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Vito Tripi

Addio Nico Fidenco cantore di intere generazioni di bambini

Ripercorriamo la carriera artistica del noto cantautore tramite i brani di alcune sue sigle più famose


Si è spento a Roma, all’età di 89 anni, l’artista Domenico Colarossi, meglio noto come Nico Fidenco. Uomo dal multiforme ingegno con la sua voce e i suoi testi ha scandito gli ilari pomeriggi di tutti coloro che furono bambini dai primi anni 70 a buona parte degli anni 80.


Vogliamo ricordarlo non col classico “coccodrillo” giornalistico ma tramite le sue creazioni con i brani più salienti di quelle sigle che tanti bimbi hanno fatto sognare. Poiché in quei versi, di cartoni animati mai casuali, c’era tutta l’essenza di Fidenco.

Cominciamo con un classico che illo tempore fu un successone ossia Don Chuck Castoro[1]. La trama dell’anime era semplice una società zoomorfa rurale vive serena e tranquilla in una foresta e il protagonista è il castorino Chuck, orfano di madre come nella tradizione animata nipponica, che con i suoi amichetti vive mille avventure. Ora leggiamo l’incipit del testo:

Don chuck Castoro Don chuck Castoro

Don chuck Castoro Don chuck Castoro

Nella foresta grande avventura

Ma lui non trema niente paura

Nuota nei fiumi Scala Montagne

Corre felice per le campagne

Don chuck Castoro Don chuck Castoro

Se tra le fronde sussurra il vento

Ciack lo saluta tutto contento

Quella è la voce della natura

che non conosce cemento e mura

Don chuck Castoro Don chuck Castoro

Va Don chuck non sa cosa avverrà….


In questi versi Fidenco manda quasi un messaggio antimodernista, contro l’urbanizzazione coatta e l’edilizia forzosa. Vi è un elogio alla natura incontaminata ma anche all’infanzia più pura fatta di giochi semplici all’aria aperta. Di un’infanzia votata al giorno per giorno, come dovrebbe essere in realtà, senza preoccuparsi del domani. E vi è anche un messaggio ad osare all’avventura. Verrebbe da domandarsi come abbia giudicato le nuove generazioni digitalizzate…

Ora veniamo ad un vero e proprio cult, di un’anime che lasciò insonne i bambini di tutta Italia ma che ebbe un successo strepitoso. Prima dei Piccoli Brividi e di Pelle e ossa vi fu Bem il mostro umano[2]. I protagonisti di questo cartone animato erano un trio Bem, Bera e il piccolo Bero, tre spettri, nati in laboratorio, che usavano i loro poteri, compresa il trasformismo, per difendere gli esseri umani da altri mostri e col desiderio di diventare umani a loro volta.

In primis va riconosciuta la creatività delle produzioni italiane nel costruire le sigle poiché le rendevano non solo più inquietanti ma erano cucite addosso ai testi di Fidenco. Il tutto si apriva con un suono di tamburi e di vento in sottofondo. Si vedeva una foresta lugubre che sia apriva mostrando una tetra casa sulla collina in mezzo alla tempesta. Da lì a poco una lapide si sgretolava mostrando una mano lattiginosa di donna che si muoveva quasi languidamente e tempo con il testo:

Notte bianca di spavento,

notte nera di terrore acqua pioggia neve e vento…

lampi e tuoni di furore [...]

Ma dal mondo dell’orrore

dove il cielo è sempre nero

piomba il figlio del mistero

più veloce del pensiero (del pensiero)

Arriva Bem nemico del mal,

che in bocca tien mille pugnal.

Solo tre dita, due occhi di ghiaccio,

sessanta vipere sopra ogni braccio.

In realtà la sigla trasmessa in tv era tagliata, potremmo dire censurata, per alcuni passi effettivamente truculenti e violenti. Ma resta il fatto della capacità di trasmettere inquietudine e coinvolgimento. Il senso del mistero, dell’ignoto e la suspense sono palpabili.

Di tutt’altro genere, più supereroistico, era l’anime Cyborg-I nove supermagnifici. Protagonisti di questa serie erano 9 ragazzi, di diversa età, etnia e sesso, divenuti cyborg che combattevano contro l’organizzazione criminale nota come Spettro Nero. Immancabile il riferimento sia a 007 che ai vari supergruppi dei comics americani. E la sigla era un tripudio di eroismo e giovanilismo:

Cyborg! Cyborg! Cyborg!

Nove magnifici

Imprevedibili

Nove invincibili

Inafferrabili

Siamo i Cyborg!

Tutti per uno, uno per tutti

Siamo i Cyborg!

Tutti e nessuno, nessuno e tutti

Siamo i Cyborg!

Stringi i pugni e vai

Mari e monti tu scavalcherai

E nessuno ti fermerà mai

Stringi i pugni e va', vai

Ti nasconderai

Ti troveranno e per te saran guai

Molto meglio se scomparirai

Stringi i pugni e va', vai

Nove magnifici

Insuperabili

Nove fantastici

Indistruttibili

Siamo i Cyborg!


Notiamo subito l’omaggio ai Tre Moschettieri di Dumas (dopotutto 9 non è un multiplo di 3?) e anche un po' a Pirandello e al suo Uno, nessuno e centomila. Per il resto è un tripudio al più classico e mai morto eroismo.


Ora arriviamo all’ultimo cartone animato, diversissimo da tutti quelli precedentemente citati, poiché di tematica western, forse un unicum in quegli anni, si sta parlando di Sam, il ragazzo del West. Anche qui una storia abbastanza comune un ragazzo orfano che cerca l’avventura nel selvaggio West. Solo che ogni storia raccontata è di un crudo realismo, con sparatorie, uccisioni e si affrontano anche temi forti ma, storicamente veri, quali il razzismo nell’America della frontiera.

Sam, Sam, Sam!

La faccia nel vento, il ferro nel braccio

Ti guardi d’intorno con gli occhi di ghiaccio

Non senti dolore con lo sguardo nel sole

(Sam, Sam, Sam!)

Tu vai più veloce persino di un lampo

Se tu lo decidi nessuno ha più scampo

Chi mai può fermare, chi mai può schiacciare

(Sam, Sam, Sam!)

Nessuno può fare una mossa fasulla

Se solo ci prova fra gli occhi ha una palla

Non c’è da scherzare, c’è poco da fare con

(Sam, Sam, Sam!)

Non c’è da scherzare, c’è poco da fare con

(Sam, Sam, Sam!)

Contro la luce del sole, del sole morente

(del sole morente)

Stanco nel corpo e stanca, stanca la mente

(stanca la mente)

Solo al tramonto Sam (se ne va lento Sam)

Solo al tramonto Sam (se ne va lento Sam)


Il testo ha già in sé una citazione a Clint Eastwood e al suo Il Texano dagli occhi di ghiaccio. E’ vero l’anime è del 1974, mentre il film è del 1976, ma in Italia sarà trasmesso nel 1982 su Rete 4, ergo il riferimento ci sta tutto. Ma tutto il testo è un grandissimo omaggio al cinema di Sergio Leone. Anche qui la scelta degli strumenti e del sound rende epica la sigla che ha uno spirito realmente country.

Infine esaminiamo anche il messaggio di questi cartoni animati che sono tutt’altro che scontati. In Bem, Cyborg e Sam è fortissimo il senso della diversità, del pregiudizio e della lotta per affermarsi. Difatti sia la famiglia di spettri che quella dei cyborg lottano per difendere l’umanità ma da essa sono viste con malanimo, soprattutto la prima. Sam, il cui nome per esteso è Isamu, è un meticcio figlio di un giapponese e di una pellerossa e quindi affronta quotidianamente le angherie e i soprusi della popolazione wasp. Non a caso uno dei suoi amici è Big Stone un pistolero negro che si era ribellato al suo masa (padrone).

In Chuck è la speranza e la crescita il messaggio di fondo oltre che quello ecologista.

Innegabilmente questi argomenti quanto mai moderni e reali hanno influito nella stesura dei testi delle loro canzoni e forse non è da escludere che lo stesso Fidenco le abbia scelte per la loro tematiche. Resta il fatto che solo un grande cantore come Nico poteva rendere epiche queste sigle e i relativi cartoni consegnandoli alla gloria dell’immaginario di collettivo di intere generazioni. Oltretutto guardando la pochezza e musicale e di sceneggiatura dei nuovi cartoon il senso di nostalgia per l’infanzia passata è ancora più forte.

Buon viaggio Nico e grazie per i sogni che ci hai regalato.

[1] Per questa sigla collaborò anche Paolo Lepore. [2] A collaborare a questa sigla venne chiamato Scardelletti.

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