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Francesco Coniglio: un ricordo

Alessandro Bottero

Aggiornamento: 20 ago 2023


Come fai a parlare di qualcuno che se ne va? Ripensare alla vita di chi muore, e passa altrove? A volte sono personaggi pubblici, e giustamente la stampa li ricorda basandosi sui dati a disposizione di tutti. A volte invece chi ricorda ha condiviso un percorso, un tratto di strada della vita di chi ci ha lasciato. E allora come fai a parlarne? Ci sono ricordi condivisi, confidenze, momenti belli e momenti tristi. Magari hai assistito al chiudersi di alcune fasi della vita di chi stiamo ricordando, e sai cose che altro non sanno. Ma è giusto metterle in piazza? Vantarsi in modo sottile e meschino del “sapete, io conoscevo la persona di cui parlate tutti bene. Io ero suo amico”, come per dire “Se adesso dite che volete bene a lui, visto che lui era amico mio, dovete volere bene a me”. È la sottile tentazione dei ricordi di chi ci lascia. “Svelare” aneddoti o particolari per fare bella figura con chi rimane e loda il defunto. Allora come fai a parlare di qualcuno che se è andato e che aveva ancora tantissime idee e progetti?

Se uno volesse attenersi ai dati il futuro di Francesco Coniglio, ora che aveva ripreso in mano il marchio Coniglio Editore, si preannunciava ricco di possibili soddisfazioni. C’erano idee, progetti, libri in fase di gestazione da essere occupati per almeno dieci anni. I primi mesi del 2023 erano stati mesi di ideazione, progettazione. Tempo in cui stavano maturando nuove collane, nuove riviste, nuove proposte, nuovi libri, saggi sulla musica, sul fumetto. Ad aprile era partita la campagna di promozione per un volume dedicato a Donna Summer, e altri ne dovevano seguire. Perché Francesco Coniglio era fatto così. Mai riposarsi sugli allori. Sei riuscito a fare X? Bravo. Però adesso dobbiamo pensare a fare DUE X, dobbiamo farci venire in mente altre idee, altri progetti, altre collane, altri libri, altre proposte. E questo sia come editore, che come consulente editoriale. Tutti ricordano che da anni era il consente editoriale di Sprea Editore, ma Francesco Coniglio dava spunti e idee anche ad altri. All’editore 3Parentesi, ad esempio, per cui seguiva libri di carattere musicale, l’ultimo dei quali è stato il Cantautori e Cantautrici del Nuovo Millennio, a cura di Michele Neri. E poi a Igino Straffi, per la Rainbow, con il lavoro editoriale sui fumetti delle Winx e delle Pixies.

Fumetto, musica, narrativa, saggistica, editoria a 360# gradi. Francesco Coniglio era un editore. E in Italia se sei un editore che conta solo sulle sue forze (Francesco Coniglio riteneva i sussidi pubblici all’editoria sbagliati in se stessi) a volte fai errori, e il mercato non perdona. È stato un editore esente da pecche, inciampi, incidenti di percorso, fatture non pagate, debiti? No. Sarebbe stupido dirlo. I veri amici ricordano la verità, e vogliono bene a prescindere (o anche grazie a) da questa. Nella lunga carriera di Coniglio ci sono traguardi. Giusto per elencarne qualcuno: il primo laboratorio del fumetto in Italia; la prima fanzine in grado di proporsi come voce autorevole nel mondo del fumetto, ossia l ‘Urlo; il primo editore ad aver dato dignità al fumetto erotico; il primo editore ad aver pensato la saggistica musicale come genere letterario; il primo editore ad aver esplorato la narrativa breve della generazione Millenials; il primo editore ad aver parlato di Cosplay in modo serio col volume Fenomenal Cosplay e tanti altri ancora. Ma anche tonfi spettacolari. Fallimenti, chiusure, percorsi che si interrompono bruscamente perché i lettori non rispondono, e poi i soldi mancano, e alla fine sei da solo, perché dietro non hai la multinazionale X o la ricca ereditiera Y. Però se c’era una cosa che a Francesco Coniglio non è mai mancata è stata l’energia per ricominciare. Chiude la ACME? Andiamo avanti. Chiude Mare Nero? Andiamo avanti.

Ultimamente una delle cose che più interessavano a Francesco Coniglio era preservare la memoria storica e riuscire a trasmetterla alle nuove generazioni. Ecco perché, se ci fate caso, tutti i progetti di riviste elaborati negli ultimi anni hanno sempre avuto uno spazio dedicato alle interviste a nomi storici. Per Coniglio l’intervista era il cuore stesso della ricerca storica. Ritrovare chi aveva vissuto determinate esperienze, e riuscire a farlo parlare, così che i suoi ricordi diventassero patrimonio comune. Purtroppo, anche se da molto tempo gli era stato chiesto di fare lo stesso coi suoi ricordi, ora che ci ha lasciati, le sue esperienze, le sue testimonianze del mondo del fumetto e della musica dagli anni ’60 del XX secolo a oggi sono svanite.

Avremmo potuto limitarci a un asettico elenco delle cose che Francesco Coniglio ha fatto, come hanno fatto altri, e di cose da dire cene sarebbero tantissime. A vent’anni, nel 1977, fonda a Roma l’Officina Filmclub. Erano gli anni dei cineclub, anni in cui soprattutto a Roma, nascevano luoghi dove il cinema veniva “portato a tutti”, e discusso al di fuori dei festival ufficiali. Lo stesso spirito DIY, punk ma con un cervello pensante, fa sì che nel 1978 assieme a Luca Raffaelli fonda L'Urlo, fanzine di critica sui fumetti, che per qualche tempo fu lo spauracchio della critica ufficiale e del Salone dei comics di Lucca. L’Urlo andava contro lo status quo, svelando meschinità e piccinerie. Da lì partì la carriera. Scuole di fumetto, service editoriali, decine di testate su cui Coniglio e il suo gruppo di collaboratori, tra cui un giovanissimo Paolo di Orazio, misero le mani. E poi nel 1989 fondare l’ACME, casa editrice con Silver. Pubblicare Lupo Alberto, pubblicare Cattivik, pubblicare Splatter, pubblicare Torpedo. Con l’ACME ad esempio partì la carriera di un giovanissimo Stefano Disegni, nome scelto tra i tanti, ma anche quella di Mauro Talarico con Cuori Grassi. Nel 1991 fondare la Blue Press perché mancava una rivista dedicata la fumetto erotici in Italia, e allora perché non farla? Ecco Blue, 20.000 copie vendute nei primi anni, per una rivista che pubblicava fumetti erotici. Si avete capito bene. Dove i personaggi copulavano, e non c’erano pecette. Ma non solo. C’erano articoli. C’erano articolisti. C’erano nomi. C’erano pensieri. Oggi tutti ricordano i disegnatori apparsi su Blue, ed è giusto, perché sono tanti e bravissimi, ma bisognerebbe ricordare anche chi scriveva su Blue, chi proponeva articoli e testi che riflettevano sull’immaginario erotico, sul risveglio sensoriale, sulla necessità di godere la vita in pieno, anche qui un nome giusto per ricordare tutti i vari collaboratori di Blue, Susanna Schimperna, E la storia va avanti. Fondare Castelvecchi, Mare Nero, Coniglio editore. Altri marchi, altri autori. Milo Manara, Paolo Eleuteri Serpieri, Massimo Rotundo, Filippo Scozzari, Massimo Mattioli, Roberto Baldazzini, Giovanna Casotto, Laura Scarpa, Gipi, Aldo Nove, Isabella Santacroce, Luther Blisset, Riccardo Mannelli, Franco Saudelli, Carlos Trillo, Georges Wolinski, Ralf König. Con proposte spiazzanti, trasgressive, che scuotevano. Ricordiamo il libro di Gianfranco Fini subito dopo la frattura con Berlusconi. O il libro che per primo svelò gli affari dell’ENI in Libia e in medio oriente. E ancora la prima collana di saggi dedicata ad Anime e Manga, su cui - ad esempio - esordì Elena Romanello con libri dedicati a Lady Oscar e Candy Candy. E poi la musica, sempre con l’idea di raccontare storie, salvare storie, tramandare storie. Forse l’opera che meglio incarna questo spirto è C’era una volta l’RCA – conversazioni con Lilli Greco, per decenni dominus degli studi romani dell’RCA sulla via Tiburtina a Roma, volume scritto da Maurizio Becker che racconta, sulla base delle testimonianze di chi ha vissuto gli eventi, la storia della RCA, uno dei soggetti più importanti nel mondo discografico italiano.


Poi i fallimenti, i debiti, il lavoro per altri come consulente. Per Arcana inizialmente, poi le strade si divisero non bene. E infine nel 2012 la richiesta di un parere su una rivista che aveva appena due anni di vita in edicola, Classic Rock. Da lì partì la nuova vita di Francesco Coniglio. Consulente editoriale del gruppo Sprea, e mente pensante di Contents, il service editoriale che dava carne e ossa alle sue idee. Classic Rock, Prog, Vinile, Cucina Vegana, e poi ancora Conoscere la Storia, BBC Scienze, Professione Camionista, Leggi Illustrate, il ritorno dei fotoromanzi con Sogno e decine di speciali che spaziano da Gordon Ramsey all’anno santo del 2013, agli psicologi e alla musica, fino all’ultima creatura, la sezione Sprea Comics con le riviste Heavy Metal e Anime Cult, e i volumi a fumetti usciti in questo biennio 2022 – 2023.

Ma queste sono solo date, cose fatte.

Potremmo parlare delle passioni più personali, quelle che lo rendevano persona a 360 gradi. La musica e i suoi autori preferiti: Paul McCartney, Lucio Battisti, Fabrizio De André, ma anche Sergio Endrigo. Il fumetto, con collezioni complete scovate su eBay di serie dimenticate anni ’70 e ’80. Il suo amore per Diabolik degli anni ’70, e per Zagor sopra tutti i personaggi Bonelli. Il cibo, con una passione per le notizie e i segreti dei vari alimenti, delle ricette. C’era in lui l’attenzione alla qualità delle materie prime, e la curiosità della storia dei vari alimenti. E infine, ripensando al Coniglio che forse pochi conoscevano, un interesse sincero verso una concezione olistica della natura e del mondo.


Ricordare Francesco Coniglio però dovrebbe essere ricordare tutti i suoi rapporti umani, le persone che conosceva, le persone la cui vita è cambiata grazie all’incontro con lui.

Ricordare Francesco Coniglio dovrebbe significare ricordare altri giganti che ci hanno lasciati: Hugo Pratt, Sergio Bonelli, Renato Polese, Luca Boschi, Carlos Trillo.

Ricordare le decine e decine di protagonisti del mondo culturale italiano che lo hanno conosciuto, e di cui lui ricordava fatti e gesta.


Francesco Coniglio ci ha salutati, e si è incamminato per un’altra avventura.

Chi è stato Francesco Coniglio?

Un uomo di cultura.

Un uomo fatto, nutrito, alimentato, intriso di cultura.

Un uomo che ha sempre condiviso questa cultura, con chiunque la volesse.

Un uomo libero.


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