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Riflessioni eretiche sulla pandemia (Dell’amore e di altri demoni)

Stavolta esco davvero dal seminato, parlo d’amore; già li sento i commenti “sei forse amorologa?” No, davvero NO, non lo sono, non credevo servissero delle competenze speciali, a parte avere un cuore, quello si, e del resto se guardiamo alla mia vita sentimentale non potrei nemmeno darvi torto.

Dal dizionario “Dedizione appassionata ed esclusiva, istintiva ed intuitiva fra persone, volta ad assicurare reciproca felicità” ecco questa dedizione appassionata si può dedicare alla famiglia, alla patria, alla propria professione, in questo sono un luminare, non c’è davvero nulla che io faccia senza amore, anzi ho proprio bisogno di innamorarmi delle cose che faccio per poterle fare bene, e sono davvero convinta che sia l’unico modo per fare le cose. E non si tratta solo di amor cortese con dolce scambio di amorosi sensi, l’amore è passione è rabbia quando le cose le cose non vanno e in quella rabbia sta tutta la forza per cambiarle le cose, una delle persone che stimo di più in assoluto anni fa aveva coniato uno slogan “ È RABBIA È AMORE” perché in queste due parole c’è tutto quello che serve.

Si d’accordo ma che c’entra questo con la Pandemia starete pensando? Ecco la pandemia ci ha portato via l’amore, l’ha fatto pian piano, prima ci ha allontanato dalle persone care, niente baci, niente abbracci, distanze, personalmente la cosa che mi è mancata di più nei mesi del confinamento duro sono stati i bambini, ho sofferta tantissimo la mancanza degli abbracci dei miei nipotini e nessuna chiamata zoom è stata in grado di lenire questo dolore.

La cosa peggiore però non è il dolore, ma quando questo dolore non lo senti più, allora vuol dire che ti sei abituato. Ricordo che il primo giorno di lavoro da remoto l’ho fatto in pigiama, poi una vocina si è fatta largo nella mia testa, mi è venuto in mente che nel libro sulla vita di Renato Curcio letto almeno 20 anni prima, lui diceva una cosa tipo “dalla prigione o esci distrutto o esci migliore così ho scelto la via del miglioramento ginnastica cibo sano ecc” quindi nella mia prigionia ho deciso di seguire l’esempio di un ex brigatista, rosso per giunta, lo so avrei potuto scegliere magari la vita di un santo, ma che ci posso fare mi è venuto in mente quello, anche perché avrò letto un milione di libri sugli anni di piombo e credo nessuno sulla vita dei santi! Così ginnastica mattina, pranzo e sera, cucina e lavoro, lavoro, lavoro mi sono tenuta viva e, per fortuna ho continuato ad amare, almeno un po’ me stessa, già perché dopo averci portato via gli altri la pandemia ha spesso portato via anche l’amor proprio.

E senza amore per gli altri, e amore per noi stessi, se non il desiderio di rimanere comunque malgrado tutto vivi, desiderio che condividiamo con l’intero mondo naturale, persino i VIRUS hanno un istinto di sopravvivenza, si è perso anche l’amore per la civiltà, per la libertà, per la filosofia, per quella dimensione metafisica che è propria dell’essere umano, chiusi davanti ai nostri PC a fare la conta dei morti.

Ed il prodotto di tutto questo è diventato ODIO, basta leggere i social per accorgersi di orde di odiatori seriali, che augurano ai NO VAX (categoria per altro indefinita visto che si etichetta come no vax chiunque abbia il coraggio di fare delle domande) di rimanere senza cure nel caso ne avessero bisogno, di infermieri che dichiarano che sbaglieranno a prendere le vene o che porteranno in ritardo i macchinari; purtroppo negli ultimi anni ho frequentato molto gli ospedali ed ho trovato un sistema sanitario allo sbando, ma tanti bravissimi infermieri e medici, umani e piani di empatia, ne ricordo una in particolare che al funerale di mio fratello piangeva come se il fratello fosse stato il suo. Ecco non credo che queste persone faranno delle cose brutte, ma credo che ce ne siano molti che hanno perso di vista il senso della vita, che non pensano più di avere di fronte una persona ma solo una categoria VAX, NO VAX ecc.

E mentre ragionavo di tutto questo arriva la notizia che il Dottor De Donno è morto; De Donno era un uomo, un medico, che aveva fatto il possibile per curare le persone che soffrivano ed aveva persino trovato una cura, se ci pensate poi era una roba semplice, da medico di campagna (come diceva lui stesso) infondo prima che i vaccini per le malattie esantematiche fossero così diffusi, ai bambini cercavamo di far prendere la varicella o il morbillo appena possibile, “così si facevano gli anticorpi”, quindi si è detto “prendo il plasma di chi è guarito e lo trasfondo completo di anticorpi in chi sta male e… funzionava, sono guariti tutti; ecco i complottisti quelli veri dicono che De Donno sia “stato suicidato” e per quanto sarebbe spaventoso, quest’ipotesi mi farebbe meno male di quella che io ritengo vera, cioè un medico bullizzato da colleghi invidiosi e prezzolati, persone con un H-index basso e un ego spropositato, preso in giro da le varie Selvagge Lucarelli, scomparso dalla TV mainstream senza neanche un saluto, costretto a dimettersi dall’ospedale dove era primario, ebbene quell’uomo, uomo dolcissimo, un uomo che raccontava di essere rimasto orfano in giovane età e di aver deciso di salvare vite per questo, perché amava il suo lavoro e amava la vita, un uomo intelligente e preparato (ricordiamolo primario di pneumologia) ma tuttavia un uomo semplice, privo dei mezzi per poter combattere in un mondo dove conta solo il profitto, in un mondo dove la parola di un’influencer conta più della sua, quell’uomo non ha retto; ecco cosa genera l’odio, e come sempre agisce in branco così non possiamo nemmeno trovare un colpevole!

Sarebbe ora riprendessimo a ragionare d’amore, perché è da quello che viene il coraggio, ed io personalmente vedo molto più amore nelle piazze che protestano contro il green pass, con pochi scalmanati amplificati dalla TV e tanta gente per bene che ama la libertà, che nella gente che resta a casa ad inveire. C’è più amore nella piazza davanti al Ministero della Salute piena di medici (medici eh, non carpentieri o idraulici, gente che ha studiato all’università proprio come le virostar) che ieri chiedeva l’adozione delle protocollo per le cure alternative, presentando una raccolta di circa 30.000 firme e chiedendo di poter fare l’atto di amore più grande, quello di curare i pazienti, piazza ignorata dalle TV per cui l’unica soluzione dev’essere il vaccino, piazza ignorata persino dall’inutile Speranza. Piazza nella quale l’unico personaggio politico che si è fatto avanti è stata quella cattivaccia populista di Giorgia Meloni, che da sempre chiede che vengano aperte le case della salute tema inserito nel PNRR ma poi dimenticato, un po’ come la cura con il plasma iperimmune è ben strano un mondo dove invece di curare la sofferenza, ci si vuole immunizzare (posto che questo vaccino non immunizza).

Per rispondere all’ultimo post che mi ha fatto saltare la mosca al naso “E facile fare il negazionista quando il sistema sanitario nazionale ti garantisce le cure indipendentemente da come la pensi tu”, dico che non è facile affatto, non c’è giorno che qualcuno non ti auguri di morire con atroci dolori, è piano di gente che ti tratta come un paria, eppure a me sembra l’unica cosa che si possa fare, perché se come diceva Ezra Paund “se un uomo non è disposto a combattere per le sue idee o non vale nulla lui o non valgono nulla le sue idee” mia madre, prima di ogni altro mi ha insegnato a fare la cosa giusta; ovviamente ho sbagliato e sbaglierò molte altre volte ma il faro che mi guida è sempre questo.

Sono fiera di avere un sistema sanitario zoppicante, ma che non chiede a nessuno come la pensa prima di fornirgli le cure, molta gente ha combattuto per questo e ora vogliamo distruggerlo noi seduti comodi alle nostre scrivanie?

C’è qualcuno che vuole persino interdire il voto senza green pass, sapete vero che nelle carceri durante le elezioni si allestiscono i seggi? Perché vengono interdette al voto solo persone che hanno commesso crimini gravissimi, per esempio contro lo stato stesso, gli altri possono votare, vaccinarsi non è obbligatorio quindi non vaccinarsi non è un reato, e ora un Burioni qualsiasi riscrive le leggi?

Per l’appunto un tema di leggi lo sapete che sul sito del palamento europeo, dove è stato pubblicato il nuovo regolamento 2021/953 per il rilascio dei certificati covid, il paragrafo 36 in lingua inglese sottoliena la necessità di evitare discriminazioni verso cittadini europei non vaccinati, mentre nella traduzione in lingua italiana questa specifica scompare? Siamo forse europeisti a momenti alterni?

Non sono sociologo, ma la deriva se non autoritaria mi sembra per lo meno allarmante, almeno ci avessero invaso con i carri armati sarebbe stato più evidente (sapete che uno dei fattori che indicano l’intensità di un rischio è la facilità nell’identificarlo?)

Ecco calmiamoci tutti, prendiamo fiato e ragioniamo, recuperiamo l’empatia e il rispetto per il prossimo, l’amore per quelle leggi che ci hanno reso faro culturale.

L’educazione non è fatta di paternalismo e minacce, ma dobbiamo fornire alle persone proposte colturali, insegnare la poesia, la musica, l’architettura non sono materie inutili, sono mezzi che ci aiutano a ragionare e riflettere.

Se smettiamo di litigare fra noi forse potremmo uscire da questa brutta storia con o senza vaccino, altrimenti finirò in una riserva… magari vi mancherò.

Stay tuned

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