“Bella quanno te fece mamma tua Pare che stiede ‘n anno a ginocchione Eppoi se mise l’angeli a pregane Bella t’avesse fatto com’er sole Poi te mannò da Cupido a imparane E l’imparassi li versi d’amore E quanno cominciassi a compitane Venissi o bella e m’arubbassi er core
Bella fatte chiama’ che bella sei Tutto ‘sto monno innammorato l’hai Faressi innammora’ ppure li ddei Pe’ queste gran bellezze che ttu c’hai Quanno nascessi tu nasceva er sole La luna se fermò de camminane Le stelle se cambiorno de colore Quanno nascessi tu nacque l’amore
Sette bellezze c’ha d’ave’ ‘na donna Prima che bella se possi chiamane Arta dev’esse senza la pianella E bianca e rossa senza l’allisciane La bocca piccolina e l’occhi belli Graziosetta dev’esse in der parlane Larga de spalle e stretta de cintura Quella è ‘na donna bella pe’ natura Larga de spalle stretta in cinturella Quella se pô chiama’ ‘na donna bella”
Accade a volte!
Sì, non è sempre detto, ma certe volte, per fortuna, succede che il talento e la bellezza si sposino e riescano ad emergere.
Questo è il caso di una giovane attrice di talento e di rara bellezza, una grande lavoratrice, ricca di valori e una buona dose di dolcissima grinta, sto parlando di Maria Chiara Centorami. Classe 1990, nata a Vasto e diplomata nel 2013 presso la scuola “Teatro Azione” e con un curriculum di tutto rispetto alle spalle nonostante la sua giovane età.
La conobbi mentre ancora frequentava la scuola di teatro, ma subito mi colpì il suo sorriso poi, a seguire, la sua bellezza, un dono di natura che se affiancato ad un carattere solido e alla giusta buona volontà, è certamente un ottimo lasciapassare nel mondo dello spettacolo. Maria Chiara infatti è uno spettacolo di femminilità e, un po’ come recitava il sopra citato antico sonetto anonimo romanesco (reso noto in seguito dalla bellissima interpretazione del grande Lando Fiorini che ne fece una serenata), la nostra giovane attrice rappresenta un concentrato di tante felici qualità.
La bellezza, dunque, come primo impatto, ma ciò che caratterizza Maria Chiara è l’amore spassionato verso un mestiere difficile come quello del teatro. Sarebbe stato facile per lei approdare subito in televisione, in un programma dove l’aspetto fisico ed un po’ di sana leggerezza bastano a rendere un personaggio popolare, ma lei ha scelto di studiare, molto e approfonditamente, lei ha fatto la ormai tanto bistrattata gavetta, lei ha accettato piccoli ruoli, ha lavorato sodo, ha rifiutato provini indecenti, ha messo a tacere registi scivolosi, ha puntato sul talento che ha da vendere… perché Maria Chiara è brava e quando sale sul palcoscenico “succede un fatto!” E sul palcoscenico deve “succedere un fatto” altrimenti lo spettacolo annoia! Questo (volutamente ripetuto) “fatto” è talvolta un inspiegabile mistero, magari molti artisti hanno le stesse doti, ma il “fatto” non avviene… “It’s a kind of magic!”
Citando il grande Freddie Mercury, possiamo davvero dire che si tratta di una “specie di magia”, una luce benevola e del tutto mistica che decide di scendere su pochi fortunati. Esso avviene, dunque, se l’attore possiede carisma, bravura, fisico… e la magia! Si devono, insomma, allineare i pianeti… non capita a tutti, ma quando capita e qualcuno se ne accorge allora si riesce ad emergere e quella specie di magia illumina la scena e chi la guarda!
Sono felice di osservare la crescita e la luce di questa bella attrice, perché mi piace soprattutto a livello umano; infatti nonostante la prorompenza del suo fisico, Maria Chiara è una ragazza semplice, di sani valori, generosa ed umile, una specie di magia anche nella vita… quindi inevitabilmente faccio e continuerò a fare il tifo per lei.
Cari lettori vi presento Maria Chiara Centorami.
Buongiorno Maria Chiara cominciamo da una domanda banale, ma inevitabile
Quanto ti ha aiutato l’aspetto fisico all’inizio della tua carriera artistica?
Intanto dopo l’ode alla bellezza che mi hai rivolto (Tu, proprio Tu, cara Francesca, che di bellezza sei un’esplosione) io non posso che fluttuare a diversi metri da terra! Detto questo, aldilà delle autocritiche nelle quali tutti noi tendiamo a guazzare nel buio delle nostre stanze, è giusto ammettere a se stessi quando la natura è stata gentile con noi, perché un’aspetto gradevole è senz’altro di grande aiuto, sempre. Tuttavia mi sembra interessante e doveroso porre luce su quanto l’aspetto fisico possa essere un’arma a doppio taglio, soprattutto in un paese in cui gli stereotipi e i pregiudizi fanno da padroni e in un mestiere in cui si fa presto a giudicare. Dal mio tante volte avrei preferito essere ascoltata piuttosto che vista, per fortuna ogni tanto qualcuno lo fa.
Quando ti accorgi che ti hanno cercato solo per la tua bellezza ti infastidisci e cerchi subito di far capire che sei molto altro, oppure la cosa non ti pesa perché sai che si accorgeranno presto del tuo valore artistico?
Crescendo fai pace col fatto che verrai comunque sempre incasellato in qualcosa che inevitabilmente il tuo corpo suggerisce, col tempo impari a veicolare le aspettative che gli altri hanno di te. Negli anni ho capito che la “qualità” aveva per me un valore maggiore della “quantità” e così ho iniziato a dire di no (anche a malincuore) a quei progetti che non avrebbero aggiunto qualitativamente nulla al mio mestiere di attrice e/o al mio valore di donna. Da quel momento ho incontrato meno registi che mi volevano raccontare come “la bella” e più registi che mi chiedevano di imbruttirmi, non sempre ne capivo il motivo ma è così che i ruoli che ho iniziato ad incontrare sono diventati più interessanti.
Quando hai deciso di diventare attrice?
Ti dirò che da piccolina, ai tempi dell’ asilo, dicevo già di voler fare l’attrice e organizzavo spettacolini nella cucina dei nonni costringendo tutti a interminabili minuti di performance; al di fuori delle mura domestiche ero però una bambina estremamente timida.
Che studi hai fatto e chi ha contribuito maggiormente alla tua crescita artistica?
Dopo il liceo come molti ho provato ad entrare nelle più famose Accademie nazionali e come molti quando mi hanno detto di no ho pensato che il mio progetto artistico era naufragato prima di cominciare. Mi sbagliavo, mi sono diplomata da Teatro Azione, un’ottima scuola che mi ha permesso di coniugare lo studio con il lavoro, perché durante l’accademia recitavo in una compagnia di teatro ragazzi nella periferia romana, facevamo matinée per le scuole, arrivavano pullman da tutt’Italia, quella è stata una grande scuola, davvero! Poi ho iniziato a prendere lezioni private di voce, di canto, studiavo danza e piano piano vedendo spettacoli ho iniziato a capire qual’ era il mio gusto, chi volevo seguire, da chi volevo imparare, ho fatto tantissimi laboratori con diversi registi, ne faccio tutt’ora quando posso. A livello di Maestri l’incontro che maggiormente ha segnato il mio percorso è stato Daniele Salvo; ha cambiato totalmente il mio occhio interno ed esterno. Un’ altra esperienza di grande formazione è stato l’Ivana Chubbuck Actor’s Studio di Los Angeles.
C’è un genere che preferisci e quando reciti ti ispiri a qualche modello in particolare?
Preferisco il dramma, forse perché sono una persona fondamentalmente malinconica o forse per dimostrare di avere un peso. La mia ironia mi trascina verso un’indole comica soprattutto a teatro (nel cinema non mi hanno ancora concesso questo lusso). Ad ogni modo resto convinta che dietro ogni scelta di far ridere si celi un piccolo dramma interiore che si sta consumando.
Il tuo lavoro ti porta a viaggiare spesso e a stare lontana da casa, ma so che tu ami molto il focolare domestico, come riesci a conciliare queste due cose?
Ho aperto una scuola di teatro per bambini e ragazzi nella mia città, così ho la scusa per tornare spesso e ho allargato la mia famiglia, i miei allievi sono pezzi di cuore, lavoro per loro tutta la settimana anche se li vedo una volta sola.
Tu sei nativa di Vasto, cosa porti della terra d’Abruzzo nella tua valigia dell’attore?
La capa tosta!
Se parliamo di valori la famiglia di mio padre era una famiglia borghese, mi ha trasmesso il rigore, la dignità, la forma, che il più delle volte è sostanza. La famiglia dal lato di mia madre invece è una famiglia fatta di grandi lavoratori, di persone altruiste che agiscono molto a servizio degli altri, una famiglia in cui si condivide molto, pure troppo, e con grande ironia; mi hanno insegnato la presenza, la costanza, la concretezza, l’empatia.
La tua femminile dolcezza può trasformarsi in improvvisa rigidità soprattutto di fronte a qualcosa che va contro i tuoi principi?
Lo ammetto, se mi inca**o sono una iena… e mi inca**o spesso. Non ho mezzi termini, per nessuno.
Cosa fa arrabbiare Maria Chiara nel lavoro e nella vita privata?
La cialtroneria.
Sei una passionale donna con il senso della giustizia… hai mai pensato che qualcuno non sia stato giusto con te? E tu sei mai stata ingiusta con qualcuno?
Diciamocelo, tutti pensiamo continuamente di essere creditori nei confronti della vita e ci sentiamo inspiegabilmente protagonisti di un dramma in cui “le subìamo tutte noi” (noi attori poi siamo maestri in questo); alimentare il nostro dolore a volte è un modo per alleviare il senso di colpa.
Sulla serie diretta da Gabriele Muccino “A casa tutti bene” con chi ti sei trovata più a tuo agio fra i tanti colleghi e perché?
Con le due persone che mi hanno stupita maggiormente per il loro essere diverse dall’idea che avevo di loro, e qui torniamo alle apparenze che, per fortuna, ingannano! La prima è Euridice Axen che con la sua bellezza algida è una donna di un umorismo sfrenato, è stata per me confidente, consigliera, giullare, amica fidata come se ci conoscessimo da tempo, è una donna di grande peso che sa rendere leggere le ore. La seconda persona è Valerio Aprea, tante volte la gente mi guarda pensando che io sia stupida e così ogni tanto me ne convinco anch’io, perciò pensavo che Aprea fosse troppo intelligente per tenere una conversazione con me e ritenerla interessante, finché in un giorno di pausa siamo rimasti soli all’Argentario (dove abbiamo girato parte della serie) e in quel pomeriggio libero ce ne siamo andati a zonzo con la sua macchina e poi a cena, è stato uno dei più bei pomeriggi che io ricordi nella mia età adulta e Valerio non mi ha guardata come se fossi stupida nemmeno per un attimo, quante lacrime, quante risate!
Progetti futuri?
Aperitivo?
Grazie Maria Chiara per questa chiacchierata e in bocca al lupo per la tua già bellissima carriera!
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