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Pier Luigi Manieri

È uscito "Organica" il romanzo di fantascienza sociologica di Laura Marinelli. Ne parliamo con lei

Aggiornamento: 17 ott 2022

Tra il 2020 e 2021 siamo stati sigillati in casa. Un’esperienza tanto tragica quanto eccezionale legata a un evento di cui parecchi aspetti sono ancora oscuri. C’è stato chi per sopravvivere o sentirsi parte di una comunità cantava sui balconi, chi ha costretto i cani a cicli estenuanti di passeggiate intorno alle abitazioni pur di sottrarsi ai controlli, chi è divenuto preda di droni che piombavano come rapaci su podisti solitari smarriti in spiagge deserte e chi ha preso la palla al balzo per darsi alla scrittura. In realtà non possiamo dire se sia solo una coincidenza o sia andata proprio così, fatto sta che questa soluzione conferisce un certo tono drammatico e fatto sta che Laura Marinelli scrive ben due romanzi nel giro di un biennio. Il primo ha un titolo che allarma Vanity Fear che la fa scoprire agli appassionati di distopie, il secondo è uscito in questi giorni è si chiama Organica.

Ne parliamo con l’autrice.

Ciao Laura, ti do il benvenuto su Plusnews.it. Allora, presentati ai nostri lettori…

Ciao Pier Luigi, grazie a te per l’ospitalità! Sono una scrittrice consapevole e appassionata. In due anni ho pubblicato due romanzi: Vanity Fear, e Organica. Mi hanno definito prolifica per questo e la cosa mi fa piacere. Di me posso dire che non mi tiro indietro, non mi spavento se devo revisionare capitoli dati per buoni in prima battuta. Ho imparato da tempo che scrittura è anche riscrittura.


Ruth, la protagonista, vive in una città in cui ogni funzione sociale è regolata da due istituzioni: un ente governativo e una società di marketing, quindi burocrazia e consumo. Moriremo tutti obesi e seppelliti sotto una valanga di carte bollate?

Non so se il mondo dell’apparenza e della superficialità che ci vuole magri e perfetti, descritto nel mio primo romanzo Vanity Fear, predominerà sul mondo mercificato e controllato di Organica. Quello che posso dire è che in entrambi i romanzi la maggior parte dei personaggi morirà da inconsapevole. Se penso a Organica, se decidessi di non far svegliare gli attori che abitano il libro, se penso alle loro vite ferme all’epoca della narrazione, credo che per molti, e per la stessa Ruth, non ci sia speranza. I personaggi sono invischiati in una bolla da cui non pensano neanche di uscire. Non arrivano a capire di essere immersi in un sistema che li fagocita. Accettare senza capire il perché è molto più facile. Sono in uno stato di consapevolezza embrionale: soli, vessati e abbandonati a un destino di produzione e consumo, alla ricerca dell'equilibrio che li mantiene in vita. Non pensano a sovvertire l’ordine costituito. Non sono pronti.

Per ritornare alla domanda. Io vedo Ruth, ancora con il velo di Maya sul volto. Con gli occhi aperti, ma chiusi di fronte alla realtà più evidente. Sommersa non dalle marche da bollo, ma da Nuove Banconote, fatte col proprio organico, fatte di lei che, ogni volta che mercifica sé stessa, diventa sempre meno lei.


Vanity Fear è ambientato nel 2079, dove e in che tempo si svolge l’azione?

Non esiste un tempo preciso della narrazione. Di certo, la visione distopica proietta Organica in un immaginario futuro. Per quel che concerne il luogo, anche in questo caso non posso parlare di un contesto geografico. Ho però delineato bene la città in cui vive Ruth. La protagonista abita nel quartiere degli artigiani, nel Madehand. Suo padre, un Colletto Bianco, vive nel quartiere dei politici, il Mademouth. I professionisti hanno le abitazioni nel Madebrain, le scuole stanno nel Madestudent. I negozi più importanti sono nel Madeshop. Potrei andare avanti, ma mi fermo.


Con Organica punti a collocarti tra Orwell e Harry Harrison, come si sta tra loro due?

Con dei nomi del genere non posso che sentirmi schiacciata. E la mia è una constatazione che mi inorgoglisce. Se sento il peso, vuol dire che la me scrittrice ha acquisito consistenza. Scrivo da cinque anni, essere passata dallo stato di rarefazione e quello materiale è per me un grandissimo risultato. Nella produzione letteraria sono ancora piccolissima, mi auguro che quello che continuerò a scrivere diventi sempre più tangibile. Grazie per avermi accostato a scrittori di questo calibro.


La metafora è evidente, cosa ti ha generato l’impulso di scrivere Organica?

Lavoro da sedici anni nella grande distribuzione. Ho notato che i comportamenti d’acquisto sono molto cambiati rispetto ai primi tempi. Se prima la vecchiarella metteva nel carrello la farina zero per farsi il pane in casa, adesso compra i panini gialli di farina zero zero, arricchiti con l’un percento di curcuma a 8,90 euro al chilo e spolverati con semi di chia. Mi sono domandata cosa ci fosse dietro questo cambiamento e la risposta è stata: il marketing. Comunicazioni continuative, costanti e periodiche sono state in grado di far nascere un bisogno da soddisfare nella mente di chi per anni ha tenuto ferma la propria tradizione culinaria. Figuriamoci cosa il marketing è in grado di fare se si insinua nelle teste dei più giovani.

Ruthless, adolescente, insicura e sola è nata così, tra un turno e l’altro al lavoro, e per dare risposta a questa riflessione.


Dove è acquistabile?

Organica è acquistabile sul sito della casa editrice Moscabianca Edizioni, ordinabile sui principali store online e nelle librerie. È presente, a Roma, presso le Feltrinelli dei centri commerciali: Porta di Roma, Cinecittàdue, Euroma2. Dal 14 ottobre sarà anche alla Feltrinelli del Maximo.


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