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Tell It Like a Woman: sette modi per declinare la parola Donna

La pellicola è stata presentata al Senato alla presenza dell’Onorevole Marco Scurria il quale ha ribadito che “l'8 marzo non è solo una data, ma un impegno quotidiano”.



Chiara Tilesi e Gabriella Carlucci

Le donne sono da sempre la nostra metà del cielo. La figura della donna è stata centrale nel percorso artistico e culturale dell'umanità basti solo pensare alla sua centralità nella poetica dell'amor cortese. E quante donne hanno avuto nella storia il loro posto di rilievo da Galla Placidia, ad Elisabetta I sino ad Evita Peron. Quindi le donne non sono solo mogli, madri o figlie ma sono l'altra parte del potere, della cultura e del progresso.


Proprio in questa chiave di riscoperta del ruolo centrale della donna, in un mondo sempre più globalizzato con tutte le sfide e problematiche che esso rappresenta, si pone l'interessatissimo incontro dello scorso 27 maggio con la presentazione del film Tell It Like a Woman, Sette storie di donne ambientate in cinque Paesi diversi, prodotto da Ilbe in collaborazione con We Do It Together presso la Sala dell'Istituto di Santa Maria in Aquiro al Senato.


Tra i suoi promotori l’Onorevole Marco Scurria vicecapogruppo di Fratelli d'Italia il quale ha dichiarato che ha sostenuto quest’iniziativa per le donne “che ogni giorno affrontano le sfide, con coraggio, forza e dignità, storie di eroine, per ribadire che l'8 marzo non è solo una data, ma un impegno quotidiano.” Ha inoltre aggiunto che “è necessario parlare sempre della condizione della donna non unicamente quando si leggono i titoli di cronaca nera sui giornali. E che quindi è necessario rompere questo circolo vizioso e parlarne ogni giorno dell’anno sempre e comunque”.


Marco Scurria, Gabriella Carlucci, Chiara Tilesi

“Con questo film si vuole mandare un messaggio ai giovani – ha continuato l’Onorevole Scurria - a dimostrazione che uomini e donne possono e devono lavorare assieme dopotutto non è un caso che questo sia il primo governo presieduto da una donna che sta lavorando seriamente per una legge contro il femminicidio a differenza di altri che fanno convegni, protestano parlano e nulla più”.


E’ intervenuta poi la nota giornalista Gabriella Carlucci, International diplomatic and institutional relations for We Do It Together, “ritengo che questo film debba essere divulgato il più possible specie tra i ragazzi e, soprattutto, nelle scuole. Questo perchè è vero che il Governo sta facendo tantissimo sia per la punizione quando per la prevenzione sulla violenza di genere ma è proprio sul prevenire che bisogna impegnarsi al massimo e come lo si fa? Tramite l’educazione che parte proprio attraverso le scuole e le famiglie. Perchè noi dobbiamo farci carico della sensibilizzazione delle future generazioni.”


Ha concluso poi Chiara Tilesi, Producer and Founder of We Do It Together, affermando che “noi donne non siamo una minoranza, come spesso detto, bensì una maggioranza essendo il 51% della popolazione mondiale. Quindi proteggere le donne vuol dire proteggere la Famiglia e i Figli ergo si difende il nostro Futuro. E per fare questo dobbiamo ripartire dalla Cultura ecco per We Do It Together mette assieme uomini e donne affinchè lavorino assieme cominciando proprio alla lotta contro l’oggettificazione delle donne. Quindi dobbiamo passare da Oggetto a Soggetto”.


“Ecco perché – continua la Tilesi – era necessario aprire una casa di produzione che unisse artisti di vario genere, uomini e donne, affinché si cerchi di cambiare il DNA culturale della società e si ponga la donna al centro dandole il suo ruolo di soggetto”.


Tell It Like a Woman è un film corale e internazionale ogni segmento è di una regista diversa che racconta una prospettiva diversa dell’essere donna e nella sua eterogeneità trova la sua forza. La pellicola ha ottenuto una candidatura agli Oscar per la miglior colonna sonora con Applause di Diane Warren.


Per l’Italia abbiamo Mariasole Tognazzi che dirige Margherita Buy sceglie di raccontare una storia d'impatto sulla solidarietà femminile. Una veterinaria che riesce a intuire dietro alla richiesta di soccorso per un cane una donna vittima di violenza domestica che non sa come altro chiedere aiuto.


Altra star internazionale è la “casalinga disperata” Eva Longoria, diretta da Lucia Puenzo, che rappresenta la classica working woman che si trova ad affrontare un lutto profondo e una sorta di “maternità surrogata” visto che dovrà prendersi cura della nipote orfana.


Un plauso particolare va alla seconda storia, tratta parzialmente da una storia vera, che ci rimanda agli anni bui del COVID-19, nello specifico a Los Angeles, in cui facciamo la conoscenza della Dottoressa Susan Partovi, una Marcia Gay Harden, davvero convincente, direttrice di un Centro a LA che presta assistenza sanitaria ai senzatetto, insieme all'infermiera Tamika King. Da citare quella che potremmo definire la prima e vera interpretazione di Cara Delevingne degna di nota in cui mostra capacità recitative nei panni di una barbona schizzofrenica.


E poi ci sono tante altre storie dalla madre single lavoratrice, la donna trans tanti spiragli di luce tanti modi per declinare la parola Donna.

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