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Donna, Uomo e “tutto quel che c’è in mezzo”. O no?


Fatto: Una biologa tedesca, Marie-Luise Vollbrecht, dottoranda all’Università Humboldt di Berlino, nell’ambito della “Notte delle Scienze”, un evento in cui l’università resta aperta per offrire conferenze e discussioni aperte anche a chi non è studente, intendeva tenere una conferenza incentrata sul tema “Perché in biologia ci sono due sessi”. In teoria una cosa normalissima. Una esperta in un campo, che si sta preparando ad avviare una carriera accademica per cui si è preparata ed ha studiato per anni, parla per un tot di tempo su un argomento specifico su cui ha studiato e di cui dovrebbe essere più esperta dei suoi ascoltatori. È quella che si chiama “comunicazione in ambito accademico”, e come tale in teoria segue delle linee guida comuni in tutto il mondo. Quali? Per iniziare chi parla si propone – ed è riconosciuto – come competente nel suo campo. Poi l’Autorità Accademica che gli fornisce lo spazio, in quanto luogo pubblico e autorevole, accettando la proposta e concedendo lo spazio riconosce implicitamente che a suo modo di vedere la comunicazione proposta al pubblico non viola alcuna legge, né di per se stessa è da considerare fonte di turbativa dell’ordine pubblico. Terzo elemento: chi propone un incontro di tipo accademico e sostiene una tesi con la sua comunicazione, accetta il possibile contraddittorio alle sue tesi, basato su tesi alternative o contrapposte. In sintesi in ambito accademico le comunicazioni non sono mai propaganda o imposizioni, ma sempre spunti per ulteriori analisi e dialogo tra le parti. Questo è come si svolge la comunicazione accademica nei luoghi ufficialmente deputati ad essa, in tutti i paesi che ammettono la libertà di parola, la libertà di discussione, e la libertà di divergenza di opinioni.

Come dicevamo sembra una cosa semplice, perché in Europa apparentemente nelle università le cose dovrebbero funzionare così: un esperto propone una tesi, la illustra, la difende con fatti da lui raccolti, e trae conclusioni. A quel punto altri possono dissentire, contestare, e proporre punti di vista alternativi.


Purtroppo a Marie-Luise Vollbrecht non è successo questo. Il Gruppo di Lavoro dei Giuristi Critici (AKJ) ha protestato contro lo svolgimento della conferenza della dottoressa Vollbrecht, perché a loro modo di vedere l’affermazione che in biologia esistano solo due sessi sarebbe “non scientifica”, oltre che “disumana e ostile alle persone queer e trans”.

In un mondo ideale il rettorato dell’università Humboldt di Berlino avrebbe ascoltato la proposta del Gruppo di Lavoro dei Giuristi Critici, e poi avrebbe detto “Va bene, eccovi una Girella, ora da bravi, andate a giocare in giardino che avremmo da lavorare”, ma non è successo questo. No. Adducendo “motivi di sicurezza” l’università ha cancellato l’evento. Devo dire che la cosa ricorda molto da vicino cosa successe all’Università La Sapienza di Roma, quando Papa Benedetto XVI fu prima invitato a tenere una Lectio Magistralis, e poi dopo le proteste di alcuni docenti per “il cedimento dell’università alla lobby clerico-fascista!”, il rettorato decise di annullare la cosa, sempre per “motivi di sicurezza”.

Ora, detto che un’istituzione come un’Università che non è in grado di far rispettare la sicurezza al suo interno lascia leggermente perplessi, visto che non parliamo di un’università nel Donbass, o in Ruanda, o a Tijuana ma di una delle istituzioni più autorevoli di Berlino, capitale della Germania potenza economica dominante nel Vecchio Continente, la situazione probabilmente è molto più semplice. L’università Humboldt non ha avuto paura di “motivi di sicurezza”, ma ha avuto paura che se avesse tenuto il punto e fatto parlare la dottoressa a Marie-Luise Vollbrecht, alcuni finanziatori avrebbero chiusi i rubinetti dei fondi e delle elargizioni. Come sempre follow the money.

Alla fine però la dottoressa la sua conferenza l’ha tenuta lo stesso su YouTube, e ha avuto poco meno di 80.000 visualizzazioni (77.000 all’ultima conta), sicuramente molte di più di quante persone sarebbero potute entrare nell’aula della Humboldt. Tanto fumo poco arrosto allora?

No, perché quanto accaduto alla dottoressa Vollbrecht è indice di una grande confusione. Mao, personaggio esecrabile umanamente ma politicamente degno di rispetto, diceva “Grande è il disordine sotto il cielo. La situazione, quindi, è eccellente”, intendendo che per chi ha un progetto chiaro in mente – volendo per chi ha una ideologia precisa che lo sostiene e ne dirige le mosse – una condizione di confusione e “starnazzamento” nella società è favorevole. La confusione di una parte permette al progetto chiaro e preciso di un’altra – anche se minoritaria - di insinuarsi nella società con il minimo di resistenza. Più è diffusa la confusione, meno si è in grado di avere la mente lucida per riconoscere il progetto altrui, ed elaborare i mezzi per combatterlo (nel caso).

Da questo punto di vista la discussione su quanti genere esistano nell’essere umano, con la tesi che “limitarsi solo a due generi, uomo e donna, è anti scientifico e disumano”, è un chiaro esempio di “confusione indotta”.

Prima si separa la fisiologia dalla consapevolezza del sé. La fisiologia dell’individuo non è un elemento che costituisca l’identità del sé. È solo funzionale alla riproduzione, ma non alla definizione del sé identitario.

Poi si dichiara che l’identità del Sé la costruisce l’individuo. Come? Seguendo ed assecondando le sue “pulsioni”. Se io “sento” che il mio sé è in un certo modo, allora è giusto che io segua questa sensazione, anche se va contro la fisiologia.

Attenzione. Non stiamo dicendo che la fisiologia sia infallibile e segua sempre linee di sviluppo immutabili e corrette. La fisiologia non è una scienza esatta, se con scienza esatta intendiamo una scienza in cui gli accadimenti esaminati (nel mondo in cui NOI esistiamo) si sviluppano al 100% secondo leggi immutabili. Questo accade in Fisica, in Chimica inorganica. Poi, mano a mano che nell’esame della scienza entra in gioco l’elemento vitale (l’organico) l’imponderabilità e la possibilità di eccezioni inizia ad esistere. Quindi ogni affermazione deve passare da deterministica a probabilistica.


È un dato di fatto che nel mondo in cui viviamo la riproduzione nella razza umana avvenga dall’incontro di esseri umani dotati di apparato genitale maschile ed esseri umani dotati di apparato genitale femminile. E sono DUE esseri distinti. Maschi e Femmine. Però è anche possibile, per quanto rarissimo, che nascano ermafroditi, ossia esseri umani che presentino al contempo tratti maschili e femminili. E sono, effettivamente, una cosa diversa dall’uomo o dalla donna. È un dato. Ma è un dato di ECCEZIONE. E l’eccezione può essere assorbita all’interno della narrazione dominante, riconoscendone il carattere di eccezionalità, e non facendone di per sé una cosa “come le altre”.

Idem la Disforia di Genere. È un disturbo genetico che esiste. È una ECCEZIONE dalla situazione normale, e quindi va studiata, capita, compresa, e trattata col dovuto rispetto, ma senza per questo “appiattirla” in un tutto indistinto.

Cosa vogliamo dire?

Vogliamo dire che sarebbe stupido e ottuso negare che la vita è sempre più ampia, ricca, e meravigliosamente complicata di schemi di laboratorio o classificazioni sociopolitiche. La vita è sempre qualcosa in più, qualcosa di diverso, e qualcosa che ti mette alla prova.

Ma sarebbe al tempo stesso ottuso fare un mischione dove tutto è uguale a tutto. No. I gatti non sono tutti grigi. Ogni gatto ha diritto al massimo rispetto e alla possibilità di vivere la sua vita in serenità, ma alcuni gatti sono neri, altri bianchi. È un dato.

Chiudiamo con una citazione TV

Nel 2004 debuttò su Showtime la serie The L Word, che parlava della vita della comunità lesbica di Los Angeles. Nella prima stagione appare un personaggio, Lisa, che è un uomo che dice di essere “lesbica dentro”. Agli spettatori rimane il dubbio che lo dica per poter andare a letto con una delle protagoniste, ma non siamo maliziosi. Il punto è che qui abbiamo un uomo che dice di sé alle persone con cui è in contatto che è “lesbica dentro”. Non solo “donna dentro”. Ossia è un personaggio fisiologicamente uomo, il cui Sé interiore invece è quello di una donna che vuole andare a letto con altre donne.


Mao aveva ragione da vendere. Grande è la confusione sotto il cielo.

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