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30 ANNI CON DANA SCULLY E FOX MULDER

Aggiornamento: 12 nov 2023

Trent’anni fa debuttava negli Stati Uniti, sul canale Fox, una serie destinata a cambiare i serial di genere fantastico: The X-Files, ideata da Chris Carter e incentrata sulle indagini ai confini della realtà dei due agenti dell’FBI Fox Mulder e Dana Scully.

In un mondo molto simile a quello reale, arricchito di elementi fantascientifici, i due protagonisti si trovavano a percorrere gli USA in lungo e in largo cercando di risolvere casi inspiegabili, con la premessa che lui, Fox Mulder, traumatizzato da bambino dall’inquietante scomparsa della sorellina minore Samantha, forse ad opera degli alieni, era un elemento brillante ma scomodo e dava fastidio a certi poteri forti, mentre lei, Dana Scully, fisica e dottoressa in medicina, molto scettica, doveva all’inizio screditarlo. Le cose poi non andarono così, tra i due nacque stima, amicizia e alla fine pure l’amore, in barba alle intenzioni iniziali di Chris Carter che non voleva che i suoi protagonisti diventassero una coppia scontata e melensa, cosa che Mulder e Scully non furono peraltro mai.

The X-Files durò inizialmente per nove stagioni, di enorme successo in tutto il mondo: in Italia giunse nell’estate del 1994, in sordina e in seconda serata, prima di esplodere come fenomeno di costume. In mezzo ci fu anche un film, nel 1998, Fight the future, mentre nelle ultime due stagioni la presenza di Fox Mulder fu ridimensionata per le richieste del suo interprete, David Duchovny, ed arrivarono due nuovi personaggi, John Doggett e Monica Reyes.

La serie ebbe una conclusione tutto sommato lieta e soddisfacente in un mondo di telefilm troncati malamente nel 2002, salvo poi tornare in un film non riuscitissimo sei anni dopo, I want to believe. Nel 2016 e nel 2018 Mulder e Scully furono protagonisti di due miniserie, con elementi interessanti ma cadute di stile imperdonabili nella costruzione della storia, forse dovute al fatto che il complotto oggi, tra fake news e emergenze costruite ad arte, non è più un qualcosa su cui ricamare storie di fantascienza. David Duchovny e Gillian Anderson si sono dedicati poi alle loro carriere, lui tra film, libri e musica, lei tra cinema, televisione e teatro, lasciando un ricordo indelebile nei loro fan che non hanno più trovato una serie così interessante, spesso copiata ma mai eguagliata.

A tre decenni di distanza, emergono i tanti pregi di The X-Files, a cominciare dall’aver reso familiari le tematiche fantascientifiche ai più, calandole in un contesto realistico: se serie pregevoli come Star Trek o Battlestar Galactica sono rimaste comunque di nicchia, The X-Files veniva seguito da un pubblico vasto ed eterogeneo, giovani e adulti, uomini e donne, genitori e figli, attratti dalla mescolanza dei generi, thriller e fantascienza in particolare. C’erano echi di altre serie e film, da Twin Peaks a Il silenzio degli innocenti, e gli episodi alternavano storie autoconclusive su casi singoli e la cosiddetta mitologia, a cui appartiene anche il film Fight the future, legata ad una cospirazione tra poteri forti paragovernativi sugli alieni, nata narrativamente per far sparire per un paio di episodi l’agente Scully, per consentire a Gillian Anderson di partorire sua figlia.

The X-Files arrivò in un momento importante per il fandom nerd, l’avvento di Internet: gli appassionati anni Novanta ricordano la rivista della Magic Press, ma anche le navigate sul Web in cerca di notizie e spoiler, i newsgroup e le mailing list in inglese, le fanfiction in cui si immaginavano nuove avventure e sviluppi romantici per Mulder e Scully.

I due protagonisti, coppia non coppia all’inizio ricalcata su altri modelli, come quelli visti in serie come Moonlighting e Mai dire sì, sono ancora oggi il punto forte della serie, il motivo principale per cui si sono visti anche i non esaltanti revival del secondo film e delle due miniserie degli anni Dieci del Duemila: un uomo e una donna con le loro paure e la loro voglia di giustizia, che si incontrano, si stimano e finiscono per amarsi, presentando un’idea moderna ma nello stesso tempo romantica dell’anima gemella oggi.

Mulder è in vari momenti il più fragile dei due, prigioniero dei demoni di un passato di cui scoprirà i segreti, Scully è la più forte, ma la sua corazza sarà messa a dura prova da prove durissime nella sua ricerca di verità. Mulder ha i tratti dell’eroe romantico, pronto a rischiare tutto per quello in cui crede, mentre Scully è un’eroina femminista, una donna che fa egregiamente un lavoro da uomo senza rinunciare ad essere avvenente e seducente, senza fare guerre ideologiche e paranoiche contro i suoi colleghi.

Si parla oggi di Scully effect, riguardo al fatto che la rossa Dana ha ispirato molte sue fan a interessarsi a lavori in campo scientifico e molti personaggi simili a lei: è e resta un’eroina tosta e vulnerabile, sensibile e volitiva, che supporta e sopporta l’uomo amato, non perfetto ma comunque un eroe, mettendo insieme caratteristiche, romantiche e moderne, femministe e classiche, andando contro l’idea di dover contrapporre in un’eterna lotta senza quartiere il maschile e il femminile.

Mulder e Scully ci hanno insegnato che gli eroi sono imperfetti a volte, ma sempre affascinanti, che ricercare giustizia e verità sono imperativi da seguire sempre, e che cercare e trovare l’anima gemella è possibile anche nel mondo di oggi e forse è proprio per questo che sono ancora tanto amati oggi.

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