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Barbara Bouchet: “Fatemi vecchia, fatemi brutta, ma datemi un ruolo adatto a una signora della mia età”

L’icona storica del cinema degli anni 60 e 70 si racconta tra ricordi degli esordi e di colleghi scomparsi e nuove opportunità lavorative.

Nel corso della splendida serata organizzata dalla Movie on Pictures, presso la sede ANICA di Roma, a cui hanno preso parte tra le altre personalità i maestri Dario Argento e Pier Francesco Pingitore, Francesco Difrischia del Corriere della Sera, la showgirl e attrice Greta Cianfano, e ancora, Carlo Prosperi, Francesco Antonelli, Giovanni Vanni Frajese e che ha visto il nostro direttore Pier Luigi Manieri introdurre il film storico Blood on the Crown abbiamo intervistato un’autentica stella del cinema, vale a dire la signora Barbara Gutscher meglio nota come Barbara Bouchet.



Con i suoi occhi cerulei, il suo crine biondo come il grano e le sue curve sensuali ha fatto innamorare, e lo fanno tuttora, migliaia e migliaia di uomini. Artista multiforme e di fama internazionale avendo recitato sia in Star Trek quanto nella serie di 007.

In Italia è stata famosa per il genere poliziottesco e per le commedie sexy, oltre che per essere la madre di uno degli chef televisivi più amati ossia Alessandro Borghese, dopo un periodo di oblio e ritornata a farsi rivedere ed amare dal grande pubblico.


Barbara Bouchet e Dario Argento

Lei è stata uno dei volti più amati del cinema italiano, e internazionale, ma come nasce il suo rapporto col nostro cinema?

Io sono arrivata qui nel '69. In quel periodo mi sono detta "Vado in Italia a fare un film prima di tutto perché non ci sono mai stata”. Una volta arrivata già all'aeroporto nel vedere la città, i colori, la gente allegra… Un mondo diversissimo dalla New York da dove provenivo in cui non ti vede nessuno. Mi sono innamorata di Roma.

Poi, dopo il primo film, che era Colpo Rovente, è cominciato tutto. Poi sono stata ingaggiata per fare la prima commedia e, senza accorgermene, sono scivolata dentro questo mondo meraviglioso.

 

Come fu il suo rapporto col nudo cinematografico?

Guarda, tutti dicevano "Ma non ti vergogni che vedono il tuo corpo tutto nudo?" ma io sono stata abituata così con i miei genitori che mi hanno cresciuto in un contesto molto aperto e non erano bacchettoni, insomma, erano persone molto “easy”. Oltretutto per me quello era un lavoro. Poi, io fuori da quella scena sono un'altra cosa, dopotutto sul set mi fanno fare l'assassina, mi devo vergognare? No. E il nudo è la stessa cosa.


Barbara Bouchet

Milano Calibro 9 che rapporto ha avuto con questo film?

Beh, con Fernando di Leo. Bravissimo. Bene, molto bene. E mi ricordo la famosa scena del ballo. Chiusero tutte le porte dicendo "nessuno la deve vedere questa scena" … il giorno dopo era su tutti i giornali, il che ci fece una grandissima pubblicità, difatti quella foto ha fatto il giro del mondo e ha reso la pellicola un caso storico.

Ho dei bellissimi ricordi anche dei miei colleghi: Gastone Moschin, una persona meravigliosa, Philippe Leroy altrettanto. No, devo dire, è stato un bel connubio.

 

Ci fu anche il film con Lucio Fulci, Non si sevizia un paperino, che per lei fu abbastanza segnante.

Ah, sì fu un mezzo scandalo. La pellicola fu molto criticata all'epoca perché c'era quella scena di nudo con un bambino ma in realtà era un attore nano. Io fui chiamata in causa, ovviamente, per testimoniare che non era un minore bensì un adulto affetto da nanismo. Ma non mi sconvolsi vedi io le mie esperienze le vivo così con grande tranquillità.

 

Parliamo anche delle sue esperienze internazionali, ad esempio Star Trek.

A posteriori mi viene da ridere all’epoca mica sapevamo che sarebbe diventato così iconico con tutti questi fan sparsi nel mondo chiamati i trekkies. Ma lì per lì, sai, la scenografia era molto povera, considerando tutto quelloche è arrivato dopo. Una sera Shatner bussò alla mia roulotte e mi disse "Andiamo a cena?"

E ho detto "Scusi, lei chi è?" si era scordato il tupè… Non l'avevo riconosciuto.

 

E di Casinò Royale invece?

Ci abbiamo lavorato un anno e mezzo a Londra per quel film. E con un cast fantastico e la persona che ho adorato di più, è stata David Niven. È stato un compagno di lavoro divertente da morire, bravissimo. E se mi dici quale attore, io dico David Niven.


Pingitore, Argento

Lei negli anni 80 fece anche televisione una simpatica trasmissione intitolata Beauty Center Show con Franco&Ciccio che ricordi ha?

Intanto la famosa canzone “Se tu fossi bello” che eseguivo io. Quella fu un’esperienza un po' complessa più che altro per la scelta del regista di affiancarmi il duo comico. Io, purtroppo, ho avuto un'esperienza non piacevole tanto prima in un film, Ciccio mi piaceva, ma con Franco… diciamo non avevamo legato tanto.

E allora ho detto al regista "io lo faccio, ma tutto separatamente non voglio niente a che fare con Franco e Ciccio" e così fu.

 

Che rapporto ha col piccolo schermo?

Sai gli attori del cinema all'epoca, snobbavano un po' la tv, quando proponevi loro di fare una cosa in televisione, che era ancora il nuovo, rispondevano "No, no, no, per carità, sarebbe un andare indietro". Nel mio caso fu diverso io avevo già lasciato il cinema quando avevo 39 anni.E quindi quando mi fu offerta l’opportunità di Beauty Center Show, dove potevo ballare, cantare, fare interviste, stavo già con la mente alla mia palestra e di farle pubblicità. E devo dire che è stata un'esperienza stupenda.

 

Esperienza che fece scuola in un certo senso…

Esattamente! Berlusconi aveva visto subito un plot che funzionava molto bene e subito ha scritturato, Edvige Fenech con Rick Gian.La ingaggiò per fare un'altra trasmissione che non andò bene. E però, la Edvige all'epoca era fidanzata con Montezemolo. E così…

 

Che ricordo ha di Renzo Montagnani, con cui ha lavorato?

Renzo, meraviglioso. Un compagno di lavoro stupendo, è stato molto sottovalutato. Molto sottovalutato perché faceva queste commedie, quindi l'hanno un po' scansato, non è riuscito di uscire fuori da questi personaggi e lui ne ha sofferto molto.

 

E invece Lino Banfi?

Non ho mai avuto grandi rapporti con Lino. Lui è più legato a Edvige e non a me. Però il lavoro siamo stati perfetti insieme.

 

Negli ultimi anni le commedie sexy e il cinema di quegli anni è stato rivalutato e riscoperto.

Questa è una cosa che a me fa molto piacere perché i nostri film sono stati sempre considerati serie B, non so cosa vuol dire, comunque, un po' ci hanno snobbato, la critica l'ha snobbata altamente. Però il pubblico ci ha sempre amato. Il pubblico, sì ci ha sempre dato soddisfazione.

Ma sono questi i film che ancora oggi ripropongono in tv, specie su Cine34, quindi i giovani riescono a vederli, oltre coloro che all'epoca erano bambini, e possono apprezzarli. Anche se, però, tanti, tanti film e molto altro sono spariti totalmente.


Nel prossimo futuro, quali saranno i suoi impegni?

Ah, questo non lo so ancora. Io adesso ho cambiato stile, ovviamente, ho faticato tanto e sono stata assente dal cinema per 20 anni. Poi sono rientrata col film di Martin Scorsese, Gangs of New York, ho ripreso anche con la televisione e quindi ho dovuto iniziare da capo anche perché molti pensavano che magari non ci fossi più dopo 20 anni.

Adesso quando mi chiamano dico sempre: "Fatemi vecchia, fatemi brutta, ma datemi un ruolo adatto a una signora della mia età". E con La nonna nel freezer mi sono sdoganata e adesso mi accettano in questi ruoli della donna della mia età, di quali io sono molto fiera.

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