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Kabul: Cronaca di una morte annunciata

Aggiornamento: 12 mag 2023

Il tracollo afgano stupisce per la sua rapidità. Mentre i Taliban entrano a Kabul uomini e donne disperati cercano di trovare un passaggio su un aereo o su un elicottero.


Gli analisti di Washington parlavano di tre mesi di sopravvivenza del governo di Ghani DOPO la partenza delle truppe USA. Vengono alla mente le immagini del ritiro delle truppe sovietiche nel 1989: tutto fu molto più composto e marziale e la Repubblica Democratica Afghana durò tre anni. Ma la vittoria dei mujaheddin portò il paese nel caos: finché il nemico era comune (il governo filosovietico), andava tutto bene ma troppo diverse erano le forze in campo. La continua guerra civile tra ex alleati favorì il neonato movimento Talebano guidato dal Mullah Omar e da Baradar che, nel 1996 prese il potere. Invece questa volta tutto è crollato in fretta.

Occorre ricordare che negli USA la politica prevalente degli ultimi anni è il disimpegno internazionale e il ritorno all'Isolazionismo. La guerra afghana costa troppo. Già Obama aveva iniziato a parlare di ritiro americano, ma non aveva poi fatto nessun passo concreto. Trump invece, come nel caso dell'abbandono della Siria (tradendo i poveri curdi del Rojava, - i veri combattenti contro Isis- esponendoli all'invasione turca) si è dato da fare. Oltre ad annunciare il ritiro e diminuire il contingente, ha promosso gli accordi di Doha, escludendone il governo afghano. E come rappresentante dei Taliban il governo USA ha chiamato proprio Baradar, facendolo liberare dalla prigione pakistana dove si trovava da anni (e questo ha portato Baradar a diventare presidente del nuovo governo talebano). Questi accordi hanno legittimato i jihadisti come validi interlocutori (con le vaghe promesse di 1 - non fare accordi con ISIS - facile - 2 - rompere quelli con Al Qaeda - meno facile, ma si può fingere di crederci, anche perché i Talebani di adesso sono più interessati ai legami con Russia, Cina e altri interlocutori - 3 - rispettare i diritti umani - e qui non ci crede nessuno). Contemporaneamente, gli accordi di Doha hanno completamente delegittimato il governo afghano. Chi combatterebbe per un governo che non è ritenuto degno, dal suo principale alleato, di sedere al tavolo della trattativa? Oltretutto, i Taliban stringevano accordi internazionali con Cina, Russia e Turchia.

In sostanza, quella dell'Afghanistan è una cronaca di una morte annunciata. Qualcuno sperava che Biden cambiasse politica, ma come già detto, la strategia USA è sulla strada dell'isolazionismo e del risparmio.


Gli scenari che si aprono sul Grande Gioco sono molti, e probabilmente con nuovi attori.

Mentre scrivo, mi arriva la notizia che i tagiki della Valle del Panjshir, guidati dal figlio di Massoud, hanno dichiarato guerra all'Emirato Islamico, sventolando la vecchia bandiera dell'Alleanza del Nord. Se riceveranno gli aiuti che Massoud ha già chiesto alla comunità internazionale, potrebbero essere una spina nel fianco dei Taliban.


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