top of page

Elemental, o la sparizione dei cattivi

Aggiornamento: 20 ago 2023


Vedendo Elemental, l’ultimo film Pixar, una domanda aleggia nella mente dello spettatore alla fine: “Perché?”.

Perché dedicare del tempo alla visione di qualcosa? Perché trascorrere del tempo guardando un film? Nel secolo passato l’uscita di un film era un evento. Il ritmo produttivo con cui si realizzavano i film era cadenzato su una scansione del tempo che permetteva alla persona di seguire – se non tutto quel che usciva – una buona parte. Oggi invece siamo nell’epoca della ridondanza. Tra film realizzati per le sale cinematografiche, serie TV per i canali “vecchio stile”, film realizzati direttamente per lo streaming, serie TV disponibili con tutte le puntate in un’unica soluzione su Netflix, con almeno 10 o 12 piattaforme di streaming (e parliamo solo dei prodotti contemporanei, non considerando il catalogo passato di produzioni cinematografiche e/o televisive dal 1927 in poi) ogni giorno abbiamo a disposizione più ore di intrattenimento visivo di quante ne  contenga una giornata. Il surplus di offerta deve farci porre con maggior nettezza la domanda “Perché lo guardo?”. E qui veniamo ad Elemental. Elemental è l’ultimo film Disney/Pixar, e racconta la storia della relazione tra Ember (una Fuochiforme, ossia un essere composto da fuoco) e Wayne (un Acquiforme, ossia un essere composto d’acqua). Il tutto all’interno di Element City, la città dove vivono esponenti dei vari elementi. Però non è tutto così chiaro. In teoria se prendiamo la parola “elemento” in senso letterale Element City dovrebbe essere la città dove vivono le incarnazioni dei vari elementi della tavola periodica degli elementi (Ferro, Idrogeno, Azoto, Ossigeno, Carbonio, ecc…). Oppure prendendola in senso simbolico dovremmo avere i quattro elementi (Fuoco, Acqua, Aria e Terra), più al limite qualche variazione misticheggiante. Invece nel film non vediamo nulla di tutto questo. Vediamo esseri fatti di fuoco, di acqua, fatti di nuvole, ma nessuno fatto di Terra. Vediamo esseri che richiamano gli alberi o la flora, ma il concetto di Elemento in realtà non è usato. La storia è la tipica storia “lei incontra lui per caso – lei è colpita da lui ma non lo fa vedere – lui è colpito da lei, e lo fa vedere – lei si innamora – lei deve scegliere tra l’amore e il dovere verso la famiglia – lei lo respinge – arriva la crisi – tutto finisce bene”. La storia segue binari usati, riusati e strariusati.

È un film brutto? Se intendiamo brutto in senso estetico ovviamente no. È vero che Wayne, il co-protagonista esponente del popolo (? o razza?) degli Acquiformi è il personaggio peggio concepito da mente umana in un film Disney/PIxar, e sarebbe interessante sapere chi ne abbia approvato il character design, visto che fa pietà sia a livello di disegni che di caratterizzazione del personaggio. È vero… “Bisogna rispettare il lavoro altrui…. Non sei un animatore…” e altre frasi fatte. Ma sono obiezioni prive di senso. Wayne è un personaggio concepitocoi piedi, disegnato coi piedi, e caratterizzato coi piedi. Punto. Se chi ha deciso come doveva essere si sente offeso peggio per lui. Significa che la verità fa male. Ed è anche vero che la resa in 2D di Ember (l’altra protagonista del popolo dei Fuochiformi) e in genere di tutto il popolo dei Fuochiformi lascia leggermente perplessi, perché i contorni dei personaggi così smaccatamente bidimensionali (naso, capelli e contorni delle sagome dei fuochifrmi) contrastano con il 3d perfetto del resto del film. Ma complessivamente Elemental è un’orgia visiva. No so se ricordate Robot, film di animazione di qualche anno fa, dove la città dei robot era un tripudio di colori, forme, e altor. Beh Elemental porta il lavoro di scenografie, rendering, costruzione di un mondo su un altro livello ancora.

È un film brutto? Se invece con brutto intendiamo un giudizio narrativo o in quanto opera che dovrebbe raccontare una storia allora sì, sì, sì. Mille volte si.

Il dramma oltretutto è che anche “brutto” è un giudizio troppo netto e generoso. Vorrebbe dire che Elemental ha una personalità, brutta ma almeno ne ha una. Il vero dramma è che Elemental come film è inutile. Narrativamente è inutile. Superfluo. Si esaurisce completamente nel messaggio edificante che vuole trasmettere, e non dà vita a una storia, a un percorso, a un conflitto al termine del quale i personaggi sono maturati. È tutto telefonato, una sequenza di cliché visti e rivisti, infilati in successione per arrivare al lieto fine che chiunque sia dotato di due neuroni ha già indovinato al primo minuto del film.

E veniamo al punto che certifica l’inutilità del film. Qual è il principio base di tutta la narrativa Disney dal 1938 - data di Biancaneve – a oggi? Un eroe (e/o una storia) è interessante solo se il CATTIVO/ANTAGONISTA è più interessante di lui. È il contrasto, lo scontro, la lotta tra Eroe e Antagonista che rende la storia interessante,e viva. Altrimenti è solo un discorso ideologico su come sia bravo e buono il personaggio X, e come le sue scelte siano giuste. Inoltre l’antagonista, il nemico deve essere una persona. Deve esistere. Deve essere qualcuno con cui scontrarsi in carne e ossa. Qualcuno con motivazioni opposte e incompatibili con quelle dell’eroe. Il Male deve opporsi al Bene. E nella narrativa dei film Disney il Male viene sconfitto, perché le sue motivazioni sono eticamente e oggettivamente inferiori a quelle dell’Eroe.

Abbiamo detto dal 1938 a oggi? Ci siamo sbagliati. A un certo punto in un momento X in questi ultimi 10 o 20 anni la demenza (in senso narrativo) si è impadronita della Disney, della Pixar, e più in generale dell’industria dell’intrattenimento USA/mondiale. Non possiamo più connotare qualcuno come “cattivo” perché vorrebbe dire escluderlo. Vorrebbe dire ritenersi superiori. Vorrebbe dire non capire le sue motivazioni. Ora, detto che le motivazioni della matrigna di cenerentola, di Scar, di Ursula, di Malefica, di Gaston, di Crudelia de Mon possiamo capirle quanto volete ma resteranno sempre dei grandissimi bastardi che andrebbero presi a randellate e tolti di mezzo per il bene di tutti, questa abolizione dei cattivi va contro qualsiasiregola di costruzione delle storie, da millenni a questa parte.

Eppure guardate Red, Encanto e oggi Elemental. I cattivi non ci sono più. Non c’è più nelle trame dei film lo scontro con un nemico individuale. In Elemental chi è il “nemico?” Una chiusa difettosa, una difficoltà di comprensione tra generazioni, un’inondazione. Tutti elementi a-morali. Non sono antagonisti da sconfiggere. Sono problemi da risolvere.  E questa è la morte della narrativa.

Laddove i grandi film Disney/Pixar proponevano un’Etica (pensate a Biancaneve, Cenerentola Up, o Wall-E) nata dal confronto tra i miei valori e chi li combatteva, e da questo scontro i miei valori ne uscivano rafforzati, perché il Bene vinceva, oggi è tutto un mischione in cui i valori valgono tutti allo stesso modo in quanto ognuno espressione della volontà di un individuo X che non posso più connotare come “cattivo”, e così facendo tutto vale niente. L’unicodiscrimine è l’intenzione individuale. E quel che vale per me può non valere per te. E io devo rispettarlo. Anche se sei Crudelia. O Malefica. O Scar.

Allora se dovessi dare un voto al film, da un punto di vista tecnico/visivo 9. Non è la perfezione ma è sicuramente molto vicino, anche se Wayne è fatto malissimo.

Come film più di 4.5 non va. È incredibilmente prevedibile, personaggi stereotipati, situazioni stereotipate, e ammiccamenti woke inutili. A un certo punto, quando Ember va a cena a casa di Wayne, la madre di Wayne presenta i componenti della famiglia, e presentando la sorella di Wayne dice: “Questa è la sorella di Wayne con la sua ragazza”. Perché? Narrativamente l’inserimento e la citazione della coppia omosessuale composta dalla sorella di Wayne con la sua ragazza non aggiunge nulla alla storia del film. Rimangono lì. Non ci sarà successivamente, in un momento di crisi, un riferimento, un atto, una battuta che giustifichi questo elemento, all’interno della narrazione stessa. Che la coppia omosessuale sorella di Wayne/fidanzata ci sia o non ci sia non incide sui meccanismo della storia. E allora perché inserirla con una citazione esplicita? Perché in un film Pixar rivolto ai bambini una coppia omosessuale deve esserci, e deve essere citata, perché la sua presenza va sottolineata ed evidenziata, anche se poi non fa nient’altro. E anche perché deveesserci, per dire “Vedete? C’è anche la coppia gay. Possiamo concorrere agli Oscar ora?”.

C’è un termine preciso per questa strategia: Rainbow Washing. E il bello è che le persone ancora ci cascano.

Non andatelo a vedere.  Risparmiate i soldi.



57 visualizzazioni

Post correlati

Comments


bottom of page