Era il 1979 quando sulla scia di Goldrake i giovanissimi spettatori degli ormai amatissimi anime giapponesi rimasero folgorati da Mobile Suit Gundam (Kidō Senshi Gandamu, "Gundam il guerriero mobile"). Ambientato nel cosiddetto Universal Century (Secolo Universale), ispirato al romanzo Starship Troopers di Robert A. Heinlein (ultima ristampa 2004 numero 17 di Urania Collezione), racconta dello scontro tra la Confederazione, formata dalla Terra e dai satelliti artificiali chiamati “Isole” su cui vivono comunità di terrestri e l’auto proclamatosi Principato di Zeon che vuole estendere il proprio dominio sulle isole e la Terra stessa.
Il prologo, laconicamente ci trasferisce nello scenario apocalittico dell’anime: "È già trascorso mezzo secolo da quando, a causa della sovrappopolazione, parte dell’umanità fu costretta a trasferirsi su gigantesche isole spaziali che ruotano come tanti satelliti intorno alla terra. Queste isole sono diventate ormai la seconda patria per queste popolazioni che vivono, lavorano, procreano, conducono insomma la stessa vita alla quale erano abituati sulla Madre Terra. Anno 0079 dell’era spaziale: il Side 3, l’isola più lontana dalla Terra, si è autonominata Principato di Zeon. Ha dichiarato la propria indipendenza e tentato con la forza di sottomettere tutte le altre isole spaziali. Una guerra spaventosa è quindi scoppiata tra la Confederazione delle Isole Spaziali ed il Principato di Zeon. I combattimenti, nel solo primo mese di guerra, hanno causato la morte di oltre dieci milioni di uomini e sono già otto mesi che la guerra si trascina senza né vinti né vincitori". In Gundam non vi sono eroi senza macchia, il nemico non è un aggressore alieno ma solo uomini soli di fronte al dramma della guerra e alla fine non sarà neppure così chiaro poter distinguere tra "buoni" e "cattivi". In infatti, in Gundam il vero protagonista è la guerra stessa. In questo scenario un manipolo di giovani e adolescenti formerà l’equipaggio irregolare della Base Bianca, potente nave da battaglia per contrastare l’avanzata del meglio organizzato nemico.
Divenutone accidentalmente il pilota, Amuro Rei (Peter Rei), figlio del progettista del Gundam, l’arma più formidabile e micidiale in dotazione all’esercito irregolare, è un giovane cadetto che a causa di un attacco improvviso che decima ufficiali e piloti, dovrà giocoforza porsi ai comandi del mobil suit più avanzato a disposizione della Confederazione. Amuro Rei è giovane e inesperto ma dimostra rapidamente di avere talento, tanto da tenere testa alla punta di diamante del Principato: il temibile e carismatico maggiore Char Aznable o Shaa Aznabul , la Cometa Rossa. Più duelli ingaggia con lui e con gli altri piloti, più perfeziona stile e tecnica di combattimento, divenendo praticamente insuperabile, ma per contrappasso verrà privato dagli eventi della sua adolescenza e di tutti i suoi sogni di giovane per trasformarsi, corroso dal conflitto in una macchina da combattimento priva di sentimenti non meno algida del gigantesco e potentissimo robot bianco di cui è il pilota. Tomino, detto il Sanguinario per le vette di drammaticità tipiche delle sue produzioni, interrogandosi sul perché l’uomo non possa fare a mendo di farsi la guerra, concepisce questa avventura epica per immagini mediante la quale raggiunge le acme di epica e tragedia enucleando i topos nipponici come il sacrificio della propria stessa vita per la libertà e la perdita dell’innocenza dei giovani eroi, loro malgrado. L’intera serie è attraversata da un senso di pericolo sovrastante che sul filo persistente della tensione tiene personaggi e spettatori sulla corda.
Anche i momenti di pace sembrano preludio al conflitto che incombe inesorabile. Assieme al Danguard di Matsumoto, Gundam modificò radicalmente il genere robotico sottraendolo al tono ottimistico per introdurre una fantascienza problematica che in precedenza era unicamente accennata, se non del tutto estranea alla narrazione mecha, un solco in cui s’inseriranno tra gli altri, Daitarn 3, dello stesso Tomino, Gotriniton e Bryger. I temi adulti, la rivoluzionaria estetica della macchina (in luogo del robot simbiotico e semi divino), per la quale il Gundam è un formidabile mezzo da battaglia, prototipo unico ed esclusivo, ma con limiti “reali”, come l’ alimentatore nucleare che ha una durata non illimitata, la guerra di secessione che si protrae "senza vincitori e vinti" ne fanno un capolavoro senza tempo.
Tomino vince la sua scommessa, combinando la sua rivoluzionaria visione del Riaru Robotto (real Robot) all’action, al senso dell’avventura e ricorrendo a elementi più puramente d’evasione fantastica come i Newtypes, personaggi con poteri psichici o abilità superumane, come è appunto, Amuro Rei. Pur nella sua complessità, Gundam è un prodotto d’intrattenimento, non sorprenda quindi il fatto che in linea con l’estetica manga-anime propone un vasto campionario di rimandi alla cultura pop, dalle spade laser di cui è armato il robot bianco, alla fonte letteraria a cui Tomino ha attinto, fino ai nomi dei personaggi, come Char Aznable o Shaa Aznabul , omaggio a Charles Ansnavour, lo chansonier francese di cui l’autore era appassionato. Il Maggiore Char, da noi noto Shia pilota dello Zaku rosso come lo era il biplano dell’asso dell’aviazione tedesca, il leggendario Barone Rosso, ha lasciato il segno nell’immaginario generazionale, tant’ è che nello speciale n.5 di Nathan Never, “Il giorno della meteora” appare il generale Shea, Meteora Scarlatta…ciò detto, Cometa Rossa è l’antagonista per definizione. È anzi, l’archetipo del rivale. Il protagonista è tanto più eroico quanto la sua nemesi è abile. Per esigenze di narrazione Amuro Rei ha inevitabilmente la meglio, lo spettatore ne è consapevole ma non si percepisce mai che sia qualcosa di “scritto”.
È sufficiente la scena introduttiva in cui penetra temerariamente all’interno dell’hangar per raccogliere informazioni sulla dotazione nemica, per farsi un’idea di che pasta sia fatto. La scena successiva è ancora più emblematica. Amuro Rei è ancora un pilota acerbo, anzi, non è neppure quello, è un promettente cadetto, il suo tiro è impreciso. Char riesce a installarsi al comando del suo mobil suit e lo attacca. Da qui in poi è vero cinema. La regia dell’anime restituita al suo splendore grazie alla rimasterizzazione è pura accademia. Forse debitrice di Lucas, la sequenza è ancora oggi superlativa. Lo zaku rosso che inquadrato nel mirino, non si avventa contro il Gundam ma proprio contro lo spettatore vale da sola la visione dell’episodio. In questo primo scontro apprendiamo della superiorità di Char Aznable, a cui fa eco il laconico commento dell’ex comandante della Base Bianca, “ Se lo zaku è rosso allora è il maggiore Char. Siamo finiti. Ha distrutto in un solo giorno cinque navi della nostra flotta”.
Gundam, in Giappone è in cima alla classifica dei più amati al pari soltanto di Mazinga Z, Lupin 3 e Capitan Harlock, tant’è che sull’isola di Odaiba, nella baia di Tokyo è stata eretta una statua a grandezza naturale che lo omaggia in tutta la sua maestosità. A partire da settembre 2017, la statua di fronte al Diver City Tokyo (il centro commerciale alla spalle del Gundam) è la versione Unicorn, più precisamente la RX-0 Unicorn Gundam che ha preso il posto della precedente, la storica versione Mobile Suit Gundam RX-78 protagonista della prima serie, in onda tutti i giorni su SuperSix.net alle 7 e alle 17,30. Assolutamente da non perdere.
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