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Roberto Iacopini

BIDEN FA SUA L'IPOTESI DI TRUMP, IL VIRUS E' USCITO DAL LABORATORIO CINESE?

Aggiornamento: 15 giu 2021


Il 16 febbraio 2020, il senatore repubblicano Tom Cotton ospite di Fox News, espresse pubblicamente la possibilità che il virus avesse avuto origine in un laboratorio situato nella stessa città di Wuhan, in Cina, dalla quale era partita la pandemia.


Nel marzo 2020, fu Trump a definirlo “virus cinese” scatenando polemiche a non finire, fino a twittare nel maggio 2020: “È stata l'incompetenza della Cina, e nient'altro, la responsabile di questo omicidio di massa nel mondo”.


Oggi a riaprire questo scenario è il presidente Biden, con la richiesta di un’indagine più approfondita sulla base di un documento dei Servizi segreti americani in cui si ipotizza che il virus sia il risultato di un errore avvenuto nei laboratori di Wuhan.


Non c’erano prove che il virus fosse oggetto di studio in laboratorio e che da qui fosse “fuoriuscito”, ma la doppiezza e i tentativi di depistaggio della Cina fin dall'inizio, rendevano più che lecito avanzare il sospetto.


LA COMMEDIA DELLA POLITICA ASSEGNA I RUOLI

Purtroppo, però, le parti in commedia erano già belle assegnate. I progressisti assunsero il ruolo dei razionalisti che credevano solo alle evidenze scientifiche. I conservatori quello di chi si opponeva al pensiero mainstream che scartava ogni sospetto.


La gran parte della stampa statunitense ovviamente scese in campo accanto ai liberal, a cominciare dal Washington Post, che ridusse l’ipotesi ad una “teoria del complotto”, mentre il Times si limitò a descriverla come una “teoria marginale”.


L’opinione pubblica liberal rivendicava di essere obiettiva e dalla parte della ragione, il che restituiva ai conservatori un’antagonista contro cui inveire. In buona sostanza la denigrazione era reciproca e cooptava anche la scienza nel dualismo politico.


La teoria della fuga del virus dal laboratorio proveniva dalla destra, che nel migliore dei casi incolpava la scienza impazzita, mentre nel peggiore, sembrava adombrare un atto di guerra biologica dei cinesi.


ANTHONY FAUCI, DIVENTA L’EROE ANTI TRUMP

Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, disse: “Tutto (…) indica fortemente che questo virus si è evoluto in natura e poi ha saltato le specie”. Così guadagnando facilmente l’applauso degli anti-trumpiani.


Qualche dissenso venne espresso da scienziati come il premio Nobel, Montagner, che provò ad incrinare la teoria naturale. Ma anche per gli scienziati che in segreto la pensavano come lui, risultava difficile stare dalla parte di chi veniva sbeffeggiato.


L’OMS LIQUIDA L’IPOTESI DOLOSA IN 4 PAGINE

Barlumi di verità hanno cominciato ad affiorare alla fine del marzo 2021, quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rilasciato un rapporto sulle origini della pandemia, intervistando il personale del Wuhan Institute of Virology.

Il team investigativo concludeva che l’origine del Covid-19 fosse dovuta a un trasferimento animale era “da probabile a molto probabile”, mentre era “estremamente improbabile” che la pandemia scaturisse da un errore del laboratorio.

Il passaggio cruciale del transito dai pipistrelli all’uomo non veniva provato. Infatti, il Covid-19 non è mai stato trovato in alcun animale. Mentre il rapporto dedicava solo quattro di oltre trecento pagine, alla possibilità dell’origine nel laboratorio.

Considerazioni che hanno successivamente portato il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, a dire agli stati membri dell’agenzia che il team di esperti non aveva analizzato a sufficienza la teoria della fuga dai laboratori.


TORNANO I SOSPETTI SUL LABORATORIO DI WUHAN

Così quello che era inizialmente apparsa come una indagine che aveva il consenso dell’establishment, ha rilanciato tutti i dubbi iniziali alla comunità scientifica e allo stesso Biden, oggi entrambi più liberi di sostenere le tesi già avanzate da Trump.

La conversione del mondo politico alla tesi del virus “scappato” è contemporanea a quella della scienza. All’inizio del mese, quando a Fauci è stato chiesto se fosse ancora sicuro dell’origine naturale del virus, ha detto: “No, in realtà”.

Il 30 maggio, il Wall Street Journal ha riferito di un rapporto dell’intelligence statunitense secondo cui tre ricercatori dell’Istituto di virologia di Wuhan si sono ammalati con sintomi simili a quelli del Covid già nell’autunno del 2019.


Da allora più di tre milioni di persone sono morte e oggi possiamo dire che all’origine c’è comunqueun virus di origine cinese. Se risultasse chiaro che qualcuno ne è stato colpevole, come dovrà comportarsi l’Occidente che dal virus stato il più colpito?

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