai due tastieristi, tanto che non è illecito pensare che siano stati indotti dalla ricerca musicale. Sia come sia, quella somma di parole, rime, strofe e concetti, danzano magicamente sulle corde vocali di Antonella Ruggiero fino a fare epoca.  E non sono pochi, si pensi a Vacanze romane, Il Video sono io, Fantasia, Aristocratica, Elettrochoc, Noi, Ti sento, La prima stella della sera, Mi manchi ancora. Anzi, quelle esperienze sembrano aver segnato in modo definitivo la traiettoria della sua carriera, sempre più volta alla scena new wave, elettro pop e d’avanguardia in tutte le sue declinazioni, che l’ha condotta a collaborazioni con Bluvertigo, Subsonica e con l’ex Denovo, Mario Venuti che scrive per lei la suadente Echi d’Infinito che vince la sez. donne di Sanremo 2005. Una splendida canzone che però per amor di verità, è opera minore rispetto al successo storico di una Solo tu. Parimenti i Matia Bazar successivi quali brani possono vantare di simile impatto? C’è la vittoria sanremese del 2002 che bissa quella del 1985 ma Messaggio d’amore non ha suscitato effetti concreti sul Mito così come i cambi con le pur brave Laura Valente e Silvia Mezzanotte non hanno prodotto nulla se non la sensazione di tentativi un po’ monchi di ricreare certe alchimie. Va ancora peggio con Roberta Faccani, mentre si perde nella più assoluta irrilevanza, la formazione messa su da Perversi con Luna Dragonieri. Ci si domanda perché incaponirsi con la formula. La cantante femminile a tutti i costi alla resa dei conti non ha mai pagato, per la semplice ragione che certe voci e personaggi non sono rimpiazzabili. Antonella Ruggiero non è stata solo la migliore interprete possibile ma anche una front woman dal carisma non replicabile. In sostanza, ponendolo come un assioma, se che ciò che si creò coi Matia Bazar è irripetibile rovesciando il teorema, se lo è per lei, figuriamoci per loro.


Ciò detto, nessuna carriera che va avanti da mezzo secolo può essere misurata coi primi posti in classifica. Gli artisti seguono sì il mercato ma pure il loro istinto. Certamente una che si dedica alla musica sacra difficilmente avrà milioni di visualizzazioni su YouTube ma ciò non incide in nessun modo sul giudizio artistico. Si dirà, ma allora perché andare a Sanremo? Perché è una tappa obbligata per chiunque faccia questo mestiere se poi pensa di voler avere una piazza in cui esibirsi dal vivo. A Sanremo ci sono stati i Decibel, i Denovo, Garbo, i Bluvertigo, i Subsonica, cioè complessi e solisti dissonanti rispetto al melodico da easy listening ma decisi a cogliere l’opportunità per ciò che è. Aggiungiamo che una che viene chiamata ad aprire i concerti di Sting non ha molto da rimproverarsi.

Ma il giudizio sulle carriere dei Matia bazar con e senza lei e di Antonella Ruggiero con e senza Matia Bazar non può essere formulato sul mero calcolo delle hit. Si mettano l’anima in pace, Cassano e Ruggiero, la storia l’hanno fatta insieme e se poi a un certo punto ci si lascia, conta di più il percorso dell’epilogo per quanto un addio possa essere doloroso.


Ma dietro i dischi, le occasioni colte e quelle perse, ci sono i retroscena sentimentali, quelli che lasciano ferite mai del tutto cicatrizzate.

Chissà…

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