Alla fine è arrivata. Seguendo il consueto copione politico-diplomatico, la tregua nell’ennesimo conflitto tra Israele e palestinesi permette ad Hamas di consolidare la propria egemonia militare sulla popolazione della Striscia di Gaza, consentendogli di festeggiare il cessate il fuoco quasi fosse una vittoria.
L’ennesima guerra israelo-palestinese trae origine da un’evidenza: l’amministrazione Biden ha mandato segnali di allontanamento dagli alleati - Israele e Arabia Saudita, in primis - e l’Iran ha colto l’occasione per tornare a riaprire la questione palestinese.
Partito con una disputa pretestuosa su Sheikh Jarrah, lo scontro si è articolato in tre atti. Il primo: il lancio di centinaia di razzi sui centri abitati israeliani nella sostanziale indifferenza nell’opinione pubblica internazionale.
Il secondo: la reazione di Israele che ha sviluppato raid mirati su postazioni di lancio, depositi e abitazioni dei leader di Hamas che ha provocato vittime civili e l’indignazione mondiale.
Infine, gli appelli a fermare le violenze, “da ambo le parti” e il cessate il fuoco mediato dall’Egitto e dichiarato simultaneamente dalle parti. Ma solo in attesa del prossimo, ennesimo, scontro bellico.
Dovendo tracciare un bilancio del conflitto, possiamo dire che a perdere sia stato, ancora una volta, il popolo palestinese usato cinicamente in una guerra per procura di Teheran contro Israele e Arabia Saudita.
Sconfitta è anche l’amministrazione Usa che non ha ancora elaborato una strategia negoziale alternativa agli Accordi di Abramo voluti da Trump, che avevano come obiettivo quello di isolare politicamente l’Iran dal resto del mondo arabo, di fatto isolando anche i suoi bracci militari nei territori palestinesi.
Il principale sponsor e fornitore di armi ad Hamas e alla Jihad Islamica Palestinese è la Repubblica islamica iraniana. Mentre aprendo senza precondizioni al rientro degli Usa nell’accordo sul programma nucleare iraniano, l’amministrazione Biden ha indirettamente aperto alle pretese di Hamas.
Un attacco di così vasta scala da parte di Hamas e della Jihad Islamica, infatti, non può essere avvenuto senza il preventivo via libera di Teheran. I razzi che da Gaza hanno raggiunto Israele, sono gli stessi che l’Iran usa dallo Yemen per colpire l’Arabia Saudita.
Il lancio dei razzi di Hamas e dei raid aerei israeliani su Gaza ha decisamente affossato il promettente processo degli Accordi di Abramo, favoriti dagli sceicchi sauditi e ovviamente aborrito da Teheran. Il che obbligherà Biden ad elaborare un diverso piano.
Hamas paga un prezzo militare altissimo, ma riesce ad indirizzare contro Israele l’indignazione internazionale, conseguendo una vittoria politica e dimostrando di essere l’unica fazione palestinese ad avere la volontà e le capacità di colpire Israele e di combattere per Gerusalemme e per gli arabo-israeliani.
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