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Bello, bello e impossibile! Intervista a cuore aperto a Sergio Muniz

Aggiornamento: 7 gen 2022


Questo sicuramente è ciò che viene in mente subito quando ci si trova di fronte ad una bellezza statuaria e mozzafiato come quella di Sergio Muniz!

Bello infatti lo è oggettivamente, ma non è affatto impossibile e non dal punto di vista della

disponibilità nei confronti del gentil sesso, bensì dal punto di vista umano, perché, credetemi, io non ho mai conosciuto un uomo così bello e poco interessato al suo aspetto fisico e alle infinite donne che se lo mangiano con gli occhi, anzi lui è la persona più fedele e corretta che io abbia mai incontrato.

Solitamente, quando si è così belli e noti è molto facile cadere in tentazione, cedere alle facili e innumerevoli lusinghe, sfoggiare la propria bellezza e, talvolta, approfittarne, ebbene non è assolutamente il caso di Super Sergio!

Sintesi della purezza, della gentilezza, della simpatia e della generosità ecco come definirei Muniz e tutte queste bellissime doti si possono tranquillamente leggere nei suoi occhi dolci e brillanti!

Un collega pieno di bei valori, amante della natura, sano e rispettoso della vita, un amico tuttofare che gioca, fa mille sport, suona, scherza, si adatta ad ogni situazione, cucina, guida, scatta foto, monta video... insomma non c’è nulla che Sergio non sappia fare, sarà stata l’esperienza sull’isola dei famosi a renderlo così autonomo ed indipendente? Io non credo, così propensi verso il prossimo ci si nasce, anche perché Sergio non sa fingere e non è capace di dire bugie.

Finora ho raccontato il Sergio quello che ho conosciuto e percepito io in molti anni di tournée con lui, anni che mi hanno fatto scoprire tutte queste sue qualità, non ultimo il suo grande talento.


Sergio lo spagnolo, nonostante la difficoltà della lingua italiana, riesce sempre a fare dei personaggi credibili e misurati, bravissimo nell’ascolto in scena (che è un po’ una mia fissazione, visto che non tutti sanno ascoltare), orecchio fino, e intelligenza scenica, insomma davvero bravo e ottimo collega con cui dividere il palco. Dopo aver tessuto le tue lodi, caro Muniz, ora sta a te raccontare e confermare quanto io ho affermato rispondendo alle mie domande.


Ammazza che presentazione!! Me li tengo tutti i complimenti grazie, ma su una cosa devo fare un appunto, non sono assolutamente bravo a cucinare.


Allora rettifico: fa tutto, ma non cucina! Io comunque ho colto molte cose del tuo animo gentile, ci vuoi rivelare anche la tua parte più scura e nascosta che, indubbiamente avrai come tutti, essendo umano, un tuo insopportabile difetto che riconosci e non riesci a cambiare?


Ho tanti difetti. Li conoscono bene le persone che vivono ogni giorno con me. Come dice mia madre “La confidenza fa schifo”. Purtroppo non credo di essere l’unico a diventare insopportabile e dire cose alle persone con le quali ho confidenza, che non direi a persone con le quali ho meno confidenza. Spesso mi arrabbio e divento un po’ ottuso.

Ho molta pazienza ma quando finisce finisce di colpo, e non è un bene. Non do molta importanza alle date, tipo compleanni o anniversari e questo può essere visto come un difetto. Potrei continuare a lungo ma certi difetti poi preferisco che rimangano all’oscuro.

Credo sia comprensibile.

Come riesce un uomo come te, libero e vero, a convivere con questo mestiere che spesso richiede molta ipocrisia ed una buona dose di egoismo?


In realtà non credo ci sia molta differenza tra il mondo dello spettacolo e il resto dei mestieri. Anzi direi che a noi artisti viene permesso anche un livello più alto di follia e incoerenza. Gli artisti si fanno molte più domande e si mettono molto più spesso a nudo, e questo non mi dispiace. spesso nel mondo reale ci sono più maschere che a teatro. Preferiscono le maschere con licenza poetica che le maschere che servono solo a occultare la realtà.


Cosa ti hanno insegnato le tante esperienze lavorative che hai fatto? Un insegnamento per ogni linguaggio artistico con cui ti sei confrontato come reality, film, televisione e teatro

Sicuramente l’esperienza lavorativa che mi ha insegnato di più è quella insieme a mio

padre. Da quando avevo 16 anni ho lavorato nel mercato della frutta svegliandomi alle quattro

del mattino e caricando e scaricando frutta. Il lavoro fisico e umile da giovani forma il carattere e il corpo. Da vecchi spezza la schiena e vasta. Sono dei linguaggi completamente diversi, ma credo che qualunque Linguaggio artistico si decida di usare sia meglio farlo con onestà. Credo sia lì che si fa la differenza. Nell’essere veramente se stessi. Ma non è cosa facile.

Spesso la differenza tra questi linguaggi è un fatto di tempo. Girare cinque minuti al giorno

in cinema è normale, in televisione bisogna girare almeno il doppio, sacrificando ovviamente

un po’ di qualità, il teatro spesso è diverso, anche se anche a Teatro la produzione conta molto… credo che a teatro l’attore abbia un’importanza maggiore che in altri linguaggi.

Comunque ho un debole per la Musica, linguaggio universale a prescindere di parole e gesti.

La bellezza sicuramente è una buona alleata per fare carriera, ma c’è mai stato un momento in cui hai desiderato non essere bello?


Devo riconoscere che ci ho pensato qualche volta… Ma credo che siano più I benefici che dà la bellezza Che quelli che toglie. Ma è vero, troppo spesso ci si ferma alla copertina e non si apre il libro.

Sei curioso? Dove ti ha spinto la tua curiosità?


Sì devo riconoscere che sono molto curioso. Spesso la curiosità, soprattutto quella di vedere fin dove posso arrivare, mi spinge a decisioni incoscienti, accettando lavori per i quali non mi ritengo adatto, ma ci provo lo stesso. Ma cerco di impegnarmi sempre al massimo. Ritengo che solo così si impara, sbagliando ogni tanto.


Da dove vengono questi tuoi bellissimi valori nei confronti della vita?


Probabilmente dagli esempi che ho avuto intorno a me, in primis la mia famiglia.

Siamo mammiferi ed impariamo dall’esempio non da quello che ci dicono.


Cosa ti fa perdere la pazienza? Sergio Muniz spazientito a che livello di arrabbiatura può arrivare?


Sergio spazientato può essere terribile. Come dicevo, quando perdo la pazienza la perdo di colpo. Essere trattato come una scimmia da circo mi fa spesso perdere la pazienza. Mi ritengo una persona normale e non mi piace essere trattato diversamente. E poi le ingiustizie, I furbastri a discapito degli altri... potrei continuare ma mi fermo qui.


Io sono testimone del fatto che tu sei un uomo fedele! È una scelta precisa o sei semplicemente un uomo dai gusti difficili?


No, non credo di essere un uomo da gusti difficili, è più una scelta, anche se non sono stato fedele sempre. C’è stato un periodo nella mia vita dove sono stato infedele, ma non mi sono piaciuto in quei momenti. Quindi preferisco agire in modo da potermi sopportare.


Dove ti esprimi meglio nel tuo lavoro?


Mi trovo meglio nei ruoli di personaggi con molti difetti. E non mi trovo comodo, assolutamente, in quelli che sembrano perfetti. Anche se sono spesso quei ruoli che mi propongono. Di sicuro non è il caso di “cuori scatenati”.

Il nostro lavoro come ben sai è un po’ un’alchimia. Dipende con chi lavori e che lavoro hai tra le mani. Ci sono delle volte che si crea la magia e delle volte che la magia non la trovi neanche a pagarla. Comunque a teatro mi trovo piuttosto bene. Lo trovo più onesto di altri.

Nel tuo privato sei un uomo da pochi amici, ma buoni o sei uno che ama circondarsi di tanta gente?


La prima che hai detto. Non amo la solitudine ma neanche la folla…In realtà soffro di una leggera agorafobia… Non mi trovo comodo in mezzo alla moltitudine. Direi che Ho gli amici giusti.


Sei riuscito ad instaurare un rapporto di amicizia vera con qualche collega?


Assolutamente si… Con qualcuno ero già amico prima di intraprendere questo lavoro, altri sono diventati amici anche durante il lavoro. Ho conosciuto tante persone interessanti è meravigliose in questo ambiente. Soprattutto a teatro dove siamo obbligati a vivere in simbiosi per lunghe tournée.


Sei diventato da poco papà di un meraviglioso bambino, Yaris, tra le infinite sensazioni che si provano, cosa ti ha particolarmente colpito di questa straordinaria esperienza? Regalaci qualche emozione che stai vivendo!


Yari!!! Yaris è la macchina. La principale sensazione è quella del sonno. Con un bambino neonato si dorme veramente poco…E se qualcuno ti dice il contrario mente, O dorme in un’altra stanza e lascia alla mamma il fardello. Un figlio da senso a tante cose nella vita… Cambia completamente il punto di vista, che diventa meno egocentrico. Avere un figlio è vivere un miracolo.

Mi scuso per la gaffe, anche se ti confesso ho riso molto. Chiedo scusa direttamente a Yari che giustamente non è una macchina, ma un futuro uomo meraviglioso! Progetti futuri di lavoro?


Spero riprendere presto “Cuori Scatenati“. Poi sto scrivendo un pezzo teatrale che spero di proporre al pubblico appena ci permetteranno di aprire i teatri. Ovviamente parla di mare.

Ah! E ancora sto aspettando che esca il prossimo film di Carlo Verdone nel quale ho fatto una parte.


Progetti futuri con la tua bella famiglia? Qualche viaggio in programma?


In questo momento è difficile fare programmi. Poi con un bambino così piccolo...

In realtà vorrei tanto portarlo a Bilbao e farlo vedere alla mia famiglia.


Grazie Sergio per la tua disponibilità in bocca al lupo per tutto e teniamoci pronti per il nostro spettacolo Cuori Scatenati che tornerà in scena il prossimo anno!


Un abbraccio grande grande, Chicca!


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