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Rossella Seno, in tutti gli store digitali con La Figlia di Dio

Aggiornamento: 9 ago 2023


Pubblicato su supporto fisico (cd), dalla casa discografica “Azzurra Music” in collaborazione con l’Associazione Culturale “Disobedience”, è un album complesso questo, La figlia di Dio di Rossella Seno, scritto con la partecipazione di un autore di gran classe come Allan Taylor con cui ha realizzato la splendida “Cantami”, e aperto da un monologo assai suggestivo di Alessio Boni. L’ascolto è ingolosito da sonorità celtiche e arabeggianti che si mescolano in partiture e arrangiamenti calibrati dagli arpeggi di chitarra di Massimo Germini, lo storico chitarrista di Vecchioni che suona tutti gli strumenti a corda. In effetti, se i nomi valgono ancora qualcosa, basterebbero queste partecipazioni per definirne la qualità, ma la selezione di brani si afferma come momento d’ascolto e di riflessione grazie alle parole che Rossella fa fluire come in un flusso di coscienza. Attraverso piccole istantanee prendono forma le sue istanze personali, quelle che ne definiscono la natura.

Una personalità caotica e ardente come quella massa di capelli rossi e ribelli che ne adornano il volto imbronciato ed eternamente infantile che si riflette allo specchio in testi sofferti e dolenti seppure illuminati dalla speranza che ha la forma della colomba, simbolo di pace. L’urgenza di una presa di coscienza verso l’ecologia, l’insensatezza della guerra, gli emarginati di ogni latitudine del mondo, le donne sedotte e abbandonate, i bimbi dalle infanzie negate, la globalizzazione spietata. Le istanze sociali che stanno segnando questa epoca si affacciano coraggiosamente in un album che non ha la pretesa di insegnare ma semplicemente, di dire. Un disco che è un ritorno alla parola. Ben scelta, voluta, cercata perché nel caos della moltiplicazione dei media, la parola è più che mai forma e sostanza.

Rossella Seno, con la sua voce che è una carezza alla carta vetrata ci fa fare un giro per il globo per mostrarci orrori e meraviglie, insegue le contraddizioni di De André e un certo misticismo che fa pensare alla Alice di Battiato. La figlia di Dio, titolo che non è né una provocazione e neppure un autoincensarsi è un richiamo alla riscoperta di valori analogici, essenziali e sensuali. I buoni vecchi dischi di una volta.


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