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Maneskin! Mentre i giornali di gossip si scatenano sul menage a trois coi Ferragnez...

Aggiornamento: 9 ago 2023

...noi esaminiamo il fenomeno musicale dell’ultimo ventennio.

Numeri da record, collaborazioni internazionali, hit su hit, riconoscimenti, tour mondiali, interviste, ospitate tv, onnipresenza nei charts e molto altro; sono dei veri e propri trendsetter della musica (non solo rock), sono giovani, sfrontati, sfacciati e accattivanti; grazie a questi risultati e alle loro qualità, i Måneskin hanno saputo dimostrare nel corso della loro breve ma già lanciata carriera di avere le carte in regola per ridefinire il nuovo scenario della musica e dell’intrattenimento mainstream.

In questo approfondimento sulla rock band romana, cercheremo di definire quali sono le motivazioni dietro al loro successo, mettendo in mostra le caratteristiche distintive del gruppo.

Il fattore talento è sicuramente il primo elemento da prendere in considerazione.

Mettendo da parte i freddi numeri che sono riusciti a produrre in questo breve arco temporale (aspetto in realtà fondamentale quando si parla di musica mainstream, poiché riflette in maniera veritiera il gradimento della gente su un determinato prodotto) possiamo prendere in considerazione il giudizio degli artisti che vi hanno collaborato. Dopotutto, sono le persone ad attribuire valore alle cose, e il loro peso aumenta ancor di più se queste stesse persone hanno segnato tappe importanti e imprescindibili per la storia della musica e del genere rock.


Il primo della lista è Iggy Pop che nel 2021 realizza assieme a loro una nuova versione della canzone “I Wanna Be Your Slave”, uscita a distanza di pochi mesi dalla versione originale. Si accodano i Rolling Stones (che non hanno certo bisogno di presentazioni), che il 6 Novembre 2021 consentono al gruppo di aprire il loro concerto a Las Vegas. Nel 2023 per l’uscita del loro terzo album in studio (Rush!) suonano assieme a Tom Morello, leggendario chitarrista dei Rage Against the Machine.

Oltre a questi atti di stima e di confronto artistico, hanno ricevuto i complimenti da parte di autori storici della musica italiana, come Vasco, Celentano e Manuel Agnelli (mentore durante il loro percorso ad X Factor), con il quale hanno riproposto una splendida cover del brano “Amandoti” dei CCCP.

Tutti questi tasselli si vanno ad inanellare, rendendo meno concreta la teoria dei loro detrattori, secondo la quale, non siano in grado di cantare e di suonare.

L’accostarsi a dei nomi di tale caratura potrebbe esser frutto di operazioni di marketing (cosa più che lecita in un mercato che ha come fine quello di produrre denaro), ma la somma che si ottiene è comunque molto sbilanciata a loro favore, e i risultati ottenuti lo dimostrano.

Ma è tutto qui? Basta solo questo per riuscire ad emergere e ottenere il consenso del grande pubblico?


Assolutamente no. Il mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento è da sempre una bestia dalla doppia faccia, pronta a consacrarti idolo un giorno e in grado di voltarti le spalle al primo errore. Per rimanere sulla cresta dell’onda è necessario quindi mantenere una buona reputazione e costruire una forte identità, salda e in grado di reggere le batoste che possono arrivare dall’esterno.


Prima di continuare è necessario e corretto fare un passo in dietro, vestire i panni dell’avvocato del diavolo e porsi di nuovo la domanda: sono bravi?

Se volessimo ancora dire di no, e fare i contestatori, quali sarebbero allora i criteri per capire il successo di quattro ragazzi, giovanissimi, acclamati non solo sul suolo nazionale ma che sono stati in grado di valicare i confini del bel paese?

La risposta è molteplice e va ricercata in tutti gli altri aspetti che non riguardano direttamente la produzione musicale e l’esecuzione. Uno dei maggiori punti di forza dei Måneskin è proprio la loro identità e riconoscibilità.

L’immagine è tutto.

La presenza scenica e il loro modo di presentarsi arrivano immediatamente agli occhi del pubblico, sono vistosi, appariscenti, incarnano una bellezza androgina perfettamente in linea con i nostri tempi; non hanno la ben che minima paura di mostrare i loro corpi, asciutti e spigolosi. Emanano una sessualità allusiva che non può e non deve mancare – dopo tutto, i comandamenti della loro cultura musicale di riferimento, sono il sesso, la droga e il rock e roll - in questa nuova versione, la trasgressione e l’edonismo permangono anche se in chiave più edulcorata e controllata rispetto al passato.


Non si possono superare certi limiti con una telecamera puntata addosso, o meglio lo si può anche fare, ma con ripercussioni esagerate che possono stroncarti.

Il vero punto di forza dei Måneskin e la cosa che li contraddistingue dagli altri, è la loro crossmedialità e capacità di presentarsi ad un pubblico variegato e distante.

Piacciono ai giovanissimi, a chi la musica Rock non l’ha mai ascoltata, poiché lontana dai generi predominanti del momento. Bambini, adolescenti e ragazzi si interfacciano con sonorità “nuove”, che poste nei giusti modi, risultano accattivanti e meritevoli di essere ascoltate.

Il sound che si propone è volutamente basilare e mai barocco, ci sono pochi momenti di transizione e il cantato, ruggente e melodico, è subito riconoscibile. Il loro brani sono orecchiabili, sia nelle parti di sviluppo che nei ritornelli, dove non si esagera mai con i virtuosismi, lasciando i pezzi leggeri, senza mai appesantirli con suoni contrastanti.

La loro musica e le loro facce sono spendibili perfettamente in quasi tutti i mass-media, passando dalla radio, alla televisione, per poi approdare sui social ed allargare il loro campo di azione.


A conferma di ciò, bisogna tornare al loro primo successo, arrivato proprio dalla televisione, tramite il talent show X Factor nell’edizione del 2017 nella quale arrivarono secondi.

Questo primo traguardo consentì di ottenere un’ottima visibilità, poi mantenuta negli anni seguenti ma esplosa nuovamente grazie a due importanti festival del 2021 - la cui fruizione è sempre audio video – ovvero Sanremo e l’Eurovision. Grazie a queste due potenti vetrine si sono fatti conoscere a livello internazionale, facendosi portavoce del genere rock che negli ultimi anni era stato fagocitato prevalentemente dal Pop elettronico e dall’Hip Hop.


La posizione dei Måneskin va a ricoprire un buco di mercato che si era venuto a creare; colmando questo gap sono riusciti a trainare con loro una nuova generazione di ascoltatori, stimolandoli con delle sonorità lasciate un po’in disparte e allo stesso tempo hanno convinto gli appassionati e i fruitori di rock, che si sono ritrovati per le mani qualcosa di nuovo da ascoltare (se non tanto per la forma quanto per i contenuti).

Il pubblico a cui fanno riferimento non ha un’età precisa, né un sesso o un’identità di genere specifica, i Måneskin parlano a quante più persone possibili, accordando le generazioni più disparate.


A tutto ciò va aggiunta la capacità della band di cantare pezzi in inglese, elemento che espande ulteriormente il loro raggio d’azione e offre una maggiore spendibilità all’estero e sui social. L’esempio lampante è stata la cover Beggin’ che si è posizionata numero due a livello globale su TikTok nel 2021. Questo tassello si inserisce perfettamente in un mosaico contemporaneo dove rivisitazione, citazionismo e nostalgia fanno da padrone.


Negli ultimi anni questo atteggiamento estetico ha dominato l’intero mercato artistico e culturale del nostro tempo, alterando e indirizzando la direzione e l’aspetto dei nuovi prodotti, avvolgendoli in una patina di novità che appare datata.

Ma forse tutto ciò è superfluo. In fondo it’s only rock’n’roll but I like it. I Maneskin sanno suonare, Thomas e Victoria formano una coppia a corde valida come poche e se Ethan Torchio è un discreto batterista, Damiano David è un vocalist estremamente dotato e dal carisma che in giro per il globo ha pochi rivali.



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