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UN DIABOLIK VINTAGE E FEDELE AL FUMETTO

Aggiornamento: 13 gen 2022


Bello e filogicamente corretto, il Diabolik firmato dai Manetti Bros. Tanto fedele al fumetto originale da piacere al pubblico dei quarantenni-sessantenni di oggi, ma probabilmente poco ai figli di costoro, abituati dalla serialità televisiva ad altri orrori, al confronto dei quali, quelli commesi dal principe del crimine sono acqua fresca.

Il mito del fumetto delle sorelle Giussani arriva sugli schermi quasi 60 anni dopo l’uscita del terzo albo del nostro, quello intitolato L’arresto di Diabolik, da cui è tratta larga parte della scneggiatura, in cui compare per la prima volta, quella che diventerà la sua donna e compagna di furti: Eva Kant.

Gusto vintage e film di maschere, come quelle che riproduce il nostro. Recitazioni con espressioni fisse come nel fumetto e scenografie anni ’60 di Noemi Marchica, fanno di questa pellicola “non un film su Diabolik, ma il film di Diabolik”, come hanno detto giustamente gli autori.

I Manetti e con loro Michelangelo La Neve si divertono ad tessere una storia che vede tutto l’apparato iconico del fumetto: la Jaguar E-Type, la Citroen “ferro da stiro” di Ginko, la caverna segreta e il pugnale che attraversa lo schermo accompagnato dallo swissss che insertava le tavole. E il pubblico che ha memoria di quel fumetto si diverte con loro.

A suo tempo, era il 1968, Mario Bava prodotto da Dino De Laurentis, ne fece già un film molto psicadelico che non ebbe molto successo. Lì si respirava l’aria della contestazione e Diabolik era a suo modo un rivoluzionario, mentre qui torna ad essere semplicemente un ladro che agisce in una Clerville, ricostruita a Milano.

Il protagonista Luca Marinelli recita cercando il magnetismo negli occhi, Valerio Mastandrea è l’ispettore Ginko, alter ego che insegue il fantasma vestito di nero, mentre Miriam Leone è l’affascinante e algida, Eva Kant, protofemminista che rifiuta il ruolo di donna casa e famiglia.

Nel film come nel fumetto, la simpatia dello spettatore va ovviamente al criminale che infrange la legge in calzamaglia, ma il ritmo delle sequenze rimane troppo vicino alle immagini statiche delle tavole in bianco e nero qui proposte in un colore non colore fotografato da Francesca Amitrano.

Notevole il cast degli attori che vede tra gli altri, Claudia Gerini, Serena Rossi, Roberto Citran e Alessandro Roja, il sottosegretario Giorgio Caron, quello che sarebbe stato raffigurato nell’ultima di copertina, se questo film fosse stato il fumetto che tutti conosciamo. Peccato arrivi al cinema con almeno 30 anni di ritardo.



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