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Alfredo Castelli. Di Misteri, Aristocratici e talmente tante altre cose da non riuscire ad elencarle


Alfredo Castelli

E così il 7 febbraio 2024 Alfredo Castelli ci ha lasciati. Si è riunito alla grande famiglia dei fumettisti che lo hanno preceduto nella Grande Redazione (Sergio Bonelli, Hugo Pratt, Jacovitti, Renato Polese, Luca Boschi, Francesco Coniglio) e sicuramente ora sa quale sia la verità al di là del mondo di tutti i giorni, quella verità che Martin Mystere, il suo alter ego a fumetti, ha cercato dal 1982, anno in cui apparve il primo numero della collana omonima, tuttora pubblicata dalla SBE (è arrivata al numero 407 di febbraio 2024).

Alfredo Castelli è stato di tutto e di più nel mondo del fumetto. Autore, saggista, storico, teorico, redattore, curatore di collane, ideatore di collane, e anche disegnatore. La pagina Wikipedia a lui dedicata dice “Noto soprattutto per Martin Mystere”. Vero, ma non del tutto. Il capolavoro assoluto di Castelli rimane l’omino bufo, il vero precursore di Sio, Peratoons, Fumettibrutti, e tutto quel filone della narrativa disegnata, che pone la pochezza del tratto come cifra stilistica.


Non è questo lo spazio per ripercorrere la storia lavorativa di Alfredo Castelli. Questo è un ricordo, non un saggio storiografico, ed il ricordo inevitabilmente si concentra su alcuni istanti, alcuni momenti.


Martin Mystere

Il primo è Martin Mystere. Nel 1982 non esisteva nulla di paragonabile a questo personaggio, che in pratica mescola l’avventura misteriosa alla Indiana Jones, con i temi della Fantarcheologia esplosa negli ’60 e ‘70 con Peter Kolosimo ed Erich Von Daniken.

Ma MM non era solo una Xploitaiton della moda del momento. Fosse stato questo dopo un tot la spinta propulsiva della moda si sarebbe esaurita, e con lei anche la forza vitale del personaggio. MM non era solo fantarcheologia o mysteri. Era tutta la curiosità di Castelli per le stranezze e le meraviglie che nasconde il nostro mondo, coniugate con la capacità di creare un cast di comprimari ricco, vivo, e capace di arricchire ogni albo con la sua presenza. Una storia di MM seguiva (e segue ancora oggi) una formula che mescola Idea innovativa + interazioni tra i personaggi del Cast + inserimento in una continuity precisa. Si potrebbe dire che in effetti ogni collana in cui il protagonista sia affiancato da un cast fisso più o meno segue questa formula, ma MM lo ha fatto meglio di altri. E questo va riconosciuto.


Il secondo ricordo è il periodo in cui Castelli ha curato assieme a Silver la rivista Eureka. E lo ricordiamo perché Castelli fu tra i primissimi a parlare di manga in Italia, sfruttando Eureka per proporre ai lettori qualcosa di nuovo che arrivava dall’oriente.


Il terzo ricordo è tutta la ricchissima produzione saggistica di Castelli. Ha scritto di tutto e su tutto. Addirittura un libro sui giochi di carte. Ma accanto a questi ricordo le sue collaborazioni con Francesco Coniglio, che hanno portato a un saggio su Fantomas e Fumettisti d'invenzione. Gli autori di fumetti nella fiction: al cinema, in televisione, nella narrativa, nella letteratura disegnata, alla radio e in altri media, un libro incredibile ed una riflessione meta-meta-fumettistica ancora oggi interessantissima.


Il quarto ricordo è l’amore che Castelli aveva per le nuove tecnologie legate alla scrittura e alla comunicazione. Nel 1982 Martin Mystere fu uno dei primi, se non il primo personaggio dei fumetti ad usare un computer.Meglio ancora, un Mcintosh. E nelle storie MM descriveva le incredibili meraviglie di un floppy disk alla fidanzata Diana, un oggetto che poteva contenere fino a mille libri. E il favoloso modem a 56k, con cui, con un po’ di attesa, si potevano inviare lettere a persone lontanissime. L’interesse di Castelli per la tecnologia era tale che nei primi numeri di MM in terza di copertina tenne una rubrica di divulgazione informatica, in cui cercava di spiegare ai lettori cosa fossero i Personal Computer, i Byte, e tutto il resto.


Il quinto ricordo è anche una domanda. Per quanto prolifico come storie e come saggistica, Alfredo Castelli non si è mai cimentato nel campo della narrativa pura, cosa che ad esempio, lo differenzia dal suo possibile precursore Mino Milani. Anche i romanzi di Martin Mystere non li scrisse lui, ma li affidò ad Andrea Carlo Cappi. Perché? Mancanza di tempo? Pigrizia? Cosa fece sì che la scintilla tra Castelli e la narrativa NON disegnata non scattasse mai fino in fondo? È un Mystero che rimarrà senza rispota.


Il sesto ricordo è una voce, una leggenda urbana, che circola sussurrata come pettegolezzo da raccontare dopo la terza bottiglia alle cene ufficiali delle manifestazioni a fumetti. SI dice che negli anni ’70 nel corso di un suo viaggio negli USA Alfredo Castelli si sia ritrovato a corto di soldi per tornare. Grazie ad alcuni contatti la situazione si risolse scrivendo una storia di Batman, e vendendola alla DC Comics. Vero? Falso? Non importa. Le leggende urbane sono belle proprio perché sono leggenda, e danno un sapere leggendario a coloro che ne sono protagonisti. L’idea di un giovane Castelli che risolve una situazione potenzialmente molto seccante, ripagandosi il ritorno a Milano scrivendo come ghost una storia di Batman è troppo bella per rovinarla cercando prove. Come dice John Ford in L’uomo che uccise Liberty Valance, “Quando la leggenda diventa un fatto, stampiamo la leggenda”. Rimane il fatto che vera o falsa che sia, la dice lunga sull’uomo e autore, Castelli.


E ci sarebbero ancora centinaia di ricordi. Alfredo Castelli storico finissimo del fumetto Pre-Golden Age, con una serie di saggi che meriterebbero una ristampa; Alfredo Castelli conoscitore della letteratura weird e bizzarra, capace di usarla come spunto per rimescolare le carte in tavola, scrivendo una controstoria del risorgimento, come in alcuni episodi della collana Storie di Altrove, dove Garibaldi e altri eroi nazionali vivono avventure di pura fantascienza; Alfredo Castelli ospite affabile e disponibile alle convention di fumetto, sempre disposto a parlare con i fan, e sempre pronto a dibattiti e interviste.


Castelli ha lavorato sul Corriere dei Piccoli e sul Corriere dei Ragazzi; ha ideato Tilt, la rubrica più pazza del mondo; ha creato gli Aristocratici, un super gruppo di ladri gentiluomini, che oggi sarebbe accusato di “Country shaming”, visto che giocava con i cliché nazionalistici in modo esilarante; ha aperto uno spiraglio per i manga (lo dicevamo prima); ha ideato uno dei personaggi più “fertili” in casa SBE (da Martin Mystere e dal suo “universo” sono derivati Zona X, Storie di Altrove, Giganti, Speciali, Bis, One Shot); ha realizzato il primo crossover “voluto” in casa SBE con l’incontro tra Dylan Dog e MM, e inoltre con l’incontro tra MM e un Mr.No avanti con gli anni, e con Nathan Never in forma robotica, Castelli pose le basi per il Multiverso Bonelliano, concetto ormai accettato da tutti.


Ma soprattutto Alfredo Castelli era una persona che si interrogava, una mente curiosa con l’occhio sempre aperto sulle immense possibilità che si trovano appena dietro il Velo di Maya della nostra percezione.


Grazie per tutte le storie che ci hai raccontato. Hanno arricchito la nostra vita, e senza di loro forse non saremmo chi siamo oggi.

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